IL CAIMANO

Bruno Bonomo (Silvio Orlando) è un produttore cinematografico che aveva avuto un momento di successo negli anni '70  con film di serie B interpretati da Paola, ora sua moglie. Ridotto ora ad affittare il suo studio di posa alle televendite, pressato dai creditori, vistosi respinto dalla Rai un  progetto di film su Cristoforo Colombo (assegnato ad Aurelio  De Laurentiis), guarda con interesse ma anche con imbarazzo alla proposta di una giovane autrice (Jasmine Trinca) che vorrebbe fare un film  sull'ascesa  di Berlusconi e sulle sue vicissitudini giudiziarie.  Nel frattempo Bruno, che ama teneramente i suoi due figli di 7 e di 9 anni, non sa come dire loro  che lui e la loro mamma  si stanno separando....<!--

Valori Educativi



Grande attenzione per gli affetti familiari. Atteggiamento critico nei confronti delle separazioni e delle coppie omosessuali con prole generata per inseminazione

Pubblico

14+

Una dolorosa storia di separazione coniugale che colpisce due bambini di 7 e 9 anni può impressionare i più piccoli

Giudizio Artistico



Ottima direzione degli attori e senso cinematografico del regista. La storia inserisce troppe sottotrame e perde la coerenza del messaggio

Cast & Crew

Our Review

Ne Il caimano si sviluppano tre storie, labilmente intrecciate fra loro.

C'è la vita privata di Bruno, che è la parte più bella:  Nanni Moretti, da quando è diventato padre,  sa trattare questo tema con grande partecipazione e sensibilità. Se in Aprile (1998) ci aveva trasmesso  la trepidazione per l'attesa per la nascita del primo figlio, ne La stanza del figlio (2001) ci siamo trovati davanti a un padre pressoché perfetto, che passa molte ore con i figli, interessato a dialogare con loro e ad aiutarli a crescere. Anche ora, ne Il caimano, molto scene ci mostrano il padre-Bruno  che  racconta storie terribili e affascinanti finché i figli non si addormentano,  si mette ginocchioni a cercare con loro un'introvabile  pezzo di Lego  e monta una tenda a igloo nella loro stanza nascondendosi con loro dentro, finché il tutto non crolla fra il divertimento generale. Quella stessa affettuosità si muta in ansia straziante quando bisogna farsi coraggio per dir loro che papà e mamma si stanno per lasciare: il regista non sorvola  ma ci mostra quei due bambini nella fragilità di chi ha visto improvvisamente spezzate le proprie sicurezze.  Quando infine Bruno viene invitato a passare un week-end nella casa di campagna della famiglia della giovane regista e scopre che questa ha avuto un figlio "inseminato" in Olanda  ed é convivente con un'altra donna, lui non nasconde un gesto di raccapriccio  e Moretti non perde l'occasione per ridicolizzare le due madri che si contendono le cure del bambino.  C'è poi il dolore adulto della separazione fra Bruno e Paola, sopratutto da  parte di Bruno che si rifiuta di considerare finito il loro amore : cerca ciò che è ancora legato ai loro ricordi  e lo  distrugge (in questo caso un golf azzurro) per ridestare  nell'altra ancora qualche brandello di affetto; infine la capitolazione, l'ipocrisia formale, una volta firmate le carte della separazione: ora i veri sentimenti sono stati chiusi in cassaforte e si ostenta cortese amicizia. Niente che non sia stato già raccontato, ma Moretti lo racconta molto bene.

La seconda storia riguarda la preparazione di un film e la rappresentazione del mondo del cinema: una rappresentazione già vista altre volte, tutta giocata sull'ansia di trovare i soldi per avviare il film, sulla volatilità degli accordi, su registi e attori opportunisti che profondono in segni di amicizia ma poi sono pronti a passare a un progetto più sicuro. Nelle riprese del film nel film  Nanni non nasconde i suoi riferimenti felliniani: la scena  di una troupe caotica intenta a girare sul litorale romano ricorda troppo Lo sceicco bianco (1952); quando Bruno vede passare in autostrada l'enorme mole di una nave ci troviamo dalle parti di Amarcord (1973) e  il muro dello studio di posa che viene improvvisamente scosso dai colpi di una ruspa ci riporta aRoma (1971) .

C'è infine il Nanni Moretti impegnato politicamente. La giovane regista (Jasamine Trinca), nel cercar di dimostrare la necessità di fare un film di impegno civile contro Berlusconi, cita Il caso Mattei (1972) di Francesco Rosi e Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) di Elio Petri. Si tratta di riferimenti molto audaci: questi mostri di tensione, di capacità di graffiare e di scavare con serietà nelle debolezze italiane non possono  venir posti a confronto con il Caimano. Solo Il portaborse (1991),  fra i lavori di Moretti  si può avvicinare per mordacità (all'epoca gli obiettivi dei suoi strali erano i ministri De Michelis e Martelli). La polemica anti-Berlusconiana è in un certo senso datata, perché riproduce le obiezioni che erano state poste al momento della scelta elettorale (il modo dubbio con cui ha trovato i soldi per la sua scalata da imprenditore, la conquista del monopolio televisivo, i suoi attacchi alla magistratura per difendersi dai processi a lui intentati, allusioni a una possibile collusione con la mafia). Ma ora,  arrivati al compimento di un'intera legislatura, sarebbe stato molto più stimolante fare una analisi critica a consuntivo. Sempre il personaggio Jasmine Trinca afferma con veemenza: "gli ultimi trent'anni sono stati berlusconiani". Osservazione molto giusta ma dove sta l'analisi di come l'Italia e gli italiani sono cambiati in questi anni, di cosa pensa la gente?  . Nulla di tutto questo ci è stato rappresentato: tutto il film è focalizzato sulla ingombrante personalità di Berlusconi ed è come se dietro di lui non ci fosse niente, compresa l'opposizione. Il produttore polacco che sta per finanziare il nuovo film di Bruno parla di "Italietta" che "ha toccato il fondo" e  che sta  fra il "tragico e l'operistico", ma queste percezioni andavano rese per immagini, non fatte pronunciare da uno straniero saccente. 

l deterioramento dei rapporti familiari, gli opportunisti che allignano nel mondo del cinema (del resto sempre presenti), la ragazza arrabbiata perché non ha potuto farsi inseminare in Italia,  sono sintomi di degrado della nostra epoca nel giudizio molto pessimista del Nanni, ma le connessioni con l'era berlusconiana non sono cinematograficamente dimostrate.

Moretti è sempre molto bravo nel dirigere gli attori ed ha creato immagini molto suggestive  (con un grosso debito, in questo caso, verso Fellini), ma la sceneggiatura si affolla di sottotrame e perde la sua coerenza complessiva.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale IL CAIMANO
Paese Italia
Etichetta
Be the first to review “IL CAIMANO”

Your email address will not be published. Required fields are marked *

There are no reviews yet.

caimanotrincaorlando