IL GRANDE GIORNO
Una festa di nozze, al massimo dello sfarzo, diventa occasione per andare in profondità nei rapporti umani di coloro che ne sono coinvolti (nubendi, genitori, amici) mostrando la famiglia con tutti i suoi limiti e i punti di forza. Disponibile su Amazon Prime.
Elio, il figlio di Giacomo, sta per sposarsi con Caterina, la figlia di Giovanni. Il matrimonio, per tutto ciò che riguarda l’organizzazione e il fasto (sono previsti ben tre giorni di festeggiamenti) è, però, tutto un problema dei due papà che, tra l’altro, sono amici da una vita e soci in affari da trent’anni. I preparativi del matrimonio sono seguiti con una meticolosità e un’apprensione da cardiopalma. Purtroppo, però, arriva alla villa sul lago, dove gli invitati sono attesi per la tre giorni nunziale, Aldo, nuovo compagno di Margherita, ex moglie di Giovanni che, con la sua animosità e allegria, a volte fin troppo invadente, non solo mette disordine in tutti i programmi di Giovanni e crea notevoli danni economici ma, nel momento in cui si stanno facendo le prove del matrimonio, si lascia andare nel raccontare qualcosa che ferisce profondamente uno dei presenti. I preparativi, allora, si appesantiscono notevolmente e gli animi di tutti sono condizionati nella partecipazione ad un evento per il quale si attendeva il lieto fine…
Valori Educativi
Turpiloquio e battute a doppio senso tipiche del trio lombardo che non mancano neanche in questo film. Tradimenti di vario tipo trasmettono sfiducia nei confronti del matrimonio.
Pubblico
14+Discorsi e battute volgari a sfondo sessuale. Uso di droga (cannabis) e alcol
Giudizio Artistico
Il film si snoda velocemente: più leggero nella prima parte, più serio nella seconda. I tre attori sembrano alquanto invecchiati e, quindi, meno brillanti. Ben scelte le musiche che accompagnano il film.
Cast & Crew
Aldo Baglio
Giovanni Storti
Giacomo Poretti
Antonella Attili
Elena Lietti
Lucia Mascino
Regia
Massimo Venier
Sceneggiatura
Aldo Baglio
Giovanni Storti
Giacomo Poretti
Davide Lantieri
Michele Pellegrini
Massimo Venier
Our Review
A chi piace il trio Aldo, Giovanni e Giacomo – con questo arrivati all’undicesimo film insieme – sappia che si riderà, ma un pochino di meno, trovandosi di fronte ad un film che, nella trama, vuole trasmettere messaggi profondi su uno sfondo amaro circa la visione del matrimonio, dei rapporti interpersonali e dell’amicizia.
Come nello stesso film si sentirà dire, sembra che non si possa vivere senza aver fatto – almeno una volta nella vita – una grande sciocchezza, mentre ci sono persone che, vivendo in modo corretto, ci riescono e con dedizione si affiancano a chi amano senza mai tradirle.
Centro del racconto è il matrimonio, o meglio, la celebrazione delle nozze: non a caso il film si apre con una voce fuori campo (che si rivelerà essere quella del sacerdote chiamato in sostituzione del cardinale) che racconta di come si celebrassero le nozze nelle antiche civiltà, dagli antichi romani ai Maya, fino ad arrivare ai nostri giorni, in cui, il tempo della festa si è dilungato in un modo esagerato per arrivare a feste “in grande” che durano tre giorni, un intero fine settimana.
Il film contrappone, nella mente dei personaggi, visioni diverse tra chi subisce la celebrazione del matrimonio come una fatalità a cui non ci si può sottrarre e chi, invece, sembra avere il coraggio (in realtà è solo irresponsabilità) di scappare lasciando tutto perché insegue una propria (immaginaria) felicità. Dalle parole dell’organizzatore di matrimoni, il wedding planner che scommette sulla celebrazione certa delle nozze, sentiamo: «Tu sai quanti matrimoni ho fatto io? Con questo sono 536… Sabato sera [i fidanzati] vedono l’abisso: il matrimonio, l’ipocrisia, il senso della vita, l’essere se stessi… E poi, la domenica mattina, si svegliano, e come per magia l’abisso gli piace, è esattamente quello che vogliono. Noi ci abbiamo costruito una nazione intera su questa roba qua. Io, per dire, ci ho comprato due case». Sicuramente un discorso cinico, nel quale cogliamo sì da una parte il valore sociale del metter su famiglia, dello sposarsi, ma dall’altro anche un abbandono irrazionale ad un fato a cui sembra non ci si possa opporre. Una visione, questa, che non tiene per niente in conto della libera volontà e della ragionevolezza di coloro che sono coinvolti nel dire il loro sì per sempre.
Sullo stesso livello sono intesi i rapporti di amicizia messi alla prova dai tradimenti che si possono superare solo se si è capaci di andare oltre la finitezza e l’infamia delle cattiverie subite.
Nel film abbiamo anche due figure clericali: il cardinale che non potrà, a causa di un incidente, celebrare le nozze e che si dimostrerà un vanesio mettendo in mostra le proprie intemperanze nel momento dell’incidente e il prete di montagna, chiamato in sostituzione che, nella sua leggerezza e stranezza, sembra essere un maestro di buon senso, capace di porre un freno a chi lo tenta, ma forse poco realmente spirituale. A tratti, comunque, si dimostrerà anche simpatico.
Questo film del rodato trio ha un retrogusto amaro dove in mezzo alle complesse situazioni della vita si vuole mettere in scena, per far riflettere, quello che davvero conta nella vita: i rapporti umani vissuti con dedizione.
Il film sembra, quindi, ruotare attorno ad uno slogan che il giovane sacerdote fa proprio e condivide (presentando un inedito parallelismo tra i funerali e i matrimoni): “in ogni fine c’è sempre un nuovo inizio” che, per noi, potrebbe essere letto nell’ottica della speranza, ma il punto, però, è che se dagli errori non si è capaci di imparare e fare meglio, anzi, gli errori stessi e i mali subiti diventano scuse per fare di peggio, allora non siamo di fronte ad una speranza virtuosamente intesa, ma al cospetto di una visione della vita nichilista e profondamente egoista.
Forse, proprio perché vogliamo provare a vedere il positivo e cercare una certa maturità, gli unici due che saranno capaci di evitare una scelta sbagliata, sono i due nubendi che si rendono conto che il matrimonio è cosa seria e non ci si sposa solo perché tutti se lo aspettano o perché si sta bene assieme. La loro scelta finale sarà direttamente collegata con la scena che possiamo definire la più bella del film: quella in cui tutti cantano “Maledetta primavera” di Loretta Goggi, chiave di lettura di come, i rapporti nelle coppie presenti nel film sia sempre leggermente sbilanciato da una parte in cui uno ama di più dell’altro.
22/06/2023
Autore: Enzo Vitale
Details of Movie
Etichetta | Non classificato |
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Paese | ITALIA |
Pubblico | 14+ |
Tipologia | Film |
Tematiche-dettaglio | Crisi Matrimoniale Matrimonio |
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