IL TRENO PER IL DARJEELING

200791'14+  

Tre fratelli Whitman, che non si parlano dalla morte del padre avvenuta un anno prima, partono per un improbabile viaggio spirituale in India a bordo del treno del titolo. A causa dei loro litigi e delle loro stranezze, però, vengono messi a terra nel bel mezzo del nulla e da lì inizia un’avventura che, passando attraverso un funerale indiano e la visita al monastero himalaiano dove si è rifugiata la loro madre, li porterà a ritrovare il legame che li unisce.

Valori Educativi



Se le sue famiglie sono sempre un po’ strambe e disfunzionali, Wes Anderson sa coniugare una mano leggera con uno sguardo positivo sulla realtà, tenendosi lontano dal nichilismo allegro di altri autor

Pubblico

14+

Una scena di nudo statica. alcune allusioni sessuali

Giudizio Artistico



Di fronte ai film di Anderson si ha l’impressione di trovarsi davanti ad un mondo reale (anzi iper-reale), ma con un asse leggermente spostato, che nasconde misteri e rivelazioni , dove si ride (molto) ma ci si trova anche a piangere

Cast & Crew

Our Review

La nuova avventura del regista americano Wes Anderson presenta ben visibile il marchio di fabbrica delle sue geniali e stralunate opere precedenti (tra cui I Tenenbaum e Le avventure acquatiche di Steve Zizou, recensito in Scegliere un film 2005): la presenza di alcuni attori (Bill Murray, Anjelica Houston e Owen Wilson sono tutti degli habitué dei sui film), l’indimenticabile colonna sonora, la comicità stralunata ma gentile, la mescolanza di commedia e tragedia.

Seguendo, ma solo apparentemente, l’onda di una moda new age e orientale che ha investito negli ultimi anni tutta Hollywood, Anderson mette in scena un viaggio spirituale e iniziatico totalmente atipico, a partire dai suoi protagonisti, tre fratelli diversissimi eppure molto simili, che la morte del padre ha messo diversamente in crisi.

Il maggiore, Francis, maniaco della programmazione e del controllo, è reduce da un terribile incidente (forse un inconscio tentativo di suicidio) e vorrebbe ricomporre a modo suo la famiglia divisa dal lutto; il secondo, Peter, deve affrontare una paternità inaspettata e forse non troppo voluta; il terzo, lo scrittore Jack (che compare anche nel divertente corto che al festival di Venezia precedeva il film), non riesce ad accettare l’abbandono da parte della ex e non riesce ad ammettere l’uso vampiristico che fa della realtà per le sue opere letterarie.

In mano ad altri queste figure finirebbero presto per trasformarsi in macchiette troppo assurde per essere vere e le loro vicende improbabili (che comprendono l’acquisto e lo smarrimento in pieno treno di un cobra velenosissimo) in un gioco intellettualistico. La genialità di Wes Anderson sta tutta nel farceli sentire persone reali, come reali sono le loro sofferenze e il loro bisogno di “redenzione”, confusamente espresso da preghiere e rituali, sinceri sia che si tratti di portare collane di fiori ad idoli indù sconosciuti, di farsi un segno di croce, di partecipare ad un funerale indiano o di stringersi le mani con una madre un po’ estrosa fattasi missionaria in cima all’Himalaya.

Di fronte ai film di Anderson si ha l’impressione di trovarsi davanti ad un mondo reale (anzi iper-reale), ma con un asse leggermente spostato, che nasconde misteri e rivelazioni (anche se non sempre quelle che ci si aspetta), dove si ride (molto) ma ci si trova anche a piangere per le cose giuste. Dove la commozione è autentica perché non nasce da sentimentalismi facili (come lo sono quelli di pellicole superficialmente targate come spirituali), ma da alcuni nuclei tematici autentici ed elementari che l’eterodossia del trattamento stilistico a cui sono sottoposti non rende meno veri.

Se infatti le sue famiglie sono sempre un po’ strambe e disfunzionali,  Wes Anderson sa coniugare una mano leggera con uno sguardo positivo, seppure un po’ sghembo, sulla realtà, tenendosi lontano dal nichilismo allegro di altri autori, e mettendo tanta simpatia per i suoi personaggi che riesce quasi impossibile anche al pubblico non volergli almeno un po’ di bene.

Per sua stessa ammissione Anderson si ispira spesso al suo gruppo di amici, pur con la glossa, continuamente ripetuta da Jack Whitman che “all charachters are fictional”. Forse è proprio l’equilibrio imponderabile tra invenzione e realtà il segreto della felicità creativa di un autore che si trova splendidamente a suo agio nei paesaggi del Rajasthan indiano come sopra e sotto la superficie dell’Oceano e nelle strade di New York.

Autore: Laura Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale Darjeeling Limited
Paese USA
Etichetta
Be the first to review “IL TRENO PER IL DARJEELING”

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

There are no reviews yet.

894_ico