L’OMBRA DEL GIORNO
Ascoli Piceno 1938. Luciano è un reduce di guerra, simpatizzante del fascismo, Anna è piena di vita, impegnata contro il regime ed è ebrea. Un incontro impossibile che diventa possibile quando entrambi si accorgono di essere prima di tutto degli esseri umani. in Sala
Ascoli Piceno, 1938. Luciano è il proprietario di un rinomato ristorante che si affaccia sulla piazza principale della città. Questa è la vita tranquilla che conduce adesso, dopo esser stato decorato al valore per il suo comportamento durante la Prima Guerra Mondiale ed esser rimasto claudicante per una ferita. Giudica positivamente il fascismo, a motivo del rispetto con cui sono stati trattati dal regime i reduci di guerra come lui ma non ne è un fanatico simpatizzante e invita coloro che lavorano per lui a evitare discorsi che possano diventare motivo di denuncia. Un giorno si presenta al suo locale Anna, una ragazza che ha bisogno disperatamente di lavorare. Luciano è da subito attratto da lei e la assume come cameriera. Anna si mostra subito all’altezza degli incarichi che le vengono affidati ma Luciano non tarda a scoprire che ha dato accoglienza a una ebrea…
Valori Educativi
Un uomo, provato dall’esperienza della guerra, assume come principio di base per la sua condotta, al contrario delle ideologie imperanti, l’attenzione e la cura all’essere umano, da qualsiasi fronte sia collocato
Pubblico
14+Alcune sequenze a tematica sessuale senza nudità
Giudizio Artistico
Un’abile sceneggiatura ha saputo costruire personaggi che riescono ad appassionarci, grazie anche alle ottime prestazioni di Riccardo Scamarcio e Lino Musella, mentre risulta leggermente incompiuta la figura di Elena, interpretata da Benedetta Porcaroli
Cast & Crew
Regia
Giuseppe Piccioni
Sceneggiatura
Giuseppe Piccioni
Gualtiero Rosella
Annick Emdin
Our Review
Il film è costruito intorno ai protagonisti e alle loro relazioni. Come in un bassorilievo, gli eventi del tempo, la città di Ascoli, costituiscono solo un sottofondo discreto e sfumato, per far meglio risaltare ciò che è in primo piano. Conosciamo progressivamente Luciano (interpretato da un Riccardo Scamarcio in gran forma) e la sua storia: un amore per un’ambiziosa cantante che non è approdato a un matrimonio, la ferita alla gamba che lo ha escluso da una vita più attiva e ora, dal grande vetro del suo locale, osserva la vita degli altri, lieta, indaffarata ma fragile (la dichiarazione di guerra è vicina). Il suo atteggiamento controllato e apparentemente disilluso nasconde una saggezza, un patrimonio di umanità che ha accumulato con le sue esperienze: tratta con la stessa gentilezza e attenzione il personale del suo locale, i clienti seduti a tavola, i gerarchi del luogo che vengono a trovarlo e che lo rispettano per il suo passato in guerra.
La scoperta che Anna sia una ebrea turba l’equilibrio che si è costruito ma sa come comportarsi perché la sua scelta di vita è definitiva: non segue le politiche o le ideologie, segue l’essere umano così com’è. Anna-Esther (Benedetta Porcaroli) è diversa: affronta con vivacità la vita, si impegna, si arrabbia, la sua preparazione culturale sottende l’adesione a qualche ideologia rivoluzionaria che la porta a giudicare severamente ciò che accade intorno a lei e contro di lei. Da un simile contrasto non può nascere nulla di duraturo ma lei riconosce in lui l’uomo buono e lui sceglie di aiutarla non solo perché decide di non seguire le illibertà del regime, ma perché sta ricevendo da lei quell’energia vitale che da troppo tempo aveva perduto.
Bisogna assolutamente citare, a motivo dell’ottima interpretazione di Lino Musella, un terzo personaggio: il gerarca Osvaldo. Finalmente non ci troviamo di fronte a un fascista macchietta, cattivo, cattivissimo ma un essere umano sicuramente impegnato nel regime ma che sa fare con scrupolo professionale le sue indagini (si trova di fronte a un caso di omicidio), capace di dare ancora un avvertimento all’amico Luciano prima di essere costretto dall’evidenza, a compiere il suo dovere.
Si tratta di un film modellato intorno ai cuori pulsanti dei protagonisti, mentre i segni del tempo, le tematiche politiche, la tempesta della storia che sta per abbattersi, risultano appena accennati nei discorsi e nei balli coreografici in piazza delle “giovani italiane” ma la storia d’amore fra Luciano e Anna esce fuori dal tempo e ha valenza universale.
Autore: Franco Olearo
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