LEI

In una Los Angeles di un futuro non troppo lontano, Theodore sfrutta per il suo lavoro una dote particolare: ha un animo romantico e scrive calde lettere d’amore per conto di chi non sa esprimere i propri sentimenti. Il suo atteggiamento introverso e melanconico si è enfatizzato da quando lui e sua moglie si sono lasciati: vive di ricordi e quando gli viene proposto di provare un nuovo sistema operativo che parlando con voce femminile, sa interagire con il suo cliente e comprendere le sue esigenze, Theodore decide di avviare lunghe conversazioni con Samantha, questa sua nuova e insolita amica/fidanzata…

L’assurdo racconto di un uomo che si innamora di un software con la voce femminile è stata resa con grande intelligenza; manifesto impietoso della prossima futura, ma anche attuale, difficoltà per gli uomini e le donne, di comunicare fra loro 


Valori Educativi



Il film, pur con toni crudi ed espliciti in termini di sessualità, riesce a lanciare un intelligente atto d’accusa contro una società di uomini e donne sole, dove si è persa la capacità di comunicare e convivere

Pubblico

18+

Un linguaggio esplicito di tipo erotico. Una rapida sequenza di foto di nudi. Al film è stato dato in U.S.A. l’attributo di Restricted (VM 17); in Italia è stato considerato per tutti.

Giudizio Artistico



Una eccezionale prova di bravura di Joaquin Phoenix sostenuto da una intensa controparte femminile costituita solo da una voce. Una difficile e innovativa tematica resa credibile dalla bravura del regista

Cast & Crew

Our Review

Theodore (Joaquin Phoenix) sta per per divorziare. Amy (Amy Adams), sua collega di lavoro e suo marito lo vedono melanconico e solo; prendono l’iniziativa di combinargli un incontro con una ragazza loro amica. I due conversano amabilmente al tavolo di un ristorante, la ragazza è allegra e simpatica (Olivia Wilde) e quando escono dal locale viene il momento del primo bacio. Lei lo ferma: non gradisce che usi troppo la lingua; dopo poco lo ferma di nuovo e insiste: deve agire più con le labbra. Questa rapida, arguta sequenza definisce da subito il tipo di rapporto “a freddo” che si sta determinando: la reciproca convenienza a procurarsi un piacevole intrattenimento. Il tema dell’amore desiderato ma incompreso nel suo vero significato percorre tutto il film. Theodore incontra la moglie Catherine a un bar per firmare le carte del divorzio; ancora una volta, nonostante si veda chiaramente che sono ancora uno legato all’altra, lei riprende le antiche dispute, accusando Theodore di aver voluto da lei un tipo di moglie che non sarebbe mai potuta diventare. Anche per loro appare evidente che l’amore di donazione (se c’è stato) ha avuto vita breve: quello di Theodore è stato un amore puramente celebrale, alla ricerca del tipo di donna che potesse corrispondere alle sue fantasie. Anche l’amica Amy alla fine divorzia; non si tratta di tradimento ma della incapacità calare un concetto un po’ astratto e sentimentale di amore nella banalità della vita quotidiana.

Abbiamo volutamente trattato per primi gli aspetti più umani e sentimentali del film ponendo in secondo piano il tema di maggior richiamo della pellicola (il presunto amore fra Theodore  e Samantha, un computer dalla voce di donna) proprio perché un film di fantascienza ben fatto è quello che sa cogliere i movimenti lenti della società del presente per isolarli ed portarli alle estreme conseguenze nel futuro. Questo film ci riesce benissimo: il soggettivismo strisciante presente già oggi, diventa predominante nel futuro: Theodore  lavora solitario davanti a un computer componendo lettere romantiche per persone che non sanno esprimersi, può contare su non più di due amici, colleghi di ufficio, si intrattiene,  nei suoi momenti di svago, con sofisticati giochi in tre dimensioni e quando cala la sera e si trova a letto da solo, non gli resta che collegarsi a una hot line per sentire donne che a pagamento gli dicono frasi eccitanti.

In questo contesto, il trovarsi di fronte a un software sofisticato che deduce il tuo stato d’animo dal tono della voce, ha un timbro suadente di donna, desidera solo intrattenersi con te per distoglierti dal tuo stato di cronica melanconia, rende credibile ciò che accade nel film: la  nascita di una dipendenza affettiva di Theodore nei confronti di Samantha. L’innamoramento e l’intesa fra i due migliora sequenza dopo sequenza ma ha gli stessi difetti dei rapporti fra umani: vivono cercando il momento magico ma effimero dell’intesa perfetta, salvo poi restare delusi quando il tono emotivo, per banali motivi, si raffredda.

Bisogna riconoscere che anche nel 2013 (il film ha vinto l’Oscar 2014 per la migliore sceneggiatura originale) Hollywood ha mostrato la capacità di sfornare film altamente innovativi e di alta professionalità.

Joaquin Phoenix riesce benissimo a reggere i primi piani di un film di due ore e ci rende credibile il suo continuo interloquire con un computer. Non deve neanche essere stato facile trovare la voce giusta per Samantha (Scarlett Johansson nella versione U.S.A., Micaela Ramazzotti in quella Italiana), una voce calda che sa anche esprimere una suadente malinconia per un amore che non si può realizzare. La stessa scenografia, in una futura Los Angeles dai toni pastello, contribuire a dare coerenza al racconto.

Al film è stato dato in U.S.A. l’attributo di Restricted (VM 17) per l’esplicito linguaggio a sfondo sessale; in Italia è stato considerato Per tutti.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Her
Paese USA
Etichetta
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