IO CAPITANO

2023121 min10+   Emigrazione

Seydou, un ragazzo sedicenne del Senegal. abbandona la famiglia per cercare di inseguire i suoi sogni in Europa. La brutale esperienza del viaggio, le sevizie subite, lo porteranno a una forzata maturazione. Un film assolutamente necessario sul fenomeno migratorio ottimamente diretto e interpretato. Su Sky Cinema 1

Seydou ha 16 anni vive a Dakar, nel Senegal. Conduce una vita serena con la mamma vedova e le  sorelle minori.  Ma con suo cugino Moussa ha deciso di migrare in Italia e per questo da sei mesi, invece di andare a scuola, lavorano in un cantiere. Il loro desiderio: venir riconosciute le loro capacità come compositori di canzoni e di avere tanto successo che “anche i bianchi ci chiederanno un autografo”. Seydou prova ad accennare alla mamma le sue intenzioni ma si accorge che la donna ne resta molto allarmata (“tu devi respirare la nostra stessa aria; anche in Europa c’è chi dorme per terra…) e non tocca più l’argomento. Una sera fuggono di nascosto e iniziano il loro lungo viaggio verso la costa libica. Verranno più volte depredati, subiranno torture da parte della mafia libanese, soffriranno la sete nell’attraversare il deserto…


Valori Educativi



Il film ha il grande valore di aprire una finestra sul fenomeno, ancora così poco conosciuto nelle sue cause, della migrazione dall’Africa. In riferimento al caso specifico narrato, su Seydou grava invece un giudizio negativo senza appello, mitigato solo dalla sua giovane età: abbandona la madre vedova e le sue sorelline per seguire il sogno di diventare un cantautore famoso senza che ci siano nella sua vita situazioni di indigenza e di conflitti armati

Pubblico

10+

Alcune scene di violenze nelle carceri libiche possono impressionare i più piccoli

Giudizio Artistico



Matteo Garrone eccelle nella regia, in particolare nel farci seguire il racconto attraverso lo sguardo di un attore emergente. Ottima fotografia, Leone d’Argento alla regia per Matteo Garrone e Premio Mastroianni per il miglior attore esordiente a Seydou Sarr al Festival del Cinema di Venezia 2023

Cast & Crew

Our Review

Questo film era assolutamente necessario. Da anni ci troviamo davanti a un fenomeno di enormi dimensioni che non accenna ad attenuarsi e non esistono studi approfonditi che diano una risposta esauriente a tre domande fondamentali: 1)  perché, nei vari paesi africani e del Medioriente ci sono persone che consumano tutti i loro guadagni per mettesi nelle mani di delinquenti che li avviano verso un viaggio durante il quale il rischio di morire  è estremamente elevato? 2) Come vengono organizzati questi viaggi e quali sono i predoni dei loro soldi (e della loro vita) che incontrano lungo il viaggio? Quali controlli o azioni preventive, da parte dei paesi europei? 3) Come vengono accolti (o non accolti) i migranti nei vari paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo?

Questo film di Matteo Garrone, che si è documentato non solo sui pochi libri esistenti ma interrogando le stesse persone che hanno compiuto il viaggio, cerca di rispondere alle prime due domande e lo fa impostando un racconto rigoroso (siamo sempre informati delle singole tappe del viaggio: Dakar, Agadez-Niger, Sabhar-Libia, Zuara-Libia) e  al contempo  magnifico per i paesaggi di sabbia e di mare che ci presenta. Non si tratta di un documentario ma soprattutto del percorso di formazione di Seydou. Con questo film, è come se si sviluppassero due esperienze in parallelo: la prima è quella di noi stessi, che veniamo a conoscere per la prima volta in grande dettaglio, le atrocità e lo sfruttamento a cui vengono sottoposti questi disperati della speranza; la seconda è quella di un sedicenne che ha teneri sentimenti  nei confronti della madre e delle sorelline ma ha anche una buona dose di incoscienza e che poi, nell’intraprendere il viaggio, scopre che intorno a lui c’è chi muore sul serio e il suo essere un bravo ragazzo si infrange di fronte a  una cruda realtà: non ci si può fermare ad aiutare i più deboli che cadono. Solo nel sogno della notte riesce a tornare al tempo della sua innocenza, ricostruita dal regista con suggestive immagini oniriche. Alla fine cercherà di essere ancora un bravo ragazzo ma in un contesto completamente nuovo: tenere uniti, come “capitano” quel gruppo eterogeneo di disperati per raggiungere tutti insieme la meta. Oltre a una bellissima fotografia, questo film eccelle per la capacità di Garrone di condurre un racconto carico di tensione ma soprattutto per aver saputo dirigere un attore alla sua prima esperienza come Seydou Sarr (premio Mastroianni come miglior attore emergente). È come se tutta la storia si riflettesse sul volto di Seydou (ci sono molti primi piani): dall’atteggiamento scanzonato di un ragazzo che ama sognare, alla presa di coscienza delle prime crude verità, dalla determinazione con cui decide di aiutare ad ogni costo il cugino Moussa ferito, fino al liberatorio grido finale che suggella la soddisfazione per aver guidato l’imbarcazione che sta raggiungendo le coste italiane. Matteo Garrone prende posizione di fronte a questo grandioso e fuori controllo fenomeno migratorio? La risposta è si e no. Sicuramente no perché il regista si preoccupa di raccontare dei fatti che fanno riferimento a realtà obiettive delle quali si è rigorosamente documentato. Ma sono i fatti stessi, per quel caso da lui raccontato, a presupporre un giudizio negativo.  Ovviamente il “caso Seydou” non può essere considerato “tipo” di tutto il fenomeno migratorio ma  il comportamento del ragazzo non è certo da approvare. Seydou vive in una famiglia modesta ma non certo indigente, né si trova in mezzo a situazioni di conflitto armato. La sequenza nella quale suona per il suo cugino durante una festa locale mostra la sua piena, festosa, integrazione con la sua gente ma alla fine preferisce seguire i suoi sogni di cantautore, trascurando i suoi impegni nei confronti di una madre vedova e delle sorelle minori. In una scena, prima della partenza, si vedono Seydou e Moussa che guardano incantati un programma sul cellulare, probabilmente dall’Europa. Si stanno costruendo un’immagine-mito dell’Europa che loro in realtà non conoscono ma anche noi sappiamo ben poco di quello che succede in paesi a noi così vicini.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Paese ITALIA
Tematiche (generale)
Tipologia
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