MIA

2023108 min14+

Mia è una serena ragazza di 15 anni che si innamora di un ragazzo più grande di lei e che  la trascina all’interno di un amore morboso e ossessivo. Un film crudo e doloroso che denuncia ma che non risolve. Su Prime Video.

Roma. La 15enne Mia s’innamora del 20enne Marco, morboso e violento. Un amore ossessivo e possessivo, che minaccia seriamente la serenità della ragazzina. La vita della sua famiglia, semplice, moderna, viene così sconvolta; nessuno riesce a far aprire gli occhi a Mia sulla realtà che sta vivendo un (primo) amore tossico. Il padre, Sergio, cerca di proteggere la figlia adolescente che riesce ad allontanarsi e a ricominciare a vivere, finché non s’imbatte in ostacoli più grandi di lei che la sovrastano…


Valori Educativi



Il film può considerarsi positivo nella misura in cui evidenza, sopratutto a beneficio di tutto l’orrore di una relazione ossessiva vissuta come sopraffazione dell’altro visto come cosa propria ma manca di trasmettere il calore genitoriale ed il vero senso dell’amore come unico ingrediente capace di illuminare ogni ambito dell’essere umano

Pubblico

14+

Presenza di scene crude, intrise di realismo, disperazione, talvolta scioccanti. Revenge porn, stalking

Giudizio Artistico



Il film realizza un’ attenta esplorazione dell’animo umano, nella famiglia contemporanea, con la sensibilità appassionata e paterna della regia che con la tecnica della macchina a mano entra nella stanza dell’adolescente Mia restituendone allo spettatore i drammi e le contraddizioni più profonde. Veri tutti i protagonisti anche i più giovani, in particolare la debuttante Greta Gasbarri. Il film finisce per debordare verso il finale in una sequela di scene madri che portano il film a  un apice raccapricciante. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d’Argento 2023

Cast & Crew

Our Review

MIA

Adolescenza, seduzione morbosa, revenge porn, amore per i figli incapace di arricchire fornire le motivazioni “alte”. Sono i temi forti di questo film “forte”. “Lei non è più tua, è mia. Dopo tutto sei tu che l’hai chiamata così, no?” Frase emblema del film. Mia è una bella ragazzina di quindici anni, frequenta il liceo, gioca in una squadra di pallavolo, ha un gruppo fisso di amiche con le quali condivide il tempo…festicciole e pettegolezzi sciocchi…niente di più…

Ma al centro della storia, c’è anche il padre Sergio, infermiere del 118; con la mamma, Valeria casalinga; i tre abitano in una modesta casa  nel quartiere Ostiense di Roma.

I figli crescono e a quindici anni non sono più quei bambini ripresi nei filmini di famiglia… i due genitori se ne accorgono nel modo più drastico quando per Mia, appena adolescente, arriva il primo amore.

Al suo esordio cinematografico Greta Gasbarri, nella parte di Mia, interpreta in modo autentico il ruolo di una ragazza come tante; viene avvicinata da un ragazzo inizialmente capace di nascondere quello che in realtà è,  Riccardo Mandolini, nella difficile parte del manipolatore  Marco.

Fra i due giovani è da subito evidente l’eccessiva differenza d’età, vissuta da Mia come un vanto, tanto che si sottrae invece alle attenzioni sincere ed innocenti di un compagno di scuola, seguendo una logica d’importanza completamente fuorviata anche da un contesto sociale diffuso, che ci vuole al top nell’apparire (grazie all’impiego dei social media) quanto invece al ribasso nell’essere, ricercare inoltre l’autostima, al di fuori di noi stessi. Marco,  ventenne  arrogante, di famiglia benestante, ha fin da subito un impatto forte nella vita di Mia (dopo appena un pomeriggio trascorso insieme il ragazzo ha scritto a  grosse lettere, sulla pavimentazione sotto la sua finestra “Mia per sempre mia”, costringendo i genitori a dover ripulire).

La storia fra i due ragazzi non viene vissuta con graduale coinvolgimento ma emergono comportamenti morbosi estremi, ossessivi fino alla violenza e di fronte ai quali la ragazzina non mostra di possedere filtri e strumenti adeguati rispetto ai passi che compie. Il film ritrae una realtà dove i media la fanno da padroni, accompagnati da una leggerezza valoriale nel quotidiano, disarmante quanto concreta. La facciata di una famiglia serena cela un vuoto di sostanza tale da alimentare le fragilità che troviamo in Mia.

MIA

Nel contesto troviamo anche il particolare rapporto che c’è tra padre e figlia ma questo non viene abbastanza sviluppato come senso di responsabilità della figura paterna, in grado di fornire le motivazioni più alte, condivise e testimoniate, con cui poter effettuare scelte adulte e consapevoli.

Mia passa così precocemente dall’essere la “bella di papà” alla fidanzata oggetto, obbediente e abbandonata al bel ragazzo Marco, in modo incredibilmente ingenuo ed indifeso, fino a venir trascinata, in modo subdolo,  oltre una soglia che non pensava di superare

Realtà scioccante ma diffusa, che deve trasformarsi in ottima occasione confrontarsi ed interrogarsi come adulti e come comunità.

Non si può dire che sia un film bello ma bensì un potente  dramma familiare angosciante che procede trascinando lo spettatore in un crescendo di palpabile tensione, a partire da situazioni ancora gestibili fino a debordare verso il finale in una sequela di scene madri che portano il film a  un apice raccapricciante.

Il regista, Ivano De Matteo, aggiunge  alla propria filmografia, quest’opera, l’ennesima in cui esplora l’animo umano come ha fatto nei suoi precedenti lavori (Gli Equilibristi, 2012 – I nostri Ragazzi, 2014 –  Villetta con Ospiti, 2019); in questo però lo  sentiamo particolarmente coinvolto essendo anche lui padre di un’adolescente.

Molti sono i temi a cui vuole dare voce, nella parabola del film: predomina il rapporto padre-figlia, poi la complessità delle scelte degli adolescenti e degli adulti, il revenge porn (già ripreso in altri film come Nudes o serial come Euphoria), sino alla depressione post-traumatica che assale le vittime di amori tossici e malati. A tutto ciò, come elemento discutibile ma esemplificativo, aggiunge il desiderio di rivalsa di un padre che vuole farsi giustizia a modo suo.

Questo film risulta difficile da digerire e rimane a lungo impresso lasciando un profondo senso di ingiustizia e di impotenza di fronte a tanto male in una relazione fra ragazzi contemporanei, che si dipingono innamorati!

Lancia almeno un messaggio educativo come monito a tutti i genitori di figli adolescenti: la prima cosa da insegnare ai figli quando inizia l’età degli amori è saper riconoscere e immediatamente ritrarsi dai rapporti privi del dono reciproco che rendono schiavi e spengono il sorriso.

Si mostra però carente di spunti su quali siano le basi e gli ingredienti di un’affettività sana e non orienta chiaramente verso una scala valoriale diversa (più elevata) da quella dominante.

Autore: Serena Menichetti

Details of Movie

Paese ITALIA
Tipologia
Tematiche (generale)
Tematiche-dettaglio
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