DOMENICA

Uno spettatore italiano di cultura cattolica non può non rimanere sconcertato nella prima parte del film, alla descrizione dettagliata della vita di queste comunità protestanti americane. La messa domenicale consiste nel sermone di un pastore con ottime doti oratorie, che interagisce continuamente con il pubblico invitandolo a ripetere con lui le frasi più incisive e il tutto finisce in musica con un canto collettivo in stile spiritual. Anche il linguaggio è specifico per queste comunità carismatiche. Non è insolito che qualcuno dica: “il Signore mi ha parlato” e che si proclami con certezza che una certa persona conosciuta come peccatrice, sia andata all’inferno. Al di là del contesto, per noi insolito, resta l’evidenza di una comunità affiatata che si sente unita e che si prodiga per l’aiuto reciproco. Il film racconta la crisi di coscienza di un uomo, un vescovo, che è saldamente convinto del potere della misericordia di Dio. Affronta da solo tematiche sicuramente non nuove per chi è cattolico, molto attuali ai tempi del Concilio Vaticano II, quando si rifletteva su il “battesimo di desiderio” e qualche teologo ipotizzava un “inferno vuoto”. Ma Cartlon  è un  vescovo protestante e  nel suo contesto, ogni fedele legge e interpreta la Bibbia secondo la propria coscienza. Al baricentro del film c’è un vivace dibattito fra il responsabile della sua congregazione e Carlton. Il primo si appella alla lettera ai Romani 10,9 per sostenere che viene salvato solo chi professa la fede in Cristo mentre Carlton difende la sua tesi citando la prima lettera di san Giovanni 2,1 per ribadire che Gesù è già stato vittima di espiazione per i nostri peccati.

Carlton vive con sofferenza questa sua convinzione perché sa che ciò avrà come conseguenza l’allontanamento dalla congregazione a cui appartiene e dai suoi amici più cari. Ma anche i suoi amici sono dispiaciuti per quanto sta accadendo. In mancanza di un riferimento autorevole sopra di loro, la disputa dottrinale non può essere risolta. Il film non concede pace introducendo un altro tema problematico che scaturisce dalla presenza, nella comunità, di un fedele con inclinazioni omosessuali. Questo giovane, un batterista amico di Carlton, sincero credente, vive in un grave stato di angoscia per la certezza di meritare l’inferno. Sarà solo Carlton, con la sua nuova visione sulla fede cristiana, che potrà  consolarlo  sostenendo che anche lui potrà incontrare Dio nella nuova vita che ci attende.

Il film è ben diretto e recitato e anche se il contesto in cui si svolge il racconto può sembrare limitante, ha in realtà il coraggio di affrontare temi di rilevanza universale. Ancora una volta dobbiamo lamentarci del fatto che tematiche di fede compaiono solo in film di origine U.S.A. mentre in Europa non valgono l’investimento di un film