OPPENHEIMER

2023180 min14+   Guerra, Ricerca scientificaDistruzione di massa

Il regista Christopher Nolan sfodera tutta la sua abilità narrativa per costruire un racconto denso, che non dà un attimo di tregua allo spettatore, intorno ad uno degli eventi centrali e più eticamente discutibili della storia moderna: la costruzione e poi l’utilizzo della bomba atomica contro il Giappone. Lo fa mettendosi in soggettiva  su Oppenheimer, lo scienziato che ha coordinato il progetto, sempre in bilico fra la soddisfazione per l’obiettivo raggiunto, i dubbi etici che il suo lavoro ha comportato e infine la sua discesa nell’oblio a causa  delle sue trascorse simpatie per il comunismo americano. Su PrimeVideo

 

Nel nuovo film di Christopher Nolan seguiamo Robert Oppenheimer (Cillian Murphy) da quando, studente in Europa, conobbe Bohr, Heisenberg ed altri fisici, al ritorno in America, dove dopo un periodo come docente a Berkeley, gli verrà affidata la direzione del progetto Manhattan, fino a dopo la guerra, quando passerà da voce scientifica più autorevole dal paese ad essere protagonista di una “caccia alle streghe” a causa delle sue simpatie comuniste, evidenti soprattutto nel periodo di Berkeley prima della guerra.
Il film fa continuamente avanti e indietro nel tempo: il racconto principale segue cronologicamente la vita di Oppenheimer da quando era studente di Cambridge, ma è continuamente e quasi vorticosamente alternato ad episodi successivi alla guerra, che hanno funzione principalmente espositiva e svolgono il ruolo di “processo” ad Oppenheimer e agli altri personaggi. In particolare due episodi sono centrali e vi si torna molto spesso, come introduzione o commentario di episodi della storia principale. Questi due episodi sono l’interrogatorio di Oppenheimer e persone a lui legate da parte di una commissione per la sicurezza, e la successiva udienza di conferma al Senato dell’ammiraglio Strauss (Robert Downey Jr.), che fu presidente della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti d’America, e che ebbe dopo la guerra dei conflitti con Oppenheimer per quanto riguarda la gestione dell’arsenale atomico Americano e in particolare la costruzione della bomba a idrogeno (bomba H), con Oppenheimer che auspicava un dialogo coi Russi.
In queste due sedi simil-giudiziarie, non veri processi ma con effetti simili, si fa luce sul passato di Oppenheimer e Strauss, sui loro rapporti e conflitti. Sullo sfondo, la storia con la S maiuscola, il progetto Manhattan e la costruzione della bomba atomica, per un film che non lascia un attimo di tregua allo spettatore, continuando ad oscillare nel tempo e tra spazi pubblici e spazi privati, costruendo un ritratto a tutto tondo, complesso e sfaccettato, di un uomo che  ha inscindibilmente legato la sua vita ad uno dei avvenimenti più significativi della storia dell’umanità.


Valori Educativi



Il film ha il grande merito di stimolare lo spettatore su alcuni fondamentali interrogativi etici che hanno scosso e quasi generato “lo spirito” del dopoguerra e lo fa attenendosi nel modo più scrupoloso alla realtà dei fatti realmente accaduti

Pubblico

14+

Alcune scene di nudo femminile e di un incontro amoroso. La scena di un suicidio

Giudizio Artistico



Nonostante la durata e la scarsa presenza di scene d’azione o spettacolari, il film riesce ad appassionare per il modo con cui Nolan lo racconta, conducendolo come un’inchiesta avanti e indietro nel tempo in cui si fa luce sulla vita di Oppenheimer. Da sottolineare il montaggio sonoro, che, insieme ad alcune sequenze surreali, aiutano Nolan a squarciare il velo della nuda e cruda realtà, per essere usati come commento dell’interiorità e psiche del protagonista. Il cast è eccezionale, con una decina di nomi di primo calibro (attori come Casey Affleck, Gary Oldman e Rami Malek, che fanno letteralmente parti da 5 minuti)

Cast & Crew

Cillian Murphy

Robert Oppenheimer

Emily Blunt

Kitty Oppenheimer

Matt Damon

generale Leslie Groves

Florence Pugh

Jean Tatlock

Sceneggiatura

Our Review

Oppenheimer si preannunciava come una grande sfida per Christopher Nolan: da un regista che aveva sempre prediletto il genere thriller-action (pur con commistioni), l’annuncio di un film biografico sul padre della bomba atomica, Robert Oppenheimer, aveva lasciato molti interdetti. Ad oggi si può dire che la sfida sia vinta: grande successo di pubblico e critica per un film sicuramente di grande valore artistico e morale.
Nolan, pur cimentandosi in un genere per lui nuovo, non rinuncia ai suoi pallini: in particolare il dipanarsi del racconto tramite l’intreccio di più piani temporali, che conducono anche al frequente utilizzo (anch’esso tipico del regista) di un montaggio parallelo di grande intensità che, accompagnato da una colonna sonora roboante, tiene lo spettatore incollato allo schermo per 3 ore piene di film. Nonostante la durata e la scarsa presenza di scene d’azione o spettacolari, il film non annoia, anzi, riesce ad appassionare proprio per il modo con cui Nolan lo racconta, conducendolo come un’inchiesta avanti e indietro nel tempo in cui si fa luce sulla vita di Oppenheimer, tra luci e ombre, e dubbi che resteranno tali.
Il cast è poi eccezionale, con una decina di nomi di primo calibro (attori come Casey Affleck, Gary Oldman e Rami Malek fanno letteralmente parti da 5 minuti, e ci dimostrano, se mai ce ne fosse bisogno, la verità del vecchio adagio: “non esistono piccole parti, ma solo piccoli attori”). Forse solo un paio di personaggi risultano poco approfonditi e per questo forse un poco avulsi dal contesto, e mi riferisco a quelli di Florence Pugh e Rami Malek, a cui è riservato poco tempo e che quindi risultano abbozzati nonostante la loro importanza nella storia. Ma nel complesso Nolan gestisce molto bene una gran quantità di personaggi, senza fare confusione e approfondendo bene le relazioni tra di essi.
Altro aspetto del film da sottolineare è sicuramente il montaggio sonoro, che, insieme ad alcune sequenze surreali, aiutano Nolan a squarciare il velo della nuda e cruda realtà, per essere usati come commento dell’interiorità e psiche del protagonista Robert Oppenheimer. Esemplare in questo senso la scena in cui Oppenheimer fa un discorso dopo che è stata sganciata la bomba davanti ad una platea urlante ed esultante (non vado oltre per evitare spoiler, ma vedrete che la scena riserverà delle belle sorprese sia sul piano visivo che sonoro).
Oppenheimer è un film che non nasconde i problemi morali riguardanti l’atomica, ma li contestualizza molto bene, al punto che anche lo spettatore si trova in difficoltà se si domanda cosa avrebbe fatto al posto dei protagonisti. La necessità del male per evitare altro male, o del male per fare il bene, come sembrano sostenere idealisticamente Oppenheimer e gli altri scienziati quando parlano di un’arma per “far finire la guerra e tutte le guerre” è il tema di fondo del film. Ma nella storia non c’è spazio per l’idealismo, e come scoprirà il protagonista, il pragmatismo la fa da padrone, e tra equilibri geopolitici e lotte di potere, un’arma di distruzione di massa diventa la fine inevitabile di tre secoli di ricerca scientifica nel campo della fisica. La conoscenza è nelle mani dell’uomo, e finché il male albergherà nel suo cuore, anche la conoscenza potrà esser  rivolta verso il male. Uno degli scienziati, indeciso se entrare o meno nel progetto Manhattan, dice ad Oppenheimer: “Non voglio che il culmine di tre secoli di ricerca scientifica sia un’arma di distruzione di massa”. Ma di fronte all’urgenza di combattere i nazisti e alla terribile ipotesi di un’arma del genere nelle loro mani, gli scienziati americani non potevano ignorare l’imperativo morale di arrivare alla bomba prima dei nemici tedeschi. Forse poi si poteva evitare di sganciare la bomba su Hiroshima e Nagasaki, ma si sa, del senno di poi son piene le fosse, e la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Così, Robert Oppenheimer, lungi dall’essere un uomo malvagio, si troverà tormentato dai sensi di colpa, e i suoi tentativi di difendersi dai subdoli attacchi dell’accusatore della commissione non potranno che infrangersi in un’assordante silenzio, quello di una ambigua colpevolezza, piena di rimpianti e priva di scusanti.
Si può essere buoni in un mondo malvagio? Il film non sembra dare una risposta a questa domanda, e se finché si combattono i nazisti (il male personificato) la ricerca e i progressi degli scienziati del progetto Manhattan possono coinvolgerci e farci immedesimare nella loro gioia e speranza, una volta che la bomba è esplosa tutto si appiattisce, e l’entusiasmo provato in precedenza ci lascia attoniti di fronte all’umana ingenuità, anche la nostra, di fronte alla distruzione e alla morte, al male che  portiamo con noi. 

Autore: Nicolò Pedemonti

Details of Movie

Paese  USA Regno Unito
Tematiche (generale)
Tematiche-dettaglio
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