LA SFIDA DELLE MOGLI – Military Wives

Cosa vivono le famiglie di coloro che partono per le missioni di guerra? E come vivono il dolore coloro che subiscono un lutto a causa della guerra? Queste sono un paio di domande a cui il film prova a dare risposta e lo fa attraverso una prospettiva chiara: quella delle mogli dei soldati. Persone apparentemente anonime ma che vivono il dramma dell’attesa e che, ad ogni telefonata che rompe il silenzio della notte, subiscono tutta l’angoscia di una attesa che sembra non finire mai.

Il film – dal titolo originale Military Wives (del 2019) – è ispirato ad una storia vera che prende anche spunto da quanto raccontato nella quarta stagione di una serie televisiva trasmessa in Itala dal titolo I ragazzi del coro.

Nei titoli di coda del film, mentre si presentano le foto originali di tutti i cori delle varie basi militari britanniche sparse per il mondo, leggiamo: «Questo film è ispirato alle donne che hanno creato il primo coro dei soldati. Dalle loro storie è nata la serie della BBC “The Choire Military Wives” e una canzone che è arrivata in cima alle classifiche del Regno Unito. Oggi più di 2300 donne cantano nei 75 cori di mogli di militari che si esibiscono in tutto il mondo, dal Regno Unito, alle Isole Falkland, a Cipro. Il loro motto è: “più forti insieme”». Toccante vedere la foto di ogni coro con il nome della base in cui è stato costituito e che serve a dare un’idea di quanto sia diffusa per il mondo la presenza di questi luoghi che, se da un lato hanno il compito di tutelare la pace, dall’altro sono la dimostrazione della possibilità di conflitti armati. Per la cronaca, il primo coro di mogli di soldati è stato fondato nel 2010 al Catterick Garrison, una base militare del Nord dell’Inghilterra ed è vero quanto raccontato nel film: sia l’esibizione del coro (in presenza della Regina Elisabetta II) come pure la stesura del testo della canzone tratta dalle lettere inviate dai soldati impegnati in missione alle rispettive mogli.

Il film ha questa originalità che lo distingue dagli altri racconti della vita degli uomini impegnati in guerra: offre la prospettiva, drammatica, di chi resta a casa.

Aiuta a capire, con toni assai drammatici per una coppia, quanto possa essere difficile elaborare il lutto per la perdita di missione del proprio coniuge o – forse ancora peggio – di un proprio figlio. Si tratta di un conflitto silenzioso che però dilania nell’animo di chi resta in attesa a casa e molto difficile da superare se non si è aiutati da chi solo può capire: chi vive lo stesso dramma.

Il film è chiaramente, fin dal titolo, un tributo alle mogli dei militari; celebra il coraggio e la pazienza di queste donne oltre al valore e agli incommensurabili effetti positivi dello stare insieme in un’attesa così snervante.