RISCATTO D’AMORE- REDEEMING LOVE
Ai tempi della ricerca dell’oro in California, una prostituta viene invitata da un uomo innamorato di lei, a riscattarsi. Un film che si ispira alle pagine del libro di Osea e che si conclude con una mirabile conversione ma il racconto è sbilanciato verso l’estetica del male piuttosto che quella del bene. Su Prime Video, Amazon Prime, Chili
California, 1850. Una moltitudine di uomini setaccia la sabbia di un torrente. Sono arrivati fin lì da ogni parte dell’America, attirati dal mito dell’oro e di una facile ricchezza. La sera, con quei pochi grammi d’oro che sono riusciti a raccogliere, si radunano davanti a Paradise, il bordello del paese. È il momento più esaltante della giornata: verrà estratto a sorte chi potrà beneficiare del premio più ambito; incontrarsi con Angel, la prostituta dal fascino senza pari. Michael Hosea è un giovane contadino che coltiva la terra di sua proprietà. E’ molto devoto: un giorno si inginocchia davanti all’altare per ringraziare Dio per il raccolto e I beni che ha ricevuto ma chiede anche un “segno” per trovare la donna da sposare. Il giorno dopo Michael si reca in paese, vede passare Angel e subito se ne innamora: è il segno che attendeva dal Signore. Decide quindi di conoscerla e non gli importa se gli hanno detto che è una prostituta…
Valori Educativi
Una difficile ma magnifica conversione al bene da parte di una donna che aveva perso ogni speranza. Un racconto indebolito da un’estetica del male che sovrabbonda su quella del bene
Pubblico
16+Numerose violenze nei confronti di una donna inerme. Violazione di due bambine di 8 anni (si sentono le urla ma non si vede nulla). Un suicidio con la pistola alla tempia. Intervento chirurgico per praticare l’aborto. La protagonista appare spesso nuda anche se parzialmente celata
Giudizio Artistico
Il racconto risulta appassionante e carico di tensione ma è sbilanciato a favore della protagonista mentre molto poco sappiamo di Michael.
Cast & Crew
Regia
D.J. Caruso
La Nostra Recensione

Osea 3,1: “Il Signore mi disse: «Va’ ancora, ama una donna amata da un altro, e adultera; amala come il Signore ama i figli d’Israele”. Questo Christian film si ispira chiaramente al libro di Osea: lo si vede quando il giovane fattore Michael Hosea chiede al Signore un segno che gli possa indicare quale sarà sua moglie. Il giorno dopo, in città, vede passeggiare Angel, la prostituta più nota della casa di tolleranza Paradise e conclude che è lei la donna che Dio gli ha destinato come moglie. Questa narrazione fortemente evocativa e simbolica viene presto abbandonata per una impostazione più realistica. Di fronte a un Michael che fin dal primo incontro le chiede di sposarlo, Angel gli fa notare che la sua è la quinta proposta che riceve in quel giorno da parte di un uomo che vuole portarla via dal bordello. “Non sento niente per voi; voi siete soltanto un campagnolo”: è la sua risposta raggelante. Noi veniamo a conoscere, attraverso continui flashback, tutto il doloroso passato di Angel. Frutto di una relazione di sua madre con un uomo sposato che non l’ha riconosciuta come figlia, vive l’infanzia in estrema povertà (la mamma è costretta a prostituirsi) e poi, alla morte della madre, a soli 8 anni, viene allevata in un postribolo perché impari presto, con le minacce e la violenza, ad avviarsi al mestiere al quale l’hanno destinata. Tutto il film si sviluppa proprio nel confronto fra i due protagonisti: Michael, che ha una fede adamantina, è sempre pronto a prenderla con sé e a riprenderla di nuovo (più volte Angel cerca di tornare al vecchio mestiere). Lo fa senza forzature, rispettando la sua libertà, espressione di un amore incondizionato. Angel invece cerca di scoprire chi vuole veramente essere una volta che è diventata padrona del proprio destino e chi sia quest’uomo che l’ha tolta dal bordello. Non le basta esser stata liberata: vuole recuperare tutti i soldi che le sono stati sottratti e non si fida di quest’uomo che insiste per sposarla. Teme che il matrimonio sia una nuova forma di schiavitù: “voi non siete il mio padrone!” gli urla.
In seguito Angel inizia a comprendere che l’amore inflessibile, quasi non-umano che Michael porta nei suoi confronti, ha origine dalla sua fede. “Tu non hai scelto la vita che hai fatto ma puoi scegliere la vita che vuoi”: la incoraggia Michael ma Angel, dopo la morte della madre, ha perso ogni speranza: “Mia madre pregava ma Lui se ne infischia; se è stato il tuo Dio a dirti di sposarmi, sappi che ha voluto punirti perché è questo che fa: rende polvere la sua gente”. Come è facile immaginare, alla fine assisteremo alla conversione di Angel e il film è convincente proprio perché ci mostra un non facile arco di trasformazione da uno stato di cinica indifferenza verso tutto e tutti, alla speranza che anche per lei ci sia un posto nel mondo. Ma la conversione è potuta accadere proprio perché c’è stato qualcuno che ha creduto incondizionatamente nella sua capacità di rialzarsi. È il potere trasformante del bene esercitato senza interruzione da Michael.
Come possiamo giudicare questo lavoro?
Appare fortemente sbilanciato, a partire dai due protagonisti. Sappiamo tutto su di lei, sulle violenze subite, sugli uomini (o donne) che si sono approfittati di lei. Quasi nulla su di lui. Lo vediamo all’inizio pregare in una chiesa vuota e non sappiamo nulla della comunità religiosa a cui appartiene. In seguito lo cogliamo mentre chiude il libro della Bibbia e lo vediamo chiedere aiuto al Signore nel suo sforzo di rispettare la libertà di scelta di Angel. La sua fede finisce per essere quasi miracolistica visto che non si preoccupa neanche quando Angel gli confessa che non può avere figli perché è stata resa sterile. “Nulla è impossibile” è la sua risposta. Il tema dell’amore fra di loro resta problematico. Una cosa è la riconoscenza verso un benefattore, altra cosa è l’amore coniugale. Quando finalmente lei riesce a riscattarsi dal vecchio mestiere e apre una scuola professionale per ragazze con il suo stesso passato, di fronte alla proposta di tornare da Michael, lei è perplessa: “È stato già tutto troppo difficile: io servo qui”. Questo nuovo lavoro è un modo per lei di far tesoro della sua triste esperienza e rendersi utile ad altre donne. Quando lei finalmente torna da Michael, si tratta di vero amore oppure riconoscenza?
Appare molto sbilanciato anche riguardo allo sviluppo della storia perché sovrabbonda l’estetica del male rispetto a quella del bene. Per il maggior tempo dello sviluppo del film (134 minuti) assistiamo a situazioni dove Angel viene derubata, picchiata, presa a pugni fino a renderle il volto tumefatto, subire la continua richiesta di prestazioni sessuali per ottenere favori, senza contare la violenza che viene compiuta su due bambine di otto anni (per fortuna sentiamo le urla ma non vediamo la scena). È indubbiamente presente anche un’estetica del bene ma è molto limitata: quando lei torna volontariamente da lui dopo la sua prima fuga, MIcahel la invita a sedersi e le lava i piedi piagati per il lungo cammino. A parte il gesto in sé, altamente evocativo, è un bel modo per lui per esprimere la forma dell’attenzione che mostra nei suoi contronti, fatta di infinita tenerezza.
Riguardo al valore morale da dare al film nel suo insieme, il tema resta controverso e si è sviluppato un ampio dibattito sui media americani. La domanda che è stata posta da molti è la seguente: quando un film si conclude con un chiaro messaggio positivo, si può soprassedere e non vietarlo ai minori? Io rispondo: chi è chiamato a giudicare sul tema della protezione ai minori, lavora per un pubblico che non vede: sono ragazzi all’interno di un sano contesto familiare o stanno vedendo il film da soli? Ovviamente impossibile prevederlo. Il giudizio deve essere quindi il più obiettivo possibile onde evitare preferenze personali. Sarà poi responsabilità del genitore, se riterrà suo/a figlio/a idoneo/a a sostenere l’impatto di certe immagini, vedere il film assieme a lui/lei, intervenendo con commenti quando necessario.

Resta da rispondere alla domanda di fondo: il messaggio trasmesso è squisitamente cristiano? Il film è un inno alla fede: per fede Michael ha compreso che la sua missione era salvare Angel; per fede lei, proprio nel momento più disperato, si è affidata interamente al Signore. Ma le preghiere dei due protagonisti si rivolgono a Dio, Cristo non è mai citato. È inevitabile far tornare alla mente il colloquio della protagonista di October Baby con un sacerdote cattolico dove si parla proprio del sacrificio redentore di Cristo da cui scaturisce l’impegno del perdono: “Tu sei stata perdonata con Cristo e poiché sei stata perdonata, hai il potere di perdonare”.
Di Micheal abbiamo già parlato: ha una fede profonda ma non conosciamo né l’origine né la fonte di tanta perseveranza. La conversione di Angel, la sua trasformazione è invece chiara e ben realizzata: dagli abissi del sentirsi un nulla in un mondo dominato dal male a trovare la sua ragion d’essere proprio nello scoprire di poter fare del bene ad altre persone. Perché è avvenuta la conversione? Sicuramente perché si è arresa all’amore incondizionato di Michael ma in termini di fede in Dio, c’è una sola sequenza nella quale lui e lei attendono insieme una magnifica alba e Michael le dice: “è questa la vita che voglio offrirti: piena di sfumature, di calore, di bellezza e di luce”. Un invito quindi alla bellezza del creato: un rimando al Dio Creatore, molto probabilmente secondo la fede cristiana ma forse quella ebraica.
Autore: Franco Olearo
Altre Informazioni
Etichetta | Non classificato |
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Paese | USA |
Tematiche-dettaglio | Storie Laiche |
Tematiche (generale) | Ispirazione Cristiana |
Tipologia | Film |
Titolo Originale | Redeeming Love |
Valori Educativi | 9 |
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