SIDEWAYS- VIAGGIO CON JACK

L’aspirante scrittore Miles, intenditore di vini divorziato e depresso, accompagna l’amico Jack, attore prossimo al matrimonio, in una vacanza alla scoperta dei vini delle valli californiane. Jack, però, ha idee un po’ diverse su come spendere i suoi ultimi giorni da scapolo e le tensioni tra i due si fanno presto sentire. Tra una degustazione e l’altra hanno anche modo di incontrare due belle donne, Maia e Stephanie, con conseguenze inaspettate.

Valori Educativi



“Un film sulle due cose più importanti della vita” che sarebbero l’amore e l’amicizia, anche se il primo si riduce nel peggiore dei casi ad uno squallido incontro di corpi, e la seconda sconfina spesso nella bieca connivenza.

Pubblico

18+

Diverse scene di nudo integrale maschile; numerose scene dal contenuto scabroso e frequente turpiloquio.

Giudizio Artistico



Il retrogusto amarognolo, anche nel vino, serve per esaltarne gli aromi più dolci e fruttati, ma Payne sembra aver dimenticato i secondi in fondo alla bottiglia.

Cast & Crew

Our Review

Q uesta commedia etilico-enologica arriva in Italia forte della vittoria di un Golden Globe e di cinque candidature all’Oscar, nonché di recensioni entusiastiche da parte della stampa estera e nostrana; il pubblico che si aspetta l’ennesima divagazione romantica a tema gastronomico in stile Chocolatè destinato però alla delusione. La scampagnata dei due amici quarantenni prossimi ad una svolta esistenziale apparentemente fondamentale e in realtà niente affatto decisa e decisiva (il matrimonio per l’uno, l’agognata pubblicazione di un romanzo per l’altro), infatti, assume ben presto toni amarognoli e malinconici. Del resto la precedente prova di Payne, A proposito di Schmidt  (altra “commedia” da cui è impossibile non uscire tristi) avrebbe dovuto metterci sull’avviso. Sarà la depressione continuamente corteggiata dall’aspirante scrittore Miles, timido e imbranato, saranno le squallide avventure sessual-sentimentali dell’amico Jack, disposto a correre dietro ad ogni cameriera compiacente, fatto sta che all’ennesima degustazione di Pinot e di Chardonnet l’umore dello spettatore è ormai finito sotto le scarpe. L’ottimismo di Payne sulle possibilità delle produzioni enologiche californiane (il regista-sceneggiatore ha steso anche la lista delle etichette citate nella pellicola), infatti, pare inversamente proporzionale alla sua visione dei rapporti umani, vicinanze effimere che ondeggiano tra la complicità e l’insofferenza.

Si rischia, però, di rimanere un poco freddi di fronte all’ennesimo devastante affresco delle relazioni umane che sembra ormai una cifra del cinema americano indipendente o simil tale (le famiglie normali e passabilmente felici, ormai, abitano solo nei blockbuster commerciali). I due protagonisti, infatti, sfidano qualunque propensione dello spettatore ad empatizzare con loro e con i loro desideri e bisogni. Non è soltanto la falsità programmatica e incosciente di Jack, a cui basta una settimana di sesso e bevute per mettere in dubbio una cerimonia già fissata, e che poi è disposto a tutto per riconquistare le fedi perse durante l’ennesima avventura. Anche Miles, autore di un romanzo meraviglioso e sfortunato di cui non ci spiace troppo non sapere nulla, ma che immaginiamo altrettanto deprimente di questa pellicola, fatica un po’ a conquistare le nostre simpatie; tanto riesce ad essere commovente quando si svela alla sua amata descrivendo i pregi del Pinot nero, quanto è ingiustificatamente meschino quando ruba alla vecchia (e naturalmente insopportabile) madre.

“Un film sulle due cose più importanti della vita” recita la frase di lancio del film, che sarebbero il vino e le donne, o forse l’amore e l’amicizia, anche se il primo si riduce nel migliore dei casi ad una precaria confidenza, e nel peggiore ad uno squallido incontro di corpi, e la seconda sconfina spesso nella bieca connivenza.

I momenti realmente divertenti, in realtà, non sono poi così tanti e le esibizioni (frequenti) di nudo indulgono, forse volutamente, su corpi flaccidi e decisamente poco attraenti, giusto per scontentare anche eventuali voyeur visto che Payne sembra deciso a frustrare ogni altra categoria di pubblico. Ivi compresi gli amanti del vino italiano, che sorrideranno forse a questo lungo spot della produzione vinicola californiana, fatta apposta per impressionare gli spettatori americani che conoscono solo lo Chardonnet.

L’effetto finale, nonostante qualche momento di simpatia, è quello di una sbornia triste per cui sarebbe sufficiente un cartone di semplice Tavernello. La svolta finale, che sembra schiudere una speranza di felicità anche per uno come Miles, che si ostina a non vederla e che sembra sempre poco sincronizzato per coglierla, è poco più di un suggerimento.

Il retrogusto amarognolo, anche nel vino, serve per esaltarne gli aromi più dolci e fruttati, ma Payne sembra aver dimenticato i secondi in fondo alla bottiglia.

Autore: Laura Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale Sideways
Paese USA/Ungheria
Etichetta
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