TIMELINE

Un gruppo di giovani archeologi trova in uno scavo uno strano richiesta d’aiuto firmata dal loro professore, ma risalente al XIV secolo. La risposta al mistero è in una macchina, fatta costruire dal miliardario americano Doniger, capace di far viaggiare le persone nel tempo. I ragazzi si fanno catapultare indietro di oltre  6 secolo  per salvare il professore, ma si trovano nel bel mezzo della Guerra dei Cento Anni.

Valori Educativi



Film d’evasione che perde l’occasione di farci riflettere sulla complessità e ricchezza del mondo medioevale

Pubblico

14+

Per le numerose scene di violenza e per il linguaggio

Giudizio Artistico



Regia di maniera, gli attori non caratterizzano i loro personaggi, trama complessa e squilibrata

Cast & Crew

Our Review

Timelineè l’ennesimo adattamento di un (modesto) romanzo di Michael Crichton, altrove molto meglio servito da registi del calibro di Steven Spielberg e da sceneggiatori degni di questo nome.

L’improbabile presupposto pseudo-scientifico alla basa della storia (non molto diverso dal famoso teletrasporto di Star Trek) viene compresso a difficoltà nella trama, che si affanna ad offrire una gran numero di informazioni nella prima mezzora, per poi faticare a svilupparsi una volta trasferita nel mondo inutilmente violento della Francia medioevale. Che la violenza e la morte che si aggirano nell’immaginaria Castelgard siano insensate non dipende, come forse vorrebbero farci credere gli autori, dalla barbarie medioevale, quanto dall’incapacità degli autori di darne una ragione credibile e comprensibile al pubblico (che ha come unico ausilio un modellino e una spiegazione degna della seconda elementare, non certo di un pool di archeologi professionisti).

Per essere un film su un viaggio nel tempo, infatti, in Timelinesi vede ben poco amore per la storia: i protagonisti capitano nel 1357, in piena Guerra dei Cento Anni e da studiosi quali sono ci sia aspetterebbe perlomeno una valutazione della complessità della situazione dell’epoca. Invece tutti si schierano subito dalla parte dei Francesi (gli inglesi sono invasori e comunque tutti sadici e cattivi…). Se non da storici, almeno da anglofoni e lettori di Shakespeare (fa parte del programma delle scuole superiori) avrebbero forse dovuto farsi venire il dubbio di aiutare i conterranei del glorioso Enrico V. In ogni caso la ragione storica sembra essere l’ultima delle preoccupazioni di questa banda di archeologi che degli studiosi del passato ha ben poco: uno è un appassionato di armi con una visione romantica ed eroica del passato, l’altra è una provetta scavatrice che però non riesce a trovare la sua galleria, mentre l’unico francese (che si sobbarca il viaggio solo perché ritenuto fondamentale alla missione per la sua conoscenza della lingua) muore nel giro di pochissimo giusto per offrire ai compagni quel mezzo minuto di introspezione che vorrebbe coinvolgerci nei loro patimenti. Purtroppo i protagonisti sono così poco reali da non riuscire quasi mai a renderci partecipi delle loro avventure.

Si ha comunque l’impressione che la produzione  si sia persa nel tentativo maldestro di sintetizzare una trama romanzesca non certo complessa, ma ricca di spunti di riflessione scientifica ed etica (come spesso sono i lavori di Crichton), perdendo di vista un tema suo proprio, senza saper o voler rispondere  alle domande poste e riuscendo così sconfitta su due fronti. La povertà di mezzi che si sarebbe perdonata ad un’opera di maggior spessore diventa qui particolarmente imbarazzante, mentre la mancanza di un tentativo di significazione unitaria non permette di perdonare l’assenza di reale spettacolarità.

Se infatti gli eccezionali effetti speciali di Jurassik Park o de Il mondo perduto catturavano a tal punto l’immaginazione da far dimenticare la mancanza di uno spessore scientifico più consistente, qui la produzione (che è stata tra l’altro piuttosto lunga e difficoltosa, a causa della situazione internazionale e di problemi con la manodopera) è assai più essenziale e ridotta all’osso; gli attori non riescono particolarmente carismatici e anche la regia di Richard Donner (che nel Medioevo si era già calato, con ben altri risultato con il suggestivo Lady Hawke e per l’azione ha il credito della serie di Arma Letale) è al meglio di maniera.

Così non ci si appassiona e non ci si meraviglia e Timeline finisce per rimanere schiacciato tra le numerosi produzioni horror estive, che hanno comunque, anche nella loro estenuante ripetitività, più speranze di conquistarsi il pubblico del grande caldo. E il viaggio nel tempo di Donner, che mortifica, anziché migliorare, il testo di partenza non si merita più del garbato disinteresse tributatogli dal pubblico americano.

Autore: Laura Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale TIMELINE
Paese USA
Etichetta
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