M- IL FIGLIO DEL SECOLO (S1, E 1-4)
Negli anni ’19 e ’20 del secolo scorso il politico Benito Mussolini riesce a far leva sul malcontento scaturito dalla fine della Prima Guerra Mondiale per costruire il consenso necessario a raggiungere il potere. Un racconto del passato che ha un preciso significato ancora oggi. Su Sky
E1 24 novembre 1914. Mussolini abbandona il partito socialista perché è favorevole all’intervento in guerra. Nel 1919 Mussolini ha da poco (marzo) fondato i Fasci di Combattimento quando D’Annunzio prende Fiume (settembre). Mussolini cerca di sfruttare la situazione ai fini elettorali. Raggiunge D’annunzio a Fiume con l’unico risultato che al suo ritorno viene tratto in arresto. Margherita Sarfatti, sua amante, lo aiuta nella revisione degli articoli che scrive sul Popolo d’Italia. 10 ottobre 1919: convegno dei fasci di combattimento a Firenze. La platea appare entusiasta per l’impresa di Fiume e Mussolini vanta un’intesa con D’annunzio che in realtà non c’è stata
E2 Nelle elezioni del novembre 2019 i risultati dei fasci sono modesti. Mussolini si rifugia in casa della moglie Rachele e dei suoi tre piccoli figli. Rachele lo ama ancora anche se sa che la tradisce. Mussolini viene arrestato per l’organizzazione di bande armate ma viene presto rilasciato. Quando Benito sembra rassegnato al suo fallimento politico, riceve l’appoggio dei latifondisti e degli industriali, preoccupati per gli scioperi in fabbrica e le occupazioni delle terre. Anche la borghesia è spaventata. “Mutiamo la paura in odio” è lo slogan di Mussolini che decide di porsi dalla parte della reazione. Nitti, il primo ministro in carica, si dimette incapace di riportare ordine. Viene nominato Giolitti che annuncia le elezioni per il 15 maggio del ‘21. Per la prima volta il partito fascista entra nel parlamento. Mussolini si prende come amante Bianca Ceccato, sua dattilografa di 19 anni.
E3 Il 22 luglio del 1921, durante il comitato centrale dei fasci, Mussolini invita i suoi seguaci a cessare la violenza e a mostrarsi come il partito dell’ordine. Vuole costruire “un partito così saldamente inquadrato e disciplinato da potersi tramutare in un esercito” ma la base del partito protesta. Fonda Gerarchia una nuova rivista di pensiero politico e invita la Sarfatti a scrivere degli articoli. Viene firmata una pace (solo formale) fra socialisti e fascisti. Il re nomina Facta come primo ministro ma viene ucciso il camerata Federico Guglielmo Florio che innesca la rappresaglia dei fascisti.
E4 Il re esclude i socialisti dal governo. Mussolini parla al teatro san Carlo di Napoli. Solo il fascismo può riportare ordine e ritiene che sia arrivato il momento della grande spallata per buttar giù il governo. Nell’Ottobre del ‘22 organizza la marcia su Roma, Facta cerca di mediare, senza successo. il re non firma lo stato d’assedio proposta da Facta e il primo ministro si dimette. Il 30 ottobre del ‘22 Mussolini viene convocato dal re per esser nominato capo del governo. I fasci marciano trionfalmente per le strade di Roma.
Valori Educativi
Il film svolge correttamente il compito educativo di mostrare gli effetti nefasti di una visione del mondo che trascura la libera scelta dell’individuo e privilegia ideologie totalitarie
Pubblico
14+Scene di violenza efferata. Le donne viste come puro oggetto di conquista. Linguaggio crudo e diretto
Giudizio Artistico
La regia trova la giusta forma espressiva per raccontare fatti avvenuti nel secolo scorso ma con tutta la valenza di una realtà valida ancora oggi- Ottima l’interpretazione di Luca Marinelli nella parte di Mussolini.
Cast & Crew
Luca Marinelli
Barbara Chichiarelli
Benedetta Cimatti
Paolo Pierobon
Regia
Joe Wright
Our Review
Con sequenze di repertorio, nel primo episodio ripercorriamo rapidamente l’ascesa e la caduta di Mussolini. Subito dopo lo stesso Mussolini guarda fisso lo spettatore: “Guardatevi intorno: siamo ancora tra voi”.
Alla fine del quarto episodio, quando il re lo convoca nel ’22 per la sua nomina a primo ministro, Mussolini si rivolge nuovamente allo spettatore: “Let’s make Italy strong again!”.
Sempre nel primo episodio. dopo la fondazione dei Fasci di Combattimento, Mussolini parla allo lo spettatore esaltando tutta la bellezza di ciò che ha creato e conclude: “Il fascismo conquisterà milioni di cuori; son sicuro anche i vostri. Seguitemi: anche voi mii amerete”.
A parte gli ironici riferimenti a contesti politici attuali, con queste battute viene definito lo spirito del film. Sicuramento non la rievocazione di un tempo passato, ma la narrazione di stati d’animo perenni, presenti anche oggi nell’ uomo che possono costruire o distruggere il bene di un popolo. M, il libro-documento di Antonio Scurati fornisce gli utili dettagli che ci consentono di seguire la costruzione altalenante di un “segugio” che sa annusare dove si trovano i punti deboli dei propri avversari.
In questa prospettiva le scelte del regista inglese Joe Wright (Orgoglio e pregiudizio, Espiazione, Anna Karenina, Pan, L’ora più buia) sono coerenti: un Mussolini non visto come terza persona ma che interpella, scuote direttamente lo spettatore. Una impostazione che ha un ulteriore valore aggiunto: Benito può fermarsi a spiegare cosa stia accadendo a vantaggio di chi non è preparato sulla storia degli anni ’20 e ‘30. Altre scelte sono rivolte direttamente a costruire una narrazione adatta ai giovani: musiche modernissime, montaggio veloce, quasi a voler costruire una forma moderna di futurismo (al quale la Sarfatti fa frequenti riferimenti): montaggi concitati, frequenti carrellate, sequenze lampo secondo lo stile del cinema muto russo d’avanguardia. La scelta di rappresentare un Mussolini-marionetta non è piaciuta ad alcuni critici. In realtà Benito è umano, umanissimo in privato con le sue incertezze, con i suoi scatti d’ira, con le sue passioni sessuali. Diventa Mussolini-caricatura quando deve aizzare i suoi fedeli ma forse è proprio quello che vuole farci intendere l’autore: in quegli incontri si costituisce una forma di spettacolo teatrale, dove il duce non è l’unico attore ma lo sono anche i seguaci che lo ascoltano perché non contano le parole che vengono dette, puro rivestimento esteriore rispetto all’obiettivo comune da raggiungere: il potere con la violenza.
Benito Mussolini è stato ritratto in linea con la sua realtà storica? La mia risposta è sì. Forse la frase che meglio lo descrive è quella pronunciata da lui stesso: “Sono come una bestia: sento il tempo che viene. Lo fiuto”.
Se Hitler si è mosso partendo da un’ideologia precisa, quella espressa nel Mein Kampf, Mussolini ha agito di volta in volta secondo le circostanze del tempo, senza alcun principio assoluto da perseguire che lo guidasse (ricordiamoci che nei primi tempi era un socialista) ma per pura opportunità, cogliendo abilmente gli “umori del tempo” per raggiungere il potere. Non ha alcun rispetto per il parlamento ma lo sfrutta nella misura in cui a lui fa comodo. Alla fine della quarta puntata, appena nominato dal re primo ministro, Mussolini si rivolge nuovamente al pubblico: “la democrazia ancora vive per mia gentile concessione”.
Sono molte le scene di violenza esplicita. Anche in questo caso si è trattato di una scelta registica corretta. Gli anni ’20 non sono stati dei dibattiti fra ideali contrapposti, fra il socialismo e il fascismo, ma un continuo di violenze e di morti da entrambi le parti a fronte di una democrazia liberale non più in grado di sostenere le istanze sociali che si erano stabilite alla fine della Prima Guerra Mondiale.
Autore: Franco Olearo
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