SANT’ANTONIO DI PADOVA
La storia un po’ romanzata della vita di Sant’Antonio da Padova, con enfasi sulla sua conversione, sulle sue lotte in difesa dei più deboli su Mediaset Infinity
Due fraticelli francescani, Antonio e Giulietto, approdano come naufraghi sulle coste della Sicilia orientale. Incontrato il vescovo del luogo, Antonio comincia a raccontare la sua storia, come da nobile in procinto di diventare cavaliere, decide contro il volere del padre, di entrare in convento abbracciando la vita religiosa. Pian piano il Signore opera nella sua anima e Antonio va deponendo il suo orgoglio, la superbia e le sue ambizioni. Diventa così un grande servitore della Chiesa, soprattutto attraverso la predicazione e l’impegno nella difesa dei più deboli.
Valori Educativi
Un film dunque che sa toccare le corde del cuore soprattutto agli amanti del genere e che trasmette, fra gli altri, un messaggio importante: la chiamata alla santità che non è riservata a pochi, a prescelti, ma ad ogni persona.
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Ottima l’interpretazione di Daniele Liotti. Una storia raccontata senza appesantimenti, che scorre con semplicità
Cast & Crew
Daniele Liotti
Enrico Brignano
Regia
Umberto Marino
Sceneggiatura
ALESSANDRA CANEVA
Umberto Marino
Fernando Muraca
Our Review

“Troppa grazia Sant’Antonio!”. Recita così un famoso detto che fa intendere quanto sia potente l’intercessione di questo santo, conosciuto in tutto il mondo, forse più per i miracoli che ha compiuto e le grazie che da sempre accorda ai suoi devoti, che per la storia della sua vita. In questo bellissimo film che si può dividere in due parti – accuratamente intersecate fra loro – in quanto si passa dal racconto del passato al presente, la figura di Sant’Antonio, al secolo Fernando Martins de Bulhõesi, emerge con tutte le sue sfaccettature. Sebbene la storia risulti a tratti romanzata e con l’aggiunta di aneddoti che non corrispondono a ciò che realmente sappiamo del santo (un amore adolescenziale, un voto fatto al Signore in cambio della vita del cugino che per gelosia lo aveva sfidato in duello), sicuramente i tratti principali della vita di S. Antonio sono ben evidenziati e danno la possibilità di conoscerne il cammino umano e spirituale.
È giovanissimo quando entra nel monastero agostiniano di Coimbra, in Portogallo. Non tutti sanno infatti che il nostro santo di Padova in realtà era portoghese, nato a Lisbona da una aristocratica e facoltosa famiglia. La pellicola mostra il percorso che lo ha portato a lasciare tutto, agi, fama, soldi, famiglia, carriera, per abbracciare la vita consacrata. Un travaglio interiore lo ha accompagnato per lunghi anni, ma anche questo aspetto probabilmente è stato accentuato nel film per trasmettere una maggiore enfasi. Certamente – come qui è ben rappresentato – ha vissuto anni difficili in seno alla comunità agostiniana di cui fece parte per un periodo della sua vita e dove sussistevano tensioni fra gli stessi membri. Egli si schierò con coloro il cui intento era solo quello di studiare e di servire il Signore. Non gli interessavano le trame politiche e la corruzione che si erano intrufolate all’interno della comunità.
La sua formazione teologica, lo studio della Bibbia, dei testi sacri, lo accompagnò per tutta la vita, rendendolo un grande predicatore, un maestro per i suoi confratelli che aspiravano al sacerdozio. La sua sapienza umana si amalgamò perfettamente con la Sapienza di Dio quando, lasciato l’ordine agostiniano, si unì ai frati minori di San Francesco d’Assisi. Questa la strada tracciata da Dio per il giovane Fernando che, preso il nome di Antonio, dedicò il resto della sua vita all’evangelizzazione, portando il Vangelo per tutta l’Italia, l’Europa e fino in Africa, battendosi per le ingiustizie, per i soprusi, difendendo i più deboli e arrivando persino a far approvare una legge che impediva la carcerazione ai debitori senza dolo. Molto ben narrato nella pellicola questo zelo per la giustizia che lo animava e che illuminava la sua vita.
Diversi i miracoli attribuiti al santo mentre era ancora in vita e qui se ne trovano evidenziati alcuni, nei modi appropriati e senza scadere nella spettacolarità. La figura di San Francesco presente nel film, risulta un po’ adombrata; del resto l’intento del regista sarà stato quello, come giusto che fosse, di dare rilievo al protagonista. Un ruolo di rilievo è invece affidato al fraticello, compagno di cammino di Antonio, che mai lo lasciò da quando si conobbero e che fu per lui l’amico fedele che seppur ignorante, gli insegnò il valore di un abbraccio, la semplicità nel servizio, e che fu al suo capezzale gli ultimi istanti della sua vita.
Un film dunque che sa toccare le corde del cuore soprattutto agli amanti del genere e che trasmette, fra gli altri, un messaggio importante: la chiamata alla santità che non è riservata a pochi, a prescelti, ma ad ogni persona.
Ottima l’interpretazione di Daniele Liotti che ha saputo calarsi nella parte del santo evidenziandone in profondità la trasformazione dal punto di vista umano e spirituale. Un senso di leggerezza è quello che regala invece Enrico Brignano nei panni del fraticello Giulietto.
Una storia raccontata dunque senza appesantimenti, che scorre con semplicità e permettendo a chi guarda di avere la visione chiara di quella che è stata la vita di un giovane santo che è altresì annoverato tra i dottori della Chiesa.
Autore: Piera Di Girolamo
Details of Movie
Etichetta | FamilyOro |
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Paese | ITALIA |
Tematiche (generale) | Fede |
Tematiche-dettaglio | Uomini e Donne di Chiesa |
Tipologia | Film |
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