PERCY JACKSON E GLI DEI DELL’OLIMPO – IL MARE DEI MOSTRI

106 min10+  

Secondo film della saga di Percy Jackson che ha l’obiettivo, divertendo, di far conoscere la mitologia classica alle nuove generazioni.  Meno spumeggiante del primo, è pur sempre un inno all’amicizia e alla  famiglia


Valori Educativi



Pubblico

10+

Qualche scena violenta nei limiti del genere.

Giudizio Artistico



Cast & Crew

Our Review

Tre anni fa arrivava al cinema la trasposizione della prima avventura del giovane semidio Percy Jackson, figlio di Poseidone che, anziché nell’antica Grecia, si muoveva negli Stati Uniti di oggi, in cui l’Olimpo si è trasferito, ovviamente nascosto, in cima all’Empire State Building. L’idea, nata dalla penna di uno scrittore appassionato di mitologia e desideroso di trasmettere il suo amore alle giovani generazioni, aveva il merito di intrecciare con levità e intelligenza la modernità con il mito, usando, ad esempio, un Ipod al posto del tradizionale scudo per permettere al nostro eroe di guardare riflessa la terribile Medusa.

Sulle avventure di Percy Rick Ryordan ha scritto ben sette libri, che ricalcano molti dei più noti miti greci (qui quelli degli Argonauti e di Ulisse), costruendo una vera e propria saga che man mano che procede rivela un arco narrativo ampio e non banale, che sfida i giovani lettori-spettatori a riconoscere sotto nuove spoglie storie e personaggi antichi.

La prima pur brillante trasposizione cinematografica (Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini), valorizzata da ottime scelte di cast, aveva giocato però la carta di un’avventura autoconclusiva, che costringe qui gli autori a ripartire da zero per lanciare la nuova sfida, con un protagonista insicuro e convinto di essersi conquistato la sua vittoria per pura fortuna. A ricordarglielo spesso ci pensa Clarisse, la ovviamente coraggiosissima figlia del dio della guerra Ares, che viene incaricata al posto suo della missione di salvataggio del campo dei semidei.

All’insicurezza e solitudine di Percy (il progenitore divino, pure se garantisce straordinari poteri, non è un campione della comunicazione padre-figlio) risponde l’arrivo di un imprevisto fratellastro, un benintenzionato ciclope, Tyson, rumoroso ma di buon cuore e deciso a conquistarsi l’affetto del fratello. A completare il gruppo che, naturalmente, a dispetto degli ordini ufficiali, parte alla ricerca del Vello d’Oro, ci sono il satiro Grover e la bella Annabeth.  Tra lei e Percy, è ormai evidente, c’è qualcosa di più di un’amicizia, ma la pellicola non si perde più di tanto in romanticherie: ci sono mostri da sconfiggere e Titani da rispedire al tartaro, non c’è tempo per i baci.

Il film è meno spumeggiante del suo predecessore e talvolta il carattere un po’ infantile di certe dinamiche cozza con degli interpreti che appaiono ormai cresciutelli (di sicuro lo sono anagraficamente rispetto ai loro omologhi letterari) eppure mantengono dilemmi e insicurezze adolescenziali.

I nuovi inserimenti di cast adulto, tuttavia, sono decisamente brillanti: Stanley Tucci nei panni del dio Dioniso, costretto a fare da “preside” al campo dei giovani semidei e condannato, per un’offesa a Zeus, a vedersi trasformato il vino in acqua (non manca una battuta irriverente sul Dio dei cristiani che lui sì che è un vero Dio e sa fare il trucco al contrario), e il televisivo Nathan Fillion in quelli di Ermes (specializzato in spedizioni e ricerche), che non si fa mancare una battuta sulle serie tv sospese a metà (arguto richiamo a Fireflay, telefilm di culto a firma Joss Whedon, che lo vedeva protagonista  e fu interrotto dopo due stagioni). Questi e altri riferimenti all’oggi, se qualche volta strappano la risata ai cinefili, altrove rischiano di appesantire la storia con inutili e talora pedestri analogie tra mito e contemporaneità, togliendo ritmo e coinvolgimento al racconto.

Nel complesso, comunque, Percy Jackson resta un onesto e spettacolare intrattenimento per ragazzi, un inno all’amicizia, all’amore familiare (anche quando la tua famiglia comprende mostri con un occhio solo e ha una storia di padri che mangiano i figli…) e all’accettazione reciproca, che potrebbe anche fungere da invito alla lettura per la scoperta della mitologia antica. Il finale promette una continuazione ma sarà il responso del botteghino, più che quello della Pizia di Delfi, a dirci se le avventure di Percy torneranno.

Autore: Laura Cotta Ramosino

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