RELIGIOLUS VEDERE PER CREDERE

Il comico e show man americano Bill Maher gira il mondo interrogando i rappresentanti più diversi delle religioni monoteiste per smascherare  la fondamentale irrazionalità e pericolosità della religione, oppio dei popoli e causa delle più grandi rovine per l’umanità.

Valori Educativi



Qualsiasi forma di religione è, secondo l’autore, un disordine neurologico, di per se stessa irrazionale ed essenzialmente dannosa per il progresso dell’umanità

Pubblico

14+

Occorre una certa maturità per controbattere le sbrigative asserzioni di Maher

Giudizio Artistico



Un’indagine seriamente pregiudiziale che fa uso scorretto di analogie superficiali con tendenza allo sberleffo – più o meno nascosto – dell’interlocutore

Cast & Crew

Our Review

Accolto (c’erano dubbi?) con la fanfara dovuta alle operazioni “rivoluzionarie”, soprattutto dalla stampa italiana che da tempo sembra sentirsi pesantemente oppressa dalle censure e dalle ingerenze dell’occhiuta dittatura cattolica imperante nella penisola (?), Religiolus si propone come un’indagine semiseria (ma seriamente pregiudiziale) sugli aspetti più paradossali delle tre grandi religioni monoteiste (il manifesto mostra tre scimmiette addobbate con elementi significativi della religione cristiana, ebraica e musulmana, nell’atteggiamento del proverbiale “non sento, non vedo, non parlo”).

Se l’intento fosse stato quello di dimostrare che persone irrazionali e deficienti si trovano a tutte le latitudini e in tutti i gruppi sociali (in quelli religiosi, ma si sarebbe tentati di dire, anche tra i giornalisti e i produttori, oltre che nelle giurie di festival e premi Nobel), non si faticherebbe a credere alla dimostrabilità dell’assunto.

Il punto di partenza di Maher (figlio di un cattolico e di una ebrea, che ha lasciato la pratica religiosa in giovane età) è tuttavia più radicale: dato per certo l’assunto che qualsiasi forma di religione sia un disordine neurologico, di per se stessa  irrazionale e essenzialmente dannosa per il progresso dell’umanità, quello che va a cercare sono in buona sostanza dimostrazioni degli aspetti più folkloristici e patologici dello spirito religioso.

Non c’è da stupirsi che con queste premesse (non meno tendenziose perché espresse in modo esplicito) quello che si vada a scovare sia più che altro il ciarpame folkloristico e imbarazzante o le tendenze fondamentaliste più pericolose (per chiarire subito le idee sui titoli di testa si mettono in fila gli scandali della pedofilia nella Chiesa cattolica statunitense, gli attentati musulmani e le parole di Bush sull’ispirazione religiosa della propria politica estera) dell’esperienza religiosa mondiale.

Lo stile retorico di Maher si avvicina molto a quello di Michael Moore, con cui condivide la tendenza allo sberleffo – più o meno nascosto – dell’interlocutore, la tecnica di accostare elementi lontanissimi e non correlati per produrre l’impressione di un non senso, l’uso scorretto di analogie superficiali, la veemenza polemica che trasforma l’indagine, soprattutto nel finale, in una filippica, questa sì degna di un pulpito, con l’invocazione a tutti gli atei razionalisti e di buona volontà a unirsi per salvare il mondo, avvicinando pericolosamente il nostro intervistatore ai predicatori che tanto critica.

Da un lato masse pericolose di fanatici religiosi, violenti, irrazionali e omofobi, pronti a farsi saltare in aria in nome della jihad, a usare la bomba atomica per spazzare via il nemico o più modestamente a non impegnarsi a sufficienza per diminuire l’inquinamento a causa delle loro credenze nel giorno del giudizio, e dall’altra una minoranza di impavidi seguaci della ragione pronti a battersi per la verità e il bene di tutta l’umanità. Se non è cattiva retorica religiosa questa…

Manca del tutto al documentario di Maher  un seppur minimo tentativo di approfondimento dello studio storico delle religioni, delle fonti letterarie e della storia sociale che vada oltre una veloce consultazione di Wikipedia, nonché il confronto con voci più autorevoli oltre i termini del semplice botta e risposta.

In questa prospettiva le elucubrazioni di un rappresentante della “chiesa della marijuana”, le affermazioni estemporanee di una fedele born again christian,  la fatwa di un mullah musulmano, le meditazioni dello scienziato a capo del Progetto Genoma, le citazioni fuori contesto dei libri fondamentali delle tre grandi religioni monoteiste, assumono tutte lo stesso insulso sapore. Ragione stessa vorrebbe che ogni frase fosse affrontata e compresa nel suo contesto anziché usata in modo strumentale e capzioso, e solo sulla base di un cattivo uso del sillogismo si può affermare che, essendo stati compiuti molti crimini sulla base di (distorte) concezioni religiose, ogni male dell’umanità proviene da esse.

Dimostrandosi anche cattivo storico oltre che pessimo filosofo, Maher sembra dimenticare i milioni di morti da mettere in conto alle ideologie politiche totalitarie del Novecento (naziste e comuniste) che con la religione nulla avevano a che fare.

Per fortuna (o sfortuna) di Maher, il mondo religioso, almeno in Italia, anziché lasciare anatemi, in generale ha accolto la sua modesta provocazione per quello che è. Probabilmente l’interessato avrebbe preferito andare incontro a qualche fatwa, o per lo meno una piccola denuncia, giusto per dimostrare la verità delle sue affermazioni.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale RELIGIOLUS
Paese USA
Etichetta
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