MONA LISA SMILE
Nell'autunno del 1953 la giovane insegnante di arte Katherine Watson lascia la California ed il suo fidanzato per il New England, assunta al prestigioso Wellesley College, dove vengono educate le figlie delle più ricche famiglie dell'East Coast. Vi arriva piena di entusiasmo, desiderosa di insegnare un'arte non ricavata dai libri ma dalle emozioni che scaturiscono da una presa diretta con i capolavori. Vuole anche esser paladina di una figura di donna che cerca di realizzarsi nel lavoro professionale , oltre che essere moglie e madre. Katherine capisce subito che entrambe le battaglie risulteranno molto difficili, a meno che lei riesca ad attirarsi la simpatia di qualche studentessa o di qualche collega....
Valori Educativi
Una società d’elite, formalmente perbenista, non riesce a trasmettere valori alle nuove generazioni
Pubblico
14+Per conversazioni esplicite a sfondo sessuale
Giudizio Artistico
Perfetta la ricostruzione degli anni ’50 . Ottima la recitazione. Non convince lo sviluppo della storia
Cast & Crew
Regia
Mike Newell
Our Review
Appena le campane della chiesa del College iniziano a suonare per la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, uno stormo di uccelli si libra in volo, disperdendosi nell’enorme parco della tenuta. E’ una scena pressoché identica a quella che appare ne “l’attimo fuggente” del 1989 , dal quale avevamo già appreso che i college della costa dell’Est sono costituiti da magnifici parchi, complessi scolastici in stile gotico, ottime attrezzature sportive e comodi dormitori rigorosamente monosex. Le somiglianze con il film di Peter Weir finiscono qui, perché se Robin Williams (professor Keating) aveva buone opportunità per influire sugli animi di ragazzi ancora acerbi e facili agli entusiasmi, Julia Roberts (Katherine) si trova a fronteggiare donne già formate. Ci si sposa presto nel 1953 e non è raro che alcune studentesse stiano finendo l’ultimo anno del College come mogli o addirittura come madri. Fa impressione sentir conversare queste ragazze che mentre preparano assieme la lezione per il giorno dopo, confidano alle altre le loro angosce per il marito che le tradisce, per il fidanzato che non si è ancora dichiarato oppure, per alcune, per l’amante che debbono riconquistare. E’ il 1953, la guerra di Corea è appena finita, l’America è pervasa dall’entusiasmo per una crescita economica che appare senza limiti , per una economia di consumo che promette benessere a tutti, ben rappresentata nel film dall’orgoglio delle ragazze-mogli per le prime lavastoviglie e da una pubblicità che ha come riferimento famiglie solide e con tanti figli, dove le donne sono le regine della cucina. In questa società i ruoli dell’uomo e della donna sono ben tracciati: le ragazze ricche possono permettersi di non lavorare e di dedicarsi interamente a favorire la carriera del proprio marito coltivando le relazioni sociali. Vediamo che una delle esercitazioni chiave a cui partecipano le ragazze è il seguente: “come preparare la tavola ed un pranzo elegante quando è stato invitato a cena il capoufficio che deciderà la promozione di vostro marito? “.
In questo contesto la progressista Katherine cerca di portare il vento indipendente dell’Ovest ma, se in termini di intraprendenza sessuale le sue allieve non sembrano aver bisogno di apprendere niente da nessuno, la nuova insegnante di storia dell’arte ha il suo daffare per stimolare in loro l’orgoglio di riuscire a prendere una laurea e diventare delle brave professioniste, senza rinunciare ad essere anche delle mogli. Le capacità persuasive di Katherine non sono la parte più convincente del film, anche perché lei mostra di avere le armi spuntate non riuscendo ad essere, con il suo esempio, una conferma delle sue teorie: abbandonato il fidanzato californiano, concessasi una passeggera avventura scolastica, pagherà il suo impegno di libera suffragetta con la solitudine. Se alla fine troverà in alcune ragazze una certa simpatia e comprensione, ciò sarà dovuto più alla riconoscenza per essersi interessata a loro che per aver inciso realmente nei loro destini.
I “cattivi” del film sono troppo schematicamente cattivi per essere degli avversari validi: una madre, di fronte a sua figlia angosciata per il marito che la tradisce, non ha altro da proporgli che salvaguardare le apparenze, tradendo una visione formale e non sostanziale dei valori familiari della classe a cui appartiene. La direttrice dell’istituto vuole vedere ed approvare preventivamente il programma didattico dell’insegnate di storia dell’arte, spaventata per la troppa arte astratta ed i lavori contemporanei che vengono presentati.
La ricostruzione degli anni cinquanta nei vestiti, nelle acconciature, nelle ambientazioni, nelle riviste che vengono lette, nella pubblicità è davvero eccezionale ed il film va a fare buona compagnia a “Lontano dal paradiso” (2002) di Todd Haynes: Douglas Sirk ne sarà contento. Avendo così ben costruito il bersaglio da colpire, la storia finisce per avere le cartucce bagnate e perde lo slancio iniziale in rivoli secondari. Paradossalmente, il fatto che Julia Roberts abbia rinunciato a fare la protagonista assoluta del film a vantaggio delle altre giovani interpreti, fa distogliere l’attenzione dal tema principale e non resta quindi che apprezzare il film per la buona ricostruzione di un’epoca dove la società cercava ancora di promuovere i suoi modelli comportamentali attraverso la formazione scolastica.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Mona Lisa Smile |
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Paese | USA |
Etichetta | Non classificato |
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