COME TI DIVENTO BELLA

2018110 min14+  

Reneè e una donna giovane ed esuberante che lavora in uno scantinato di Manhattan per il sito Internet di una famosa azienda di cosmetici. E’ affascinata da questo mondo glamour affollato da donne bellissime ma ha un grosso problema: ha qualche chilo di troppo e ogni impegno in palesta sembra non produrre risultati. Renèe sogna l’impossibile: trasformarsi in una ragazza da copertina di quelle riviste che lei sfoglia ogni giorno. Alla fine qualcosa accade: dopo essersi ripresa da una caduta, le sembra di avere il look tanto desiderato e si presenta, piena di speranze, alla sede centrale della sua ditta, per candidarsi come receptionist...

Cosa succede se dopo anni vissuti con il complesso della propria taglia, una ragazza crede di aver acquisito il corpo di una modella? Un favola edificante con un finale prevedibile

 


Valori Educativi



Il film denuncia il condizionamento che molte ragazze subiscono da una pubblicità che impone corpi perfetti ma non è in grado di graffiare più di tanto e risponde con un generico credere in se stessi

Pubblico

14+

Qualche nudità parziale

Giudizio Artistico



La sceneggiatura si muove fin dall’inizio verso un finale prevedibile, brava Amy Schumer ma il suo protagonismo eccessivo va a discapito degli altri personaggi

Cast & Crew

Our Review

Di film che narrano di ragazze incerte e complessate perché sovrappeso ne sono stati fatti tanti, primo fra tutti l’ormai classico Il diario di Bridget Jones del 2001; ugualmente esplorato è stato il mondo del glamour (indimenticabile Il diavolo veste Prada del 2006). Questo Come ti divento bella si pone a cavallo fra le due situazioni: la favola edificante con tanto di magia (o meglio di botta in testa) di una ragazza esuberante ma con taglia large che crede, dopo esser  caduta da una cyclette, di esser diventata snella e inizia ad affrontare la vita con grande entusiasmo, fino a intrecciare finalmente una relazione sentimentale e a dare il suo contributo originale di idee per l’azienda di cosmetici per cui lavora, per poi  accorgersi che i suoi successi sono indipendenti dal suo aspetto fisico.

Il film sembra, a prima vista, trasmettere un messaggio positivo: un atto di accusa contro l’ondata di stereotipi sessisti, costruiti attraverso immagini perfette di supermodelle, che diventano il riferimento irrinunciabile per indossare un abito, per il trucco o per frequentare corsi di fitness.  Un’analisi più accurata mostra come il messaggio trasmesso sia un po’ diverso: Renèe è totalmente affascinata dal mondo della moda e non desidera altro che farne parte, anche come semplice receptionist. Appena crede di esser diventata snella, il suo pensiero non va solo alle maggiori opportunità di cui ora dispone perché un ragazzo possa essere interessato a lei, ma ostenta una sicurezza da modella di Victoria’s Secret ed è desiderosa di impiegare il suo corpo a suo piacimento: partecipare a un bikini contest di un club per soli uomini o affacciarsi nuda dalla finestra. Anche il finale, che non riveliamo, va nella direzione di una ragazza che non si accorge delle false seduzioni che il mondo del fascion crea, ma anzi ne diventa attiva collaboratrice.

Siamo lontani dalla sofisticata costruzione realizzata da Il Diavolo veste Prada. Anche in quel film Miranda, la direttrice dell’atelier di moda, diceva che “tutti vorrebbero essere come noi” ma poi si sviluppa una doppia conversione della protagonista Andy e della stessa Miranda, che prendono coscienza del come il mondo della moda, sia un ambiente quasi spietato, dove si viene interpellati in coscienza ad accettare o a scartare certi comportamenti  eticamente scorretti.

Un altro aspetto debole del film è il protagonismo eccessivo della pur simpatica e divertente Amy Schumer, che finisce per limitare gli altri protagonisti a pallide e fugaci apparizioni.

Primo fra tutti Ethan (Rory Scovel), il ragazzo che più che innamorarsi di Renèe, sembra risucchiato in una relazione dall’esuberanza di lei. Altre due donne, Mallory (l’indossatrice Emily Ratajkowski; Naomi Campbell fa solo una breve apparizione) e Avery (Michelle Williams) sembrano inserite con l’esclusivo obiettivo  di dimostrare che anche donne molte belle hanno i loro momenti infelici e le loro insicurezze da superare.

Complessivamente il film risulta divertente e godibile nel suo prevedibile sviluppo ma non possiamo concludere che trasmetta messaggi particolarmente profondi.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale I feel Pretty
Paese Cina USA
Etichetta
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