DON MATTEO 12

202010 puntate di 120\' su RaiUno e RaiPlayTutti  

A Spoleto ritroviamo i nostri amici: Don Matteo, che ospita in canonica la perpetua Natalina e il sacrestano Pippo ma anche la giovane orfana Sofia. Anche presso gli uffici dei carabinieri non ci sono grosse novità: ritroviamo Il Capitano Anna Olivieri, il maresciallo Nino Cecchini e il Pubblico Ministero Marco Nardi. Nella prima puntata è presente anche lo youtuber Fabio Rovazzi. Il tempo di ogni episodio è stato raddoppiato (due ore) e c’è sempre qualche indagine da compiere dopo che qualcuno è stato gravemente ferito.

I carabinieri  indagano su un crimine compiuto ma non bisogna preoccuparsi perché sarà don Matteo a risolverlo impiegando un metodo di indagine infallibile: guardare dentro i cuori


Valori Educativi



I valori familiari, l’amore per sempre vengono tenuti al primo posto e il perdono, il recupero delle persone più difficili o fragili viene sempre compiuto

Pubblico

Tutti

Giudizio Artistico



Terence Hill e Nino Frassica tengono sempre banco ma anche gli altri protagonisti sanno star loro alla pari. La sceneggiatura riesce ad essere avvincente e divertente anche se dopo il raddoppio della durata degli episodi, si crea un sovraccarico di sotto-trame

Cast & Crew

Our Review

Prolungare la serie Don Matteo comporta spargere sangue umano. E’ proprio così, perché per innescare nuove storie amorose questa volta è toccato alla moglie del maresciallo Cecchini morire, così come in un paio di stagioni precedenti era già morta Patrizia, la figlia del maresciallo che si era sposata con il capitano Tommasi perché era stato giudicato opportuno che Tommasi iniziasse una nuova relazione.

Scherzi a parte, il 31,6% di share alla prima puntata e la stabilità dell’indice di ascolto anche nelle successive (26,75% nella terza puntata) conferma il successo ininterrotto di questa serie. Qual è il segreto dell’eternità? Sicuramente la simpatia dei due protagonisti, Terence Hill e Nino Frassica, il mescolare risvolti romantici con tono di commedia con l’avanzare delle indagini alla scoperta del vero colpevole del misfatto di turno, il distribuire i personaggi fra le diverse età (i piccoli, i giovani, gli adulti, gli anziani), il trattare a ogni puntata situazioni che rispecchiano temi di attualità ma tutto e tutti si appoggiano all’àncora sicura di don Matteo, che tutto interpreta alla luce del Vangelo, con grande cura proprio verso chi ha sbagliato e deve scontare la sua pena.. Le novità strutturali della dodicesima serie sono soprattutto due: il raddoppio della durata degli episodi che arrivano a circa 120 minuti e il dedicare ogni puntata allo sviluppo di uno dei dieci comandamenti.

La prima novità comporta la moltiplicazione, a volte eccessiva, a giudicare dalle prime puntate, di sotto-trame che si intersecano fra loro: non è più sufficiente lo sviluppo di un’indagine poliziesca ma ne occorrono almeno due. La seconda, molto più interessante, alza il tono, il significato di ciò che viene raccontato, spostando l’attenzione dello spettatore dal puro entertainment al riflettere sugli accadimenti anche prosaici della vita quotidiana, guardandoli alla luce di una visione soprannaturale. Nella primo episodio, intitolato Non avrai altro Dio all’infuori di me, un medico chirurgo si ritiene, con la sue capacità professionali, l’unico responsabile delle sorti di suo figlio, malato di cuore. E si dispera quando sembra non aver avuto successo: “Io debbo fare di più, io debbo salvarlo”.  La risposta di Don Matteo è l’invito alla pace alla serenità del sapere che non siamo Dio ma che c’è un Padre che ci ama e si prenderà sempre cura di noi qualsiasi cosa succeda: “Non è tutto nelle nostre mani.” Lo stesso don Matteo si accorge di aver commesso un errore nel passato e si angustia per questo; sarà Natalina a ricordargli che noi siamo figli, non Padri. .Nel secondo episodio intitolato Non nominare Il nome di Dio invano, il collegamento è più incerto ma di fronte a un ragazzo che se la prende con Dio per la sua sorte infelice, don Matteo lo tranquillizza, dicendo che gli è capitato di incontrare:  “Bestemmiatori che erano innamorati di Dio ma anche tanta gente che prega ma il loro cuore è lontano”. Anche nel terzo episodio “ricordati di santificare le feste”, l’accostamento del riposo di Dio nel settimo giorno della creazione, ai problemi di perdita di memoria del capitano Tommasi ha bisogno di una nostra generosa comprensione.

Bisogna riconoscere, in questo don Matteo 12, così come nelle stagioni precedenti, qualcosa di più profondo, che colpisce lo spettatore, al di là dell’intrattenimento divertente, degli intrighi polizieschi, della bravura dei personaggi. Sappiamo che don Matteo risolve i casi non certo seguendo degli indizi ma indagando nel cuore delle persone, cogliendo ciò che ognuno ama, ciò che desidera e anche le sue pene segrete. Questa capacità di penetrazione nei cuori, questa “marcia in più” di cui dispone è strettamente legata alla sua fede: lui può guardare in profondità proprio perché vede tutto alla luce di una visione trascendente che coglie l’azione provvidenziale divina anche nei casi più disperati.  Quando arriva, sempre verso la fine dell’episodio, il momento di citare il Vangelo, di fare il predicozzo finale, le sue parole non cadono dall’alto ma sono in armoniosa coerenza con lo suo sguardo penetrante con il quale Don Matteo osserva tutto e tutti senza filtri personali.  La sua visione soprannaturale non lo porta ad estraniarsi dalla realtà: al contrario la coglie nella sua vera essenza.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Don Matteo 12
Paese ITALIA
Etichetta
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Users Reviews

  1. Stefan Albrecht

    L’episodio 3 è molto bello quando Don Matteo ricorda al Capitano che Dio ha riposato il 7° giorno, anziché fare casini come aveva fatto il Capitano.
    Allude a tutti noi che crediamo sempre di “dover fare qualcosa”, stress puro, anche di sabato e di domenica.

    10,0 rating

    L’episodio 3 è molto bello quando Don Matteo ricorda al Capitano che Dio ha riposato il 7° giorno, anziché fare casini come aveva fatto il Capitano.
    Allude a tutti noi che crediamo sempre di “dover fare qualcosa”, stress puro, anche di sabato e di domenica.

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