IL RISORTO OLTRE IL DOLORE E LA CROCE

Conosco Daniele Ricci da quando era ragazzo e già allora manifestava un chiaro talento musicale. Quando ci incontravamo parlavamo spesso di cinema: mi raccontava di quanto fosse rimasto affascinato da Jesus Christ Superstar (1973) ricavato dall'omonima opera rock di Tim Rice. Lo aveva  entusiasmato quel modo originale di  rappresentare la passione di Cristo con un  linguaggio musicale così moderno: il rock.

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an mano che la sua fede cresceva di pari passo con la sua maturità di compositore, quel famoso musical restava sempre per lui, un punto di riferimento ma al contempo, come ebbe modo di confidarmi, gli appariva come qualcosa di incompleto: quella storia  finiva con la crocifissione e morte, mentre della Resurrezione, evento cardine  per la sua vita di fede come per molti di noi, non c'era traccia. 
In effetti in tutte le opere sullo stesso argomento che vennero realizzate negli anni successivi (il successo più  recente è stato sicuramente La Passione di Cristo – 2003 di Mel Gibson) si chiudevano con la Sua morte con al più un rapido cenno alla Resurrezione.

Intanto  la sua esperienza si approfondiva: verso la fine degli anni '70 era stato tra gli iniziatori del cosiddetto "rock sacro", componendo per i Gen Rosso e Gen Verde (complessi internazionali del Movimento dei Focolari) alcuni brani noti ancora oggi. A partire dagli anni '80 è cominciata la sua collaborazione con le Paoline, per le quali ha composto numerosi canti per progetti liturgici e di catechesi, canzoni e copioni per opere teatrali e musicali destinate a ragazzi e giovani: una trentina di opere in tutto.

R estava  sempre aperta la sfida di Jesus Crist Superstar di molti anni prima e quando , per la Pasqua 2007, le Edizioni Paoline  hanno accettato il suo progetto di comporre un’opera proprio sulla Resurrezione, capì  che il sogno tanto atteso si stava realizzando: avrebbe fatto un'opera sulla morte, ma sopratutto sulla Resurrezione di Gesù Cristo.

L'opera ha un'altra originalità: quella di porre in particolare risalto  le figure femminili:  non per conceder loro qualche sorta di privilegio in questa sacra rappresentazione, ma come emblema di una umanità in grado di esprimere accoglienza, intuizione, delicatezza, attenzione alle sfumature, condivisione, il “curarsi di…”.
"Con questa chiave di lettura si comprendono  brani – mi spiega Daniele Ricci-  come, ad esempio, NELLE MANI DI CAIFA, in cui le donne esprimono tutto il loro rammarico per non avere avuto l’accortezza, l'intuizione  di prevedere quello che sarebbe successo quella notte, e di non essere state presenti nell’orto degli ulivi, non fosse altro per vivere a fianco all’amato Gesù quel momento drammatico. Quando poi le guardie di Caifa  lo gettano in un angolo in attesa dell’alba e della consegna a Pilato, ecco il “duetto” tra Gesù e Maria. L’uno, imprigionato, invoca il Padre di non abbandonarlo (ma poi proverà lo strazio dell’abbandono) e l’altra, altrove, invoca il figlio di non abbandonarla. Sono distanti, ma comunicano ugualmente, misteriosamente.
In L’ANIMA MIA CON TE, la Maddalena contempla Gesù crocifisso che, al culmine di tutti i suoi dolori, sperimenta l’abbandono da parte del Padre: ma questo Gesù Abbandonato, diviene per la Maddalena – e dunque per tutta l’umanità che essa rappresenta – non solo l’amato che muore in un determinato momento, ma una presenza viva in ogni attimo dell’esistenza che ancora le rimane.
E poi O MARIA DESOLATA, che vuole essere il canto “spartiacque” tra la Passione e la Resurrezione. Ora Gesù è morto e sepolto. Maria è davanti alla tomba, perduta in un “non tempo”, nel quale rimarrebbe per sempre. C’è solo lei, lì, non c’è nessun altro: quella che era la chiesa primordiale, i suoi discepoli, si è dispersa. La musica inizia con il battito del cuore. Ma poi ecco una voce che la invita a venire via, a venire a “casa”: a invitarla è Giovanni, ma la sua non è la voce di un uomo: è quella di un coro. E’ infatti la chiesa, che si raduna intorno a lei, sua madre, sotto il suo manto".

"Anche la figura di S. Tommaso.è trattato con originalità – mi spiega ancora Daniele –  Gesù non si limita a mostrarsi a lui per fargli vedere le sue ferite. Infatti per chi non vuole credere non c’è dimostrazione che tenga e che non possa prima o poi venir messa in discussione. E allora Gesù si rivolge a Tommaso chiedendogli tutto. Non gli chiede qualcosa di sé, un po’ del suo tempo. Gesù chiede a Tommaso tutto, di lui: tutto il suo cuore, tutta la sua mente e tutta la sua anima. E questo perché Gesù vuole lui, per portare nel mondo il Suo sorriso, il Suo Regno, la Sua presenza tra gli uomini con la Parola, con il Pane, e laddove due o più sono uniti nel suo nome".
Appena usciti il CD e il copione in Italia (Pasqua 2007), l’opera ha trovato subito un’ottima accoglienza. Diverse compagnie e gruppi in Italia l’hanno messa in scena ma di tutte le rappresentazioni, quella di maggior successo è quella di una compagnia formatasi dalla riunione di due accademie artistiche di teatro, canto e danza (Arenaartis di Chioggia e Arteinventando di Cividale). Si tratta di ragazzi giovani e giovanissimi che, nel loro entusiasmo, hanno pure allestito un sito www.ilrisortothemusical.it ed ora stanno tentando di farsi conoscere anche nel resto d’Italia.


E all'estero?

Bisogna proprio raccontare una storia accaduta nel 2007: una suora lituana (salesiana), venuta a Roma, ha trovato in libreria il CD, lo ha ascoltato e, tornata in patria, si è ritirata in un monastero benedettino per tre giorni a tradurre tutto il copione in lituano, come cosa sacra. Poi ha contattato non solo un’intera accademia musicale (Kaunas), ma anche personaggi dello spettacolo della Lituania, senza distinguere se fossero cattolici, protestanti o non credenti, e li ha coinvolti nella messa in scena dell’opera.
"Il Risorto"  è stata rappresentato come evento diocesano  alla presenza dell’Arcivescovo nella chiesa principale di Kaunas, dedicata proprio alla Risurrezione. Mi spiega Ricci che: "vedere il loro DVD è commovente, perché risalta una sensibilità molto diversa da quella italiana-occidentale. E’ gente bella, di profondissima spiritualità e densità di interpretazione, che viene fuori da una chiesa clandestina e che pur senza soldi né costumi riesce a comunicare con Dio".

Autore: Franco Olearo

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Titolo Originale IL RISORTO OLTRE IL DOLORE E LA CROCE
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