La donna della mia vita
Alba (Stefania Sandrelli) ha due figli, non dello stesso padre: Giorgio (Alessandro Gassman) è un medico che nonostante sia sposato passa il suo tempo ad accumulare conquiste femminili; Leonardo (Luca Argentero), più sensibile ed introverso, ha recentemente avuto una delusione amorosa ed è arrivato a tentare il suicidio. Ora Leonardo ha conosciuto Sara (Valentina Lodovini) anch' essa reduce da un amore senza speranza con un uomo sposato: si sono piaciuti e Leonardo ha deciso di presentarla alla sua famiglia. Non sa quale sorpresa l'aspetta...
La donna della mia vita Da un soggetto di Cristina Comencini: uomini e donne sono incapaci di rapporti duraturi e ciò che conta è solo assecondare il proprio desiderio, non importa quante volte possa mutare
Valori Educativi
Uomini e donne sono incapaci di rapporti duraturi, ciò che conta è solo una libertà sessuale disimpegnata
Pubblico
DiseducativoUna scena di rapporto sessuale con nudità. Il film è sconsigliato per l’assenza assoluta di valori familiari
Giudizio Artistico
Sceneggiatura svogliata che riesce a far ridere solo in rarissime occasioni. Bravi attori come Alessandro Gassman risultano mal diretti e ridotti a caricature di se stessi
Cast & Crew
Regia
Lucia Lucini
Our Review
"Niente nella vita è come sembra " esordisce la nonna Stefania Sandrelli rivolta a una persona che non vediamo, guardando frontalmente lo spettatore. E' un incipit che vorrebbe predisporre lo spettatore ad accogliere l'eleganza e la levità tipiche di una commedia degli equivoci, ma le attese risultano presto deluse.
La sceneggiatura è modesta, la regia non riesce a dare brio all'ambiguità delle situazioni e quando nel finale, come ogni buona commedia che si rispetti, si raggiunge l'apice con la rivelazione di tutti i segreti familiari e i due fratelli, non riuscendo più a sopportarsi finiscono per picchiarsi, lo spettatore si domanda perché dopo tanta calma si stiano agitando in quel modo.
In effetti il film è disseminato di situazioni incerte e di sentimenti disordinati: Alba è madre di due figli avuti uno dall'attuale marito e l'altro (forse) da un un giornalista televisivo conosciuto in giovinezza e gioca con le date di nascita per far in modo che il marito non sappia esattamente quale dei due è realmente suo figlio: espediente già impiegato dalla più famosa Filumena Marturano.
Anche il marito di Alba non è certo integerrimo: rivendica con orgoglio la sua libertà di avere un'amante e la trova nella segretaria della fabbrica di cui è direttore, ovviamente proponendo, a lei che forse sperava qualcosa di più, una storia senza alcun impegno reciproco.
Con tali genitori, non c'è molto da aspettarsi dai figli: se all'inizio la sceneggiatura sembrava voler contrapporre l'irresponsabile Giorgio al più sensibile Leonardo, dobbiamo ben presto ricrederci: anche di fronte al nuovo amore per Sara, quest'ultimo non se la sente di rinunciare a incontri
occasionali negli spogliatoi della palestra di fitness. Alla fine scopriremo la ragioni della sequenza iniziale: Alba sta parlando con il suo nipotino di pochi mesi, già figlio di genitori separati.
Tutta la storia è appesantita dalla cupa ideologia di Cristina Comencini, autrice del soggetto: la figlia del grande Luigi continua a proporre nei suoi film (basti ricordare Il più bel giorno della mia vita, bianco e nero) come in questo soggetto, la sua visione dell'uomo: un lui e un lei che realizzano pienamente se stessi solo quando possono esprimersi attraverso un amore libero; la responsabilità mortifica, la responsabilità spegne quell'impulso vitale che è dentro di loro, ciò che conta è esseri perennemente protesi verso nuove e più fresche sensazioni.
Anche Gabriele Muccino a cui va il merito di esser stato il primo ad aver denunciato al cinema il fenomeno dei trentenni adolescenti con L'ultimo bacio – 2001, recentemente ci aveva mostrato il ritratto, con Baciami ancora-2009, dei quarantenni pendolari dei sentimenti, incapaci di prendere una decisione definitiva su dove mettere sotto sigillo il proprio cuore. Ma se Muccino mantiene un atteggiamento critico su questo fenomeno e intravede una speranza per il futuro, nel film di Lucini, che segue l'ideologia della Comencini, non c'è nessuna ansia di cambiamento: così è ed è meglio così.
"In fin dei conti così è la vita", sentenzia ancora nonna Alba al suo nipotino. Ma noi non possiamo essere d'accordo.
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Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | La donna della mia vita |
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Paese | Italia |
Etichetta | Non classificato |
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