INDIANA JONES E IL QUADRANTE DEL DESTINO
Il film, quinto capitolo della saga di Indiana Jones, si presenta come un blockbuster ricco d’azione il cui unico obiettivo non è quello di sviluppare una nuova avventura dell’archeologo, quanto quello di omaggiarne le imprese che lo hanno reso così famoso tra il pubblico internazionale. In Sala
Nel 1969, in un periodo turbolento per gli Stati Uniti d’America segnato sia da eventi infausti, come la guerra del Vietnam, che da eventi importanti come la missione dell’Apollo 11, Indiana Jones (Harrison Ford) dovrà sventare il tentativo di alcuni ex nazisti, guidati dal professor Voller (Mads Mikkelsen), di recuperare il meccanismo di Antikytera, meglio noto come il Quadrante del destino, con lo scopo di adoperarlo per la conquista del mondo. Riuscirà il noto archeologo a portare a termine la sua ultima avventura?
Valori Educativi
Accanto alla battaglia contro dei nazisti cattivissimi e senz’anima, si profila, in un frettoloso lieto fine, la conversione di una ragazza che cercava solo diventare una furba ladra di beni archeologici
Pubblico
10+Alcuni combattimenti violenti e molte uccisioni a sangue freddo
Giudizio Artistico
Il film raggiunge l’obiettivo perseguito: risvegliare i numerosi fan di Indiana Jones riproponendone lo spirito d’avventura e realizzando una serie ininterrotta di sequenze di pura azione. Ma lo fa in modo meccanico, perdendo l’alone di mistero sempre presente nei lavori precedenti e lasciando poco spazio per approfondire la metamorfosi del protagonista archeologo, ormai un professore in pensione, alle prese con una scatenata figlioccia
Cast & Crew
Harrison Ford
Phoebe Waller-Bridge
Mads Mikkelsen
Antonio Banderas
Regia
James Mangold
Sceneggiatura
James Mangold
John-Henry Butterworth
David Koepp
Our Review
La saga di Indiana Jones, lanciata nel 1981 da Steven Spielberg con I predatori dell’arca perduta, ha affascinato generazioni e generazioni di spettatori con la storia dell’archeologo-avventuriero più famoso del mondo che in ben quattro film ha sventato le più inusuali minacce alla società umana, tra cui l’immancabile tentativo dei nazisti di impadronirsi del mondo.
A distanza di ben quindici anni dall’uscita del quarto capitolo della serie, James Mangold, regista di Wolverine – L’immortale e Le Mans ’66, dirige il quinto film del franchise con protagonista Harrison Ford: Indiana Jones e il Quadrante del destino.
Il nuovo film della saga possiede determinati pregi e difetti che lo rendono un unicum rispetto ai suoi predecessori. Partendo proprio da ciò che “non funziona”, va detto che la pellicola non possiede una storia concreta; è vero che Indiana Jones deve recuperare l’antico manufatto di Archimede prima che i nazisti lo trovino e lo usino per i loro oscuri scopi, ma in realtà la trama stessa non è ricca di dettagli (se non quelli essenziali), rivelandosi essere più un grande omaggio alle precedenti avventure dell’archeologo (con vari riferimenti espliciti a determinate scene degli altri film con Indiana), e soffermandosi principalmente sull’idea del viaggio da compiere in giro per il mondo e sulle peripezie da affrontare per un bene superiore, piuttosto che su uno sviluppo in sé dei vari personaggi. Tuttavia, una menzione speciale sul protagonista va fatta.
Indiana infatti avverte molto il peso degli anni. Non ci si trova più nei ruggenti anni Quaranta, anni in cui dava la caccia a criminali pericolosi in nome di ideali importanti quali la giustizia e la libertà; adesso, da anziano, ha modo di confrontarsi con la sua giovane figlioccia (figlia di un suo collega) e da svariati confronti con la ragazza, l’uomo comprende come le generazioni e i giovani siano fortemente cambiati, e quegli ideali per cui lui era pronto a dare la vita, adesso sembrano essersi dissolti .
Il protagonista del film di Mangold insomma è un Indiana Jones più riflessivo, maturo, una persona che ha vissuto in tantissimi anni numerose esperienze che lo hanno segnato, nonché fortemente nostalgico, e a proposito di nostalgia, in nome di quest’ultima (e grazie alla comprensione e agli stimoli che gli darà la figlioccia) non esiterà un istante per intraprendere questa nuova e pericolosa impresa che lo attende, cercando così di rivivere i fasti del passato.
Da un punto di vista tecnico ci troviamo davanti ad un blockbuster di qualità; la dinamica regia di Mangold fa sì che la pellicola sia contraddistinta da sequenze d’azione che si susseguono una dietro l’altra, a tratti anche divertenti. La ricostruzione della New York degli anni Sessanta, di Tangeri, nonché le innumerevoli scene girate in località italiane tra le quali Siracusa, Cefalù e Segesta, tutte riportate, con dovizia di dettagli, al 1969 sono un gradevole valore aggiunto al film
Con che spirito dunque vedere questo capitolo della saga di Indiana Jones?
Da un lato si avverte fortemente la mancanza di Spielberg e del suo tocco carico di mistero e di fascino per l’ignoto, dove ogni avventura celava insidie a tratti soprannaturali che solo l’intraprendenza del protagonista era in grado di risolvere. Nel quinto film invece, tutto assume un tratto più concreto, logico, trovandoci innanzi alla scienza e alla pura matematica (complice l’argomento del film).
Dall’altro tuttavia, pur essendo assenti i padri del personaggio (Steven Spielberg e George Lucas) ed eccedendo in numerose scene di violenza spietata (scelta volta a mettere in evidenza quanto i nazisti siano malvagi nel corso del film), Indiana Jones e il Quadrante del destino risulta essere un omaggio sincero al personaggio interpretato da Harrison Ford. Nelle due ore e mezza di durata, i fan più attenti non potranno non cogliere tutti i riferimenti nascosti nelle varie scene come non potranno non cogliere la reverenza che questa pellicola mostra nei confronti del suo protagonista, un personaggio (e un attore) che ha scritto un’importantissima pagina della Storia del cinema.
Autore: Davide Amenta
Details of Movie
Etichetta | Non classificato |
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Paese | USA |
Tipologia | Film |
Titolo Originale | Indiana Jones and the Dial of Destiny |
Maria
Eccellente recensione, aiuta a incuriosire nel caso non si fosse visto il film, oppure a riflettere sulle scelte della regia (per i meno esperti e per coloro che non hanno visto i precedenti film).
Eccellente recensione, aiuta a incuriosire nel caso non si fosse visto il film, oppure a riflettere sulle scelte della regia (per i meno esperti e per coloro che non hanno visto i precedenti film).