IL MONDO DIETRO DI TE

Passano gli anni, i timori condivisi cambiano, i film distopici si adeguano. Ai tempi della guerra fredda, il timore per l’innesco di un’ecatombe nucleare era vivissimo. Ecco che il film Assalto alla terra (1954) ipotizzava che le radiazioni nucleari avrebbero generato mostruosi insetti; in A prova di errore (1964) un presidente degli Stati Uniti non riesce controllare gli effetti di un errore di comando che ha causato la distruzione di Mosca; lo stesso tema della precarietà del controllo viene ripreso in Il dr. Stranamore (1964) ma in chiave grottesca; in The day after (1983) assistiamo inorriditi alle devastazioni causate da una guerra nucleare.

Cosa dobbiamo temere oggi? O meglio a cosa dobbiamo prestare attenzione per non trovarci impreparati?  Cosa sta sfuggendo, lentamente ma inesorabilmente, al nostro controllo? Ai tempi della bomba atomica il pericolo era evidente e bisognava evitare che sfuggisse al controllo dei potenti e se in The Creator (2023) la minaccia numero uno è ora l’Intelligenza Artificiale,  In questo Il mondo dietro di te il pericolo è dentro ognuno di noi non solo perché il nostro libero arbitrio è ormai ingabbiato in mille dipendenze ma perché il nostro animo, a giudizio dell’autore, ha perso la risorsa chiave della collaborazione.

La storia raccontata è una storia minima: una famiglia che si concede un weekend al mare, un padre e una figlia che chiedono asilo nella stessa casa. E’ intorno ai loro rapporti che si sviluppa il film e sul loro reagire ai misteriosi fenomeni che li destabilizzano.  Sono loro che si trovano come pesci fuor d’acqua con cellulari e telefoni fuori uso, senza la televisione, senza localizzatori GPS funzionanti. In queste condizioni Clay, che è uscito per cercare soccorso, si perde per strada mentre Amanda  assiste impotente a decine di auto teleguidate che vanno a schiantarsi una contro l’altra; G.H. assiste alla caduta di un aereo di linea; Archie sta perdendo i denti dopo che è stato investito da un suono ad altissima frequenza; Ruth si ritrova accerchiata da una mandria di cervi; Rose deve affrontare gli effetti di una dipendenza molto particolare: non poter vedere l’ultimo episodio della decima stagione di Friends.

Il regista indaga sul comportamento di queste sei persone, le analizza nel loro destabilizzarsi e nel loro relazionarsi. I dialoghi fra loro costituiscono l’aspetto più compiuto del film. La coppia Clay-Amanda porta avanti la loro relazione priva ormai di slanci e di affetti: Amanda sospetta di G.H.: teme che stiano mentendo. Sul fronte opposto Rose non si fida dei Sanford. Ognuno, in questa situazione di pericolo imminente ma ancora misterioso, si preoccupa del proprio tornaconto. E’ anche l’amara constatazione di Amanda: “il mondo è tutta una bugia: per aiutarci a continuare a ignorare quanto siamo orribili. In realtà è un’Illusione di massa che abbiamo accettato per aiutarci a continuare a ignorare quanto siamo orribili, in realtà”.

Solo G.H. è una spanna sopra gli altri perché cerca di fare, come ripete spesso, “ciò che è giusto”. Il film non cerca di concludere ma vuole soprattutto avvertire: non solo sulla nostra eccessiva dipendenza dalla tecnologia ma sul non dimenticarci mai che il pericolo maggiore non viene dal di fuori ma dal nostro porci uno contro l’altro.

Una curiosità: Lo stesso Elon Musk ha avuto da ridire sulla sequenza delle auto elettriche che corrono impazzite: ha scritto su X/Twitter: “Tesla può ricaricarsi dai pannelli solari anche se il mondo diventa come quello di Mad Max e non c’è più benzina!”