NON COSI’ VICINO
Un pensionato burbero e pignolo si mostra sgarbato con tutti i suoi vicini di casa. Porta dentro di sé la pena della morte della moglie e non trova consolazione. Un racconto semplice, quasi una favola, di un grande amore e di amicizia fra vicini di casa. Su SKY e su Netflix
Otto Anderson è un vedovo senza figli appena andato in pensione. Vive in un condominio fatto di villette a schiera con una propria strada privata. Si tratta di un uomo scorbutico e pignolo: ogni mattina “ispeziona” la strada condominiale per controllare se qualcuno è entrato senza permesso, se i rifiuti sono stati messi nei contenitori giusti o se qualche inquilino non ha raccolto le feci dei propri cani. Gli altri inquilini non si curano delle sue lamentele e cercano di ignorarlo. Quando è da solo, pensa ossessivamente alla moglie Sonya che ha amato intensamente. Non riesce a vivere senza di lei, vuole “raggiungerla” e medita il suicidio. Un giorno lo importuna Marisol, una signora incinta, messicana, che ha preso in affitto una casa del condominio assieme al marito e alle sue due figlie per chiedergli un cacciavite a forma di brugola. Lui, sbuffando, glie la dà in prestito. Il giorno dopo lei bussa di nuovo perché hanno bisogno di una scala e il giorno successivo eccola di nuovo con una richiesta urgente: il marito è stato ricoverato dopo esser caduto dalla scala e Otto deve assolutamente portare lei e i bambini in ospedale …
Valori Educativi
Il magnifico racconto dell’innamoramento e del matrimonio di un lui e di una lei. L’amicizia e la solidarietà fra vicini di casa
Pubblico
10+Il protagonista tenta più volte il suicidio ma il regista racconta questi gesti con molta ironia. Linguaggio diretto
Giudizio Artistico
Perfettamente nella parte, come sempre Tom Hanks ma molto espressiva anche Mariana Treviño nella parte di Marisol. La regia e la sceneggiatura risultano discontinui con momenti poetici e altri troppo prevedibili. Il film soffre inoltre di una eccessiva lunghezza.
Cast & Crew
Our Review
Il film è “piccolo” anche nella sua dimensione geografica: tutto si svolge intorno alle villette do un condominio, racconta i rapporti fra i componenti di questa esigua comunità che hanno fatto un lungo pezzo di vita assieme, dal loro ingresso in casa, appena sposati, fino ad ora, al tempo della vecchiaia (e della malattia, come l’amico Reuben, ora paralizzato). Se c’è un fattore nuovo, è l’arrivo di Marisol e della sua famiglia, una vero raggio di sole per quel condominio, non solo per l’onda di giovinezza che porta (le sue due bimbe, un terzo in arrivo) ma per la sua calda, sbadata, esuberante umanità.
Il regista Marc Forster (Neverland – Un sogno per la vita, Vero come la finzione) spalma sul personaggio di Otto le stesse pennellate di ironia che sono presenti nel romanzo a cui si ispira ( L’uomo che metteva in ordine il mondo dello scrittore svedese Fredrick Backman) e lo fa soprattutto quando le scene diventano drammatiche, come nei ripetuti, maldestri, tentativi di Otto di suicidarsi. Ciò contribuisce a costruire un racconto gentile, secondo lo stile del regista, senza strappi, né colpi di scena, verso la prevedibile “conversione” del burbero vedovo. Una narrazione forse troppo “pianeggiante” per buona parte degli spettatori.
Dove il film eccelle è proprio nel sogno. Il sogno del vedovo che ricorda quando era un giovane impacciato, buono come il pane, che un giorno, alla stazione, si accorge che un libro è caduto dalla borsetta di una ragazza che sta correndo a prendere il treno. Lui si affretta a raccogliere quel libro e a salire sul treno per cercare la ragazza, incurante del fatto che avrebbe dovuto viaggiare nella direzione opposta. Tutto poi procede per il meglio: la prima cena, il primo bacio, la laurea di lui in ingegneria, la proposta di matrimonio. Le storie romantiche sono sempre molto belle ma questa, insolitamente, è anche particolarmente realista, proprio perché mostra come i due siano fra loro perfettamente complementari, come è auspicabile in ogni matrimonio. Lei è dolce, affettuosa ma affronta con slancio la vita, esattamente ciò in cui Otto è carente. Ma anche lei cerca lui perché è così buono e onesto che lei può abbandonarsi con fiducia fra le braccia di un uomo da cui può aspettarsi solo affetto. Quando Otto confida a Marisol, che lui ha vissuto grazie a lei e che non può vivere senza di lei, la frase appare pienamente convincente. Viene in mente un altro vedovo quello di UP, il film di Disney+ che esordisce con una bellissima storia d’amore raccontata senza parole in soli quattro minuti
Meno riuscita, forse perché prevedibile, è la parte del burbero vedovo che riprende a interessarsi degli altri perché scopre che gli altri gli sono amici e si preoccupano per lui. Se il tema dell’amore fra Otto e Sonya è mirabilmente realizzato, con poche pennellate, il regista scantona dalla regola del show. Don’t tell e non riesce a trattenersi dal dire oltre che dal narrare. Ecco che da Otto escono frasi del tipo: “ho pensato troppo a me stesso: gli amici non fanno così” oppure, quando è diventato ormai il “nonno” per i figli di Marisol: “questa è vita!”.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Etichetta | Non classificato |
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Paese | USA |
Pubblico | 10+ |
Tipologia | Film |
Tematiche (generale) | Amicizia Amore e Famiglia |
Titolo Originale | A man called Otto |
Alessandro
Film di buoni sentimenti e godibile, ma troppo piatto e più lungo del dovuto, mostra decisamente troppo sul tema del solito vecchio burbero che si scopre buono. Remake del meglio riuscito scandinavo “Mr Ove” .
Film di buoni sentimenti e godibile, ma troppo piatto e più lungo del dovuto, mostra decisamente troppo sul tema del solito vecchio burbero che si scopre buono. Remake del meglio riuscito scandinavo “Mr Ove” .
Mauro
La trama ricorda Gran Torino di Clint Eastwood..anche questo simpatico e..buono..in tutti i sensi
La trama ricorda Gran Torino di Clint Eastwood..anche questo simpatico e..buono..in tutti i sensi