L’OMBRA DI CARAVAGGIO
La vita disordinata di un genio dell’arte raccontata attraverso i suoi quadri più significativi, dalla loro intuizione iniziale fino allo spesso controverso apprezzamento della Chiesa, dei nobili e del popolo. In Sala
Roma, 1606. Paolo V cerca di risolvere il “problema” Caravaggio. Condannato alla decapitazione per aver ucciso Ranuccio Tomassoni a seguito di un diverbio durante il gioco della pallacorda, si è rifugiato a Napoli. Molti nobili del tempo fra cui la marchesa Costanza Colonna, lo stesso cardinale Del Monte hanno invocato clemenza e il Papa decide di affidare a un intransigente ecclesiastico, soprannominato “ombra”, l’incarico di valutare se concedere o meno la grazia al pittore. Assieme all’’ombra” ripercorriamo la vita di questo tormentato genio della pittura, le sue irrequietezze, ma anche la nascita e le vicende delle sue opere più importanti, dove il tema sacro contrasta secondo i più, con la scelta di modelle ricavate dal mondo della prostituzione oppure defunte in un periodo dove la controriforma esigeva più rigore nei riti e nelle immagini sacre.
Valori Educativi
Un Caravaggio vero, ritratto per quello che sappiamo: irascibile, violento, gaudente ma la Chiesa del tempo, impersonificata da un inflessibile inquisitore, è ritratta come ottusamente crudele
Pubblico
14+Alcune nudità femminili, presentazione di un festino orgiastico
Giudizio Artistico
Ottima interpretazione di Riccardo Scamarcio ed efficace ricostruzione della Roma del Seicento. Una rappresentazione troppo schematica del conflitto Caravaggio-Chiesa.
Cast & Crew
Riccardo Scamarcio
Louis Garrel
Isabelle Huppert
Michele Placido
Micaela Ramazzotti
Gianfranco Gallo
Regia
Michele Placido
Sceneggiatura
Michele Placido
Fidel Signorile
Sandro Petraglia
Our Review
E’ indubbio che in questo periodo la produzione filmica italiana stia rivisitando le nostre glorie letterarie e artistiche (con lo sguardo interessato – o angosciato? – di tanti studenti di liceo). Dopo Dante di Pupi Avati, dopo La stranezza di Roberto Andò sulla figura di Pirandello, ecco, L’ombra di Caravaggio di Michele Placido. Un’impresa indubbiamente coraggiosa perché la fiction su RaiUno del 2008 diretta da Angelo Longoni e interpretata da un ottimo Alessio Boni sembrava aver detto l’ultima parola. Anche in quella serie così come nella versione filmica di Placido, ritroviamo un Caravaggio irrequieto, violento e amante di prostitute, in conflitto con la chiesa post-trentina. Ma il lavoro del 2008 si concentrava in particolar modo su alcuni aspetti delle sue tecniche pittoriche e le influenze con le correnti artistiche del tempo. L’ombra di Caravaggio sembra voler riassumere la vita dell’artista dal suo arrivo a Roma alla sua morte con il pretesto narrativo di un inquisitore che cerca di indagare sul suo passato (qualcosa di molto simile a quanto escogitato da Pupi Avati con il suo Dante: un Boccaccio che nel suo viaggio da Firenze a Ravenna ricostruisce la gloria e l’esilio del sommo poeta). ln realtà il personaggio- Caravaggio non modifica con il tempo il suo carattere (è sempre un incorreggibile gaudente e violento attaccabrighe) ma sono piuttosto le sue opere che prendono vita e le possiamo seguire in questo film, dalla prima intuizione del maestro, dalla preparazione del modello in studio fino alla sua presentazione (spesso controversa) in pubblico. Se è stato comunque necessario raccontare i momenti cruciali della sua vita (l’assassinio di Ranuccio Tomassoni, la protezione di Costanza Colonna, l’incontro con Orazio Gentileschi, sua figlia Artemisia e Giordano Bruno, l’amore con le prostitute Lena e Annina, la sua fuga a Malta), sono le sue opere che parlano per lui e che esprimono la sua visione del mondo. Una visione che, come lui ripete, è rigorosamente ricavata da ciò che è reale ma in realtà le sue opere esprimono la sua stessa, personale, interpretazione del reale. E’ questo il tema dominante del film. Quando viene presentata al Papa e al pubblico La Morte della Vergine (è stato ritratto il corpo di Annuccia, pescata ormai morta dal Tevere) il giudizio del Papa è inesorabile. A parte lo scandalo di una donna morta rappresentata con i piedi nudi e con il ventre gonfio, “non ci sono gli angeli né il cielo; è una madonna terrena, non la beata”: è la sentenza di Paolo V.
Il Caravaggio ha una visione opposta; lui amava dipingere il dolore dell’umanità, i poveri che popolano la notte e le donne che vendono il loro corpo: sono loro, proprio per la loro condizione, a esser più vicini a Nostro Signore perché più bisognosi della sua misericordia. Caravaggio sarebbe quindi appartenuto alla corrente pauperista all’interno della Chiesa Cattolica e la sequenza nella quale incontra San Filippo Neri convaliderebbe questa interpretazione. In realtà il film non si attarda ad approfondire teorie filosofico-religiose ma ci mostra un Caravaggio che partecipa alla vita del popolo romano, fra allegre bevute all’osteria, incontri con prostitute e festini orgiastici della nobiltà locale, in una Roma del ‘600 molto ben ricostruita. Il regista sembra in questo modo volerci dire che il Caravaggio-persona e le sue opere sono la stessa cosa. Non avrebbe potuto realizzare opere ingabbiate in qualche forma stilistica del tempo (come il manierismo) ma lui è tutto sé stesso nelle sue opere e loro sono Caravaggio.
Scamarcio, con la sua capigliatura scomposta, interpreta bene un Caravaggio sanguigno ma anche capace di profonde riflessioni. Al contrario il tema del conflitto Caravaggio – Chiesa, impersonificata quest’ultima nell’inquisitore “ombra” subisce una eccessiva- rozza semplificazione (per fortuna viene anche mostrato che Caravaggio gode di sostenitori anche fra i prelati). Ecco che l’inquisitore esclama: “Nel mondo cristiano è in atto uno scontro titanico fra ordine e disordine, Dio e il caos, ma voi insinuate il dubbio e la Chiesa non vuole che la gente dubiti”. E poi afferma, orgogliosamente: “Voi ragionate come se la Chiesa di Roma non esistesse ma esiste! I nobili ricchi che vi affidano i lavori sono ricchi perché noi lo permettiamo; sono nostre le chiese dove le esponete, sono nostre le storie che raccontate. Decidiamo noi tutto. Rinunciate alla vostra arte”.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Etichetta | Non classificato |
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Paese | ITALIA |
Tematiche (generale) | Arte Storico |
Tipologia | Film |
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