IL MIO VICINO TOTORO
Satsuke e sua sorella Mei si trasferiscono in una casa di campagna, insieme al padre, per stare vicino alla madre ricoverata in ospedale. Le due ragazze scoprono che la foresta intorno alla loro abitazione è abitata da creature magiche tra cui lo spirito buono della foresta Totoro. Questi non è solo il guardiano della foresta ma si prende cura delle due bambine quando si trovano in pericolo…
Ritorna al cinema in versione rimasterizzata questo capolavoro del 1988 del maestro Hayao Miyazaki. Un racconto che, attraverso la figura di Totoro, guardiano della foresta, rende omaggio alla vita silente della natura.
Studio Ghibli
TOKUMA JAPAN COMMUNICATIONS CO. LTD.
WALT DISNEY ANIMATION
Valori Educativi
Il film invita al rispetto della natura e narra con semplicità e realismo il rapporto delle due sorelle con i loro genitori
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
La poesia dei disegni si fonde perfettamente con il messaggio di amore per la natura e la vita semplice della campagna che vuole esprimere il racconto
Cast & Crew
Produzione
Studio Ghibli
TOKUMA JAPAN COMMUNICATIONS CO. LTD.
WALT DISNEY ANIMATION
Regia
Hayao Miyazaki
Sceneggiatura
Hayao Miyazaki
Our Review
La storia è incredibilmente semplice: due bambine, Satsuke di 11 anni e Mei di 4, con il loro padre, traslocano in una vecchia casa di campagna per poter stare vicino alla mamma, che è ricoverata in una clinica poco distante.
Le bambine aprono con cautela le singole stanze, temendo di imbattersi in chissà quali spiriti (e in effetti ci sono dei piccoli e neri folletti, che amano insediarsi in tutto ciò che è stato abbandonato) ed esplorano, piene di curiosità, il bosco circostante, impressionate dalla presenza di un possente quanto misteriso albero di canfora.
I vicini, intenti al lavoro nei campi, sono accoglienti e gentili (tranne il piccolo ragazzo Kanta, che ha poca confidenza con le femmine).
Eppure, nonostante la banalità della storia, il film cattura lo spettatore fin dall'inizio, immagine per immagine. Non si tratta solo per la bellezza dei disegni, che è comunque notevole, ma per il tipo particolare di narrazione adottata da Miyazaki, che è sopratutto contemplativa, capace di evocare sentimenti profondi in ogni imagine.
Il verde della natura appena smosso dal vento, la vecchia casa di campagna, piena di rimandi a una vita contadina, essenziale e austera, la cortese bonomia dei vicini abituata a scandire il tempo con il lento alternarsi delle stagioni; la pioggia, ostile agli esseri umani ma fonte rigogliosa per la vita silente del bosco: non si tratta solo di graziosi quadri realizzati da un artista sensibile, ma espressione di una precisa filosofia di vita. Non si può non ricordare Viaggio a Tokio (1953), il film di un altro grande maestro giapponese, Yasujiro Ozu, dove il contrasto fra la saggezza millenaria degli abitanti dei villaggi e la vita frettolosa e superficiale della Tokio del dopoguerra era particolarmente evidente.
Il film è anche popolato da strani animaletti somiglianti a dei conigli e dal pacifico Totoro, il guardiano della foresta. Non sono stati inseriti solo per allietare la fantasia dei piccoli spettatori ma queste figure diventano, nel film, quasi espressione di una forma di religione della natura.
Particolarmente significativo è il momento in cui il padre invita le figlie, a inchinarsi davanti all' enorme albero di canfora, in segno di rispetto verso il custode della foresta, che si mostra solo a chi vuole lui.
E’ inutile preoccuparsi, ipotizzando in questa sequenza, una rinata forma di animismo; si tratta piuttosto di attribuire il giusto valore alla natura e il rispetto della vita silente, per nulla minacciosa, che vive nel suo grembo. Anche il gesto generoso del piccolo contadino Kanta, all’inizio così scontroso, nei confronti delle due bambine serve a ricordare quella nobiltà d’animo che non deve mai svanire nel popolo giapponese
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Tonari no Totoro |
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Paese | USA GIAPPONE |
Etichetta | FamilyVerde |
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