UNA STORIA SBAGLIATA

2015109 min14+  

Stefania e Roberto sono due sposini siciliani sulla trentina, pediatra lei e militare di professione lui, innamoratissimi e felici. Il loro animo è però irrequieto: se da una parte sono intenti a costruirsi la loro casa, espressione di un avvenire stabile, dall’altra lui non riesce a stare a lungo fuori missione e accetta di tornare in Irak. Anche Stefania si ritroverà presto in Irak, per svolgere una missione umanitaria. Un viaggio che le farà conoscere gli orrori della guerra ma che diventerà per lei una scoperta di nuovi valori…

Due giovani sposi, lui militare di carriera e lei pediatra, si ritrovano coinvolti in modi diversi dalla guerra in Irak che finirà per diventare per lei una  scuola di maturità, di umanità e di condivisione. Isabella Aragonese in una parte di grande delicatezza e sensibilità


Valori Educativi



Una sofferenza personale e la tragedia della guerra in Irak diventano per la protagonista una scuola di condivisione e di riconciliazione ma il desiderio di conoscere la verità a tutti i costi le fa compiere un atto che mette a rischio la vita di una bambina

Pubblico

14+

Qualche scena sensuale, situazioni ad alta tensione drammatica

Giudizio Artistico



Il film è diretto con grane professionalità. Isabella Aragonese conferma le sue capacità espressive, la sua delicatezza e sensibilità. Molto bravo anche Mehdi Dehbi nella parte della guida irakena

Cast & Crew

Our Review

“Cos’altro vi serve di queste vite / ora che il cielo le ha colpite / ora che il cielo le ha scolpite”. Questi versi di Fabrizio De André, tratti dall’album Una storia sbagliata (1980), non sono estranei all’ispirazione che ha guidato Gianluca Maria Tavarelli nella scrittura e realizzazione del suo ultimo film, Una storia sbagliata appunto, in uscita in questi giorni. Le vite “colpite” e “scolpite” sono quelle di Stefania e Roberto, due sposini siciliani sulla trentina, pediatra lei e militare di professione lui, innamoratissimi e felici, immersi nel sole e nel mare di una Sicilia vitale ma anche ferita e problematica. Infatti la presenza del complesso petrolchimico di Gela, dove vivono i protagonisti, pur essendo una grande risorsa occupazionale rappresenta un’insidia permanente per la salute della popolazione. In primis dei bimbi, fra cui si registra, come dice Stefania parlando col marito, la più alta percentuale nazionale di malattie e malformazioni congenite. Non a caso lei è impegnata in prima linea, pure come volontaria, nella cura e assistenza dei bambini vittime in varie forme dell’inquinamento locale. In questa realtà contraddittoria i due giovani sono intenti a costruirsi il loro avvenire. Cercano casa, fanno i conti. In uno slancio di generosità Stefania si fa pagare addirittura il tfr anticipato per acquistare la sospirata casa dove mettere su famiglia. I due sono affiatatissimi, ma Roberto sembra esitante, distratto, è spesso agitato e a disagio. Ha partecipato da volontario a diverse missioni militari all’estero, il medioriente gli è entrato nel sangue. Soffre di “mal d’Irak” e muore dalla voglia di ripartire, come è successo altre volte. E’ il problema di Stefania, la sua pena ricorrente. Lei cerca di dissuadere il marito, gli prospetta come sempre i rischi a cui si espone. Inutile. Alla fine deve arrendersi e lasciarlo partire, pure stavolta. Per amore, per bontà, per debolezza, perché così è sempre stato con la guerra. Sono i ruoli fissi, per gli uomini e per le donne. Il peso della “storia sbagliata”.

Sulla seconda parte del film dobbiamo evidentemente glissare, per non far torto allo spettatore. Gli eventi prendono una piega più drammatica e insieme più universale, dove la vita a due si scontra e si mischia dolorosamente con la tragedia collettiva della guerra, con il sangue e con la morte. A un certo punto Stefania si ritrova pure lei in Irak, sulle orme del marito, spinta da una smania, un’esigenza confusa e insopprimibile di sapere, di vedere, di confrontarsi. E gradatamente il suo affannoso percorso laggiù la rivelerà a se stessa, le farà scoprire un nuovo orizzonte, la libererà dal dolore sterile, dalla solitudine e dalla disperazione. La guerra è disumana, mostruosa, vuole dirci Tavarelli, ma può anche essere educatrice. Una scuola di maturità, di umanità, di condivisione. E di riconciliazione. Che “colpisce” e “scolpisce”, per riprendere De Andrè.

Questo il messaggio altissimo di Una storia sbagliata, diretto con maestria, montato a regola d’arte (ieri e oggi si alternano di continuo) e interpretato benissimo dai protagonisti e dagli altri attori. Isabella Aragonese conferma le sue straordinarie capacità espressive, la sua delicatezza e sensibilità. Francesco Scianna è un efficace e credibilissimo giovane marito meridionale, col cuore diviso fra l’amore per la bella moglie e l’insoddisfazione, il male oscuro che lo morde dentro. Bravissimo anche Mehdi Dehbi, il ragazzo irakeno che “coopera” incisivamente con la guerra (se così possiamo dire!) per aprire a Stefania gli occhi sul dolore-degli-altri. Accanto alla nobiltà dei valori espressi dal film va sottolineata l’assenza di volgarità e di sesso esplicito

Autore: Mario Spinelli

Details of Movie

Titolo Originale Una storia sbagliata
Paese ITALIA
Etichetta
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