BABY BOSS 2 -AFFARI DI FAMIGLIA

2021107 minTutti   Amore e FamigliaAmore per i figli

Il seguito di Baby boss (del 2017), film di animazione che racconta le avventure di una famiglia all’arrivo di un nuovo figlio, con poteri speciali. Disponibile su Amazon Prime e Google Play.

Tim, dopo trent’anni dalla nascita del fratellino Ted (oramai affermato uomo di affari) vive con la moglie Carol e le due piccole Tabitha (8 anni) e la neonata Tina. È considerato un “padre casalingo” perché si dedica a tempo pieno alla sua famiglia. Suo fratello Ted, invece, che un tempo era il piccolo boss, adesso non ha mai tempo per stare con la sua famiglia e crede di poter sostituire la sua presenza con ricchissimi regali. Tim soffre della lontananza da Ted e si rende conto che, piano piano, anche sua figlia Tabitha sta prendendo le distanze da lui a causa dei troppi impegni scolastici. Una sera, però, sente dei rumori provenienti dalla stanza della piccola Tina e scopre che lei è una Baby boss, proprio come lo era stato lo zio Ted. Tina ha il compito di riportare lo zio Ted in casa per una missione che è molto più importante di quello che inizialmente appare ai due fratelli…


Valori Educativi



Il film mostra l’importanza dell’uso del tempo per garantire l’unità familiare tra fratelli e genitori e figli. Fa riflettere sulla necessità che l’educazione scolastica debba essere seguita dai genitori. Gli smartphone aiutano a rimbambirsi se usati senza un maturo esercizio critico.

Pubblico

Tutti

Consigliato per una serata in famiglia per il messaggio positivo trasmesso

Giudizio Artistico



Film di animazione, vivace e ricco di colpi di scena. Tiene legati allo schermo per la vivacità della storia e dei piccoli protagonisti.

Cast & Crew

Regia

Sceneggiatura

Our Review

Ebbene, lo confesso: in più di una scena mi sono ritrovato a ridere! E alla fine anche un pochino commosso. E non penso dipenda solo da fatto che stia invecchiando. Il film è simpatico, vivace, con un messaggio antico e sempre nuovo, attuale e profondo. Parla del rapporto tra fratelli, del rapporto fra padre e figlia, dell’importanza dell’educazione, di come i genitori debbano vigilare sui programmi formativi scolastici dei propri figli e, dulcis in fundo, di come l’utilizzo dei moderni smartphone rimbambisca per la loro eccessiva invadenza. Strano che elementi così importanti siano trattati in un film di animazione ma, come si dice, a volte per trattare di cose serie, bisogna saperci scherzare.

I più piccoli – sono certo – si divertiranno a vedere il film mentre ai più grandi sarà messa qualche pulce nell’orecchio per riflettere su argomenti di grande e attuale importanza.

Centrale, nel film, è l’utilizzo del tempo da trascorrere con le persone che si amano. Non sono poche le espressioni di buon senso disseminate lungo il film che richiamano all’importanza dei rapporti familiari e di come il tempo rischi di logorarle. Lo slogan centrale del film potrebbe essere: «L’infanzia non dura per sempre, ma la famiglia sì». E se è vero che non si può essere sempre bambini, oppure, detto da un altro punto di vista (quello dei più piccoli) che è necessario esserlo a tempo opportuno, non basterà mai, nella vita di alcuno, avere la capacità di trattenere per sé qualche aspetto dell’esser piccoli, dell’esser figli (pensiamo, tanto per darne credito, a Chi, sapendola lunga, affermò che l’esser bambini è conditio sine qua non per guadagnarsi il paradiso).

La famiglia protagonista (tradizionale, rarità per questi tempi) è formata da un papà, una mamma, due sorelline, i nonni e uno zio. È una famiglia allegra, impegnata, capace di accogliere e di trascorrere del tempo assieme: basta questo per dire che il film è “scorretto politicamente”. Ai nostalgici del sistema patriarcale farà arricciare il naso sapere che il papà si dedichi a tempo pieno alla famiglia (e alla casa) mentre la moglie lavora. Ma la figura maschile dell’uomo di casa non sembra per niente appannata dal non andare a lavorare. Si merita (e se lo merita tutto) il titolo di padre migliore del mondo: lo dimostrerà lungo il film mettendo in opera quegli elementi di virilità, coraggio e abnegazione che distinguono un vero padre da un semplice manichino che recita una parte. Ed è bello anche sentirgli dire che «Fare il padre è il lavoro più fico del mondo».

Il film è anche una denuncia dell’educazione scolastica che tende a guardare ai ragazzi come recipienti da riempire di nozioni, alimentando quella naturale propensione all’imporsi sull’altro, invece che considerare l’educazione (nel senso originale dell’espressione) come il trarre fuori il meglio dai ragazzi e insegnar loro a collaborare e non a sovrastare, sempre e comunque, chi sta accanto. La stessa scuola ha un motto che, tutto sommato, non possiamo accettare senza un rilievo critico: «Ogni concorrenza sia sana concorrenza». Forse, più che il motto di una istituzione formativa, si addice ad una azienda che mira a far profitti. E i ragazzi, oggi, mancano della capacità del sapere, nel senso di cogliere il sapore delle nozioni ricevute a scuola.

Altra chicca: «Si è bambini una sola volta: una volta cresciuti non si torna più indietro». Ce ne dimentichiamo con troppa facilità, noi adulti. Lo dimentichiamo perché abbiamo troppa fretta di far crescere i nostri bambini, scordando che il tempo è prezioso solo se vissuto. Diversamente è subito. A tal riguardo mi veniva in mente quanto diceva un capo tribù del Madagascar quando qualcuno gli fece notare che, lì, vicino alle coste dell’Africa, il tempo scorreva con maggiore lentezza: «Voi europei avete gli orologi. Noi abbiamo il tempo». È il tempo dedicato a chi si ama ad avere il sapore dell’eternità, come si capisce dal film

Se il mondo fosse governato dai bambini, forse, sarebbe migliore, qualcuno potrebbe concludere (cosa che cerca di fare il piccolo dittatore a capo della scuola). A noi sembra più corretto, invece, dire e far notare, che il mondo sarebbe un mondo migliore se tutti potessero avere una famiglia dove poter crescere, formarsi e, dopo tanti anni, continuare a sentirsi, seppur padri, ancora figli e fratelli di qualcuno.

Il film mostra come le differenze generazionali sono una ricchezza grande per tutti e che una famiglia è serena se è capace di mettere al centro ognuno dei suoi membri senza, però, ridurli ad assoluti, ma sempre e comunque come parte di un unico gruppo che realizza la stessa sinfonia della vita. Aiuta a capire che è importante sostenersi, sapere dire “scusa” e non recriminare qualora l’altro sbagli. Fa comprendere che in famiglia tutti sì, si aspettano qualcosa, ma quanto ognuno è capace di dare, senza preoccuparsi di essere i migliori in assoluto. E, infine, fa comprendere come il dire di sì alle novità buone che la vita ci mette davanti sono sempre un’opportunità per evitare il ripiegarsi su se stessi perdendosi nel mondo del proprio egoismo.

@ Enzo Vitale 23/5/2023

Autore: Enzo Vitale

Details of Movie

Etichetta
Paese  USA
Tematiche (generale)
Tematiche-dettaglio
Tipologia
Titolo Originale The Boss Baby 2: Family Business
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Users Reviews

  1. Piera

    Quando un film riesce a comunicare valori importanti come quello della famiglia, non si può che apprezzare e consigliarlo.

    10,0 rating

    Quando un film riesce a comunicare valori importanti come quello della famiglia, non si può che apprezzare e consigliarlo.

  2. Giovanni

    Chiara e lineare la recensione, descrive perfettamente ed incuriosisce il lettore. Grazie all’autore

    10,0 rating

    Chiara e lineare la recensione, descrive perfettamente ed incuriosisce il lettore. Grazie all’autore