UN RAGAZZO D’ORO
Davide lavora a Milano come creativo in un’azienda di pubblicità. Sogna di fare lo scrittore ma i suoi racconti vengono rifiutati continuamente dagli editori. Soffre di ansia e deve prendere continuamente delle pillole che gli ha prescritto la psichiatra. Da tempo ha rotto i rapporti con il padre Michele, prolifico sceneggiatore di film di serie B. La morte per incidente d’auto del padre (forse un suicidio) lo costringe a tornare a Roma, la sua città natale. Decide quindi di tornare a vivere nella vecchia casa di famiglia (ha perso il lavoro a causa del suo carattere litigioso,) per far compagnia alla madre e riuscire scoprire, frugando fra le sue carte, chi fosse veramente suo padre…
Un giovane aspirante novellista scopre il vero talento di suo padre ormai morto, supera gli antichi rancori e costruisce la sua riabilitazione. Una messa in scena complessa che non convince
Antonio Avati
FLAVIA PARNASI PER DUEA FILM
COMBO PRODUZIONI CON RAI CINEMA
Valori Educativi
Il giovane Davide scopre chi era veramente suo padre solo quando è morto e si impegna a riscattarne l’immagine ma tutto il film è pervaso di una visione pessimistica sulla possibilità di preservare la fedeltà matrimoniale e sulla stabilità dei rapporti uomo-donna
Pubblico
18+Le tematiche affrontate: il suicidio del padre, una convivenza giovanile, i tradimenti del personaggio impersonato da Sharon Stone, suggeriscono la visione a persone mature
Giudizio Artistico
Pupi Avati mette troppa carne al fuoco in questo film, con il risultato che nessuna dei protagonisti (ad eccezione della madre Giovanna Ralli) riesce a convincere pienamente lo spettatore
Cast & Crew
Produzione
Antonio Avati
FLAVIA PARNASI PER DUEA FILM
COMBO PRODUZIONI CON RAI CINEMA
Regia
Pupi Avati
Sceneggiatura
Pupi Avati
Our Review
Un ragazzo d’oro è un film complesso, con molte tematiche che avanzano in parallelo senza mai incontrarsi veramente. I rapporti difficili padre-figlio, già esplorato in altre sue opere (basterebbe ricordare La cena per farli conoscere-2006, dove Sandro Lanza, star di soap opera, tradisce la moglie e trascura le figlie); il delicato crinale fra lucidità mentale e demenza (Una sconfinata giovinezza-2010, aveva già raccontato il lento ma progressivo decadimento causato dal’Alzheimer); la critica a una certa cinematografia di serie B, dominata da produttori rapaci, capaci di distruggere le aspirazioni più genuine.
Si tratta di spunti tutti interessanti ma che non giungono a maturazione e che annaspano nel pantano di una messa in scena dai ritmi lenti e dall’invasione di product displament.
Su tutto incombe un sostanziale pessimismo, una fatica del vivere: il protagonista non riesce a vendere le sue novelle, perde il posto di lavoro, non parla più da tempo con suo padre, ha una ragazza che non lo ama veramente, è in cura da una psicoanalista e prende continuamente degli ansiolitici. Se c’è un riscatto finale, questo avrà un prezzo troppo alto.
Il tema portante è quello della progressiva presa di coscienza di Davide nei confronti della figura paterna. Il suo giudizio iniziale di uomo distaccato dalla famiglia e autore mediocre, si trasforma progressivamente: inizia ad apprezzarlo professionalmente leggendo alcune sue vecchie sceneggiature; scopre che il suo mancato riconoscimento come autore era stato determinato da produttori gretti interessati solo al successo di cassetta; infine, leggendo alcune pagine di un libro che il padre stava scrivendo, scopre il grande amore che portava per lui (perché nei film ci sono sempre dei padri che non riescono a dire quello che sentono?).
Inizia da questo momento una progressiva identificazione del figlio con il padre fino a ritrovare la voglia di scrivere per consentirgli di raggiungere, da morto, quel successo che immeritatamente non ha conseguito da vivo.
Quanto abbiamo raccontato è in realtà un’interpretazione possibile di una sceneggiatura che si inceppa negli snodi principali. Perché padre e figlio all’inizio si odiano tanto? E’ sufficiente la lettura di una sceneggiatura per commuoversi e comprendere il valore artistico del padre? L’approccio intimista dato da Pupi Avati alla recitazione impegna i protagonisti a parlare sottovoce, con pause continue fra una parola e l’altra. Se Scamarcio costruisce a fatica, in queste condizioni, un personaggio credibile, se Giovanna Ralli ci regala una madre dolente e affettuosa, meno credibile è Cristina Capotondi nella sua posizione oscillante fra due uomini. Totalmente fuori posto è Sharon Stone, che ha sempre tratteggiato donne piene di energia e che si rivela inadatta per questa parte dai toni spenti. I ricordi del suo passato ( i suoi rapporti sentimentali con il padre di Davide) non affiorano in alcun modo dalle sue paroie e dai suoi sorrisi di circostanza
La progressiva malattia di Davide appare infine solo un espediente letterario per chiudere in modo doloroso una storia già nata senza speranze.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Un ragazzo d'oro |
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Paese | ITALIA |
Etichetta | Non classificato |
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