Viaggio a Kandahar
Una giornalista Canadese di origine Afgana torna nella sua terra natia in cerca di sua sorella, mutilata fin da bambina da una bomba, nel timore che possa suicidarsi. Viaggio nell'Afghanistan dei Talibani
Mohsen Makhmalbaf
Mohsen MakhmalbafInterpreti:Niloufar Pariza (Nafas)
Valori Educativi
Denuncia accorata delle libertà negate alle donne afgane e all’indottrinamento fanatico nelle scuole islamiche dei Talebani
Pubblico
10+Per la rappresentazione realistica di alcune persone mutilate
Giudizio Artistico
Film pieno di impegno ma che indugia in compiacimenti onirici
Cast & Crew
Regia
Mohsen Makhmalbaf
Sceneggiatura
Mohsen MakhmalbafInterpreti:Niloufar Pariza (Nafas)
Our Review
Il film è un documentario sull'umanità afgana dove ognuno è ritratto nella sua lotta giornaliera per la sopravvivenza: le donne, costrette a vivere sotto un mantello che le ricopre integralmente, non rinunciano a mettersi il rossetto e lo smalto sulle unghie anche se nessuno le potrà ammirare; i bambini che studiano il Corano ripetendo all'infinito i suoi versetti ed esaltando con frasi fatte il potere del Kalashnikov, arma di giustizia divina, poco si curano del lavaggio del cervello che stanno subendo: l'importante è avere la propria razione di pane a fine della giornata. Gli uomini, mutilati alle gambe ed alle braccia dalla guerra e dalle mine, si contendono le poche protesi che la Crocerossa internazionale riesce loro a fornire. Le bambine vengono addestrate a non essere bambine perché le bambole che trovano per terra e con la quale vorrebbero giocare, potrebbero in realtà essere delle mine anti-uomo.
Le storie narrate non sono frutto di indagini letterarie ma l'esperienza diretta del regista che è riuscito ad entrare clandestinamente in quel paese. Profondamente impressionato dalla loro sofferenza , egli sembra non puntare il dito sulla guerra e forse neanche direttamente contro i talebani ma cerca di rappresentarci tradizioni ed abitudini secolari, profondamente radicati nella tradizione di quelle regioni (anche nel vicino Pakistan). Il regista vuole farci capire che, anche quando Bill Aden sarà un ricordo ed il governo dei talebani sarà stato sconfitto, le donne continueranno in quelle terre a portare il burqa, perché così vogliono le loro tradizioni, più radicate di qualunque tipo di governo.
Significativo a questo proposito è un episodio raccontato nel film: un vecchio marito di tre mogli molto pio e benintenzionato, si presta ad aiutare la giornalista ad attraversare i confine dell'Afghanistan ma quando Nefas, ormai superato il pericolo, alza il suo velo scoprendo il suo volto, il vecchio protesta sdegnato perché gli altri uomini la credono una delle sue mogli e in questo modo egli ne resterebbe "disonorato".
Concordo con il giudizio di alcuni critici che hanno osservato che l'impegno polemico del regista si è come stemperato nella rappresentazioni di immagini oniriche, quasi felliniane (i burqa colorati che si gonfiano al vento, le protesi delle gambe che scendono dal cielo con un paracadute,..).
Si tratta comunque di un film che apre per noi occidentali una finestra su di un mondo che per troppo tempo abbiamo trascurato.
Il film è consigliabile a tutti con l'esclusione dei più piccoli, a causa della rappresentazione realistica di persone mutilate .
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Safar é Ghandehar |
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Paese | Iran |
Etichetta | Non classificato |
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