LUTHER RIBELLE,GENIO,LIBERATORE

Il giovane Martin Luther è un religioso fervente anche se interiormente tormentato da un forte senso del peccato. Nel 1517, sconvolto dalla corruzione della Chiesa e dallo scandalo della vendita delle indulgenze, pubblica le famose 95 tesi. È l’inizio di una battaglia che lo contrapporrà ai prelati di Roma, in un crescendo di coinvolgimento politico. Fino alla proclamazione di Augusta che segna la sua vittoria.

Valori Educativi



L’intento apologetico del film enfatizza l’aspetto etico della riforma luterana ma trascura la disputa religiosa che lacerò il mondo cristiano

Pubblico

14+

Per la complessità delle tematiche storiche ed alcune scene di violenza

Giudizio Artistico



Fastosa ricostruzione storica e messa in scena efficace

Cast & Crew

Regia

Sceneggiatura

Bart Gavigan

Sceneggiatura

Our Review

Potrebbe forse sembrare eccessivo definire questo film un’opera di apologetica della Riforma protestante, potrebbe sembrare eccessivo, ma è difficile nutrire dubbi sulle intenzioni dei produttori di questa biografia più che romanzata di Martin Lutero (tra i quali, non a caso, figura anche il Thrivel Financial for Lutherans). Attraverso una fastosa ricostruzione storica e una messa in scena drammaticamente molto efficace, infatti, la figura di Lutero emerge come quella di un grande eroe del pensiero, un puro in un mondo di corrotti, un uomo capace di cambiare il mondo grazie ad una visione nuova del Cristianesimo (“one man had a vision that changed the world” recita il trailer originale).

Il riformatore ha l’aspetto giovanile e cool del Joseph Fiennes di Shakespeare in Love (così non c’è da stupirsi, quando lo sorprendiamo a mordicchiare la sua penna d’oca, incerto su un passo sulla traduzione tedesca della Bibbia) e appare fin dall’inizio lacerato tra il senso dell’incapacità umana di superare il peccato e mosso dal desiderio di una religione basata sull’amore e sulla misericordia anziché su un’impossibile richiesta di perfezione, che sfocia spesso nella superstizione.

Ciò che dà il via al suo percorso drammatico è il pellegrinaggio a Roma, che gli fa scoprire la corruzione della Chiesa, cui segue lo scontro con il domenicano Johann Tetzel, incaricato della vendita delle indulgenze per il finanziamento della basilica di San Pietro. Anche i suoi avversari della prima ora, i colleghi dell’università e, soprattutto, il principe elettore Federico di Sassonia, vengono vinti dalla potenza dell’entusiasmo di Lutero e persino il tentativo di processarlo da parte dei prelati cattolici fallisce di fronte alla forza disarmate delle sue argomentazioni.

Lutero supera la crisi di fronte alla tragica repressione armata della rivolta di contadini grazie all’amore di una ex suora, Caterina von Bora, e la proclamazione del cuius regio eius religio imposta a Carlo V dalla coraggiosa resistenza dei principi tedeschi segna l’inizio di una nuova era di libertà.

Questo finale in stile L’attimo fuggente (anche se i principi non salgono sui banchi ma offrono la loro testa in difesa della Riforma), è estremamente esemplificativo del modo estremamente abile con cui la pellicola manipola gli eventi storici, trasformando in una grande vittoria della libertà religiosa l’affermazione del principio del cuius regio eius religio proclamato con la pace di Augusta, quando invece esso fu soprattutto un affermazione del primato della forza della politica e delle armi su quella della Fede, il primo passo verso l’indipendenza dei principi tedeschi dall’imperatore Carlo V. Un discorso analogo si potrebbe fare per la fin troppo frettolosa liquidazione dell’assenso dato da Lutero alla feroce repressione da parte dei principi suoi sostenitori delle rivolte contadine che la sua stessa predicazione aveva provocato.

Meno grave, da questo punto di vista, anche se talvolta imbarazzante (“tieni la teologia fuori dal nostro letto”?!), è l’inserimento decisamente pretestuoso dell’elemento romantico della storia d’amore con Caterina von Bora, che serve a completare il ritratto da eroe romantico del protagonista.

Tipica di una certa incomprensione del cinema contemporaneo per la specificità della questione religiosa, e non solo di questa pellicola, è la riduzione della “rivoluzione luterana” ad un conflitto etico-morale oppure a dramma psicologico (in alcune sequenze le crisi di Lutero sembrano i deliri di un malato di mente e la soluzione proposta dal suo padre spirituale una specie di mantra più che una dichiarazione di fede).

Una questione teologica di fondamentale importanza per la Riforma quale quella della presenza reale di Cristo nell’eucaristia, poi, è solo accennata all’inizio del film e poi totalmente dimenticata, con il risultato di ridurre la riforma luterana ad un rinnovamento etico del Cristianesimo (quale fu poi operato anche in seno alla Riforma cattolica) e trascurando lo spessore teologico del conflitto che oppose Lutero e gli altri riformatori a Roma.

 

Elementi problematici per la visione: nessuno, ma per la complessità delle tematiche storiche affrontate il film è più adatto ai ragazzi di età superiore ai 12/14 anni.

Laura Cotta Ramosino

(La recensione è tratta  dal libro "Film di valore" di prossima pubblicazione presso le edizioni ARES, a cura di A. Fumagalli e L. Cotta Ramosino).

Autore: Laura Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale Luther
Paese Germania
Etichetta
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