LUNANA – IL VILLAGGIO AI CONFINI DEL MONDO
Un giovane del regno di Buthan desidera solo migrare in Australia ma si ritrova a insegnare in un paesino sotto l’Himalaya. Un percorso di formazione che lo porta a scoprire il valore dell’insegnamento e la bellezza di una comunità che sa vivere delle poche cose che valgono vermente. In Sala
Ugyen è un giovane insegnante del regno di Bhutan, situato sulla catena himalayana, confinante con la Cina e l’India, di fede buddhista. Di mestiere insegnante, aspira a migrare in Australia, dove conta di avere successo come cantante. Il provveditorato non accetta le sue di dimissioni: per contratto deve ancora completare il suo periodo di servizio e viene quindi mandato a insegnare nella scuola unificata di Lunana, 56 abitanti in tutto, posta a 4.800 metri di quota. Accolto al capolinea dell’autobus (e alla fine della strada asfaltata), da una guida, inizia un percorso a piedi fra le montagne che dura otto giorni. Accolto con un caloroso benvenuto da tutto il villaggio, entra nell’unica aula della scuola locale, dove il freddo è trattenuto solo dalla carta che è stata posta alle finestre, Il giorno dopo Ugyen va dal sindaco: non crede di potercela fare a insegnare in quelle condizioni. Gli viene fatto notare che ci vorrà una settimana per organizzare il suo rientro e nel frattempo viene invitato a fare conoscenza con i suoi alunni…
Pawo Choyning Dorji
Pawo Choyning Dorji
Valori Educativi
Il protagonista Ugyen scopre la sua missione da insegnante, la solidarietà di una piccola comunità, la nostra eccessiva dipendenza da tanti oggetti di consumo
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Un racconto essenziale ma vero, sostenuto da attori non professionisti, che riesce a portare anche noi a 4800 m di altezza, E’ stato candidato all’Oscar 2022 come miglior film internazionale
Cast & Crew
Regia
Pawo Choyning Dorji
Sceneggiatura
Pawo Choyning Dorji
Our Review
Ugyen è giovane e ama divertirsi di sera con i suoi amici e la sua ragazza nei locali notturni. Thimphu, la capitale del Buthan dove vive, è in tutto uguale a qualsiasi cittadina occidentale con il suo traffico caotico ma le immagini che abbiamo di questo suo vivere da cittadino durano poco. Una parte estesa del film ci descrive il lungo cammino che deve compiere per arrivare alla sua meta e il primo impatto con Lunana. In quegli otto giorni di cammino, in quella sua prima notte a 4800 metri senza riscaldamento, è evidente il suo processo di spoliazione, di de-occidentalizzazione. All’inizio del suo percorso a piedi, procede ancora con gli auricolari nelle orecchie, per ascoltare quella musica che è ancora il suo mondo, incurante delle possenti montagne che lo stanno progressivamente avvolgendo. Arrivati a destinazione, non c’è elettricità né campo per il cellulare. La spogliazione è completata. La sua voglia di tornare indietro, dopo un giorno dal suo arrivo, è frutto di un processo incompiuto. Lui vuole vivere, non vuole sopravvivere, anche se gli abitanti sono tutti gentili e non lo privano delle cose essenziali come il mangiare e le coperte per coprirsi. Poi accade qualcosa: Ugyen apre una scatola di latta dove il precedente insegnante ha lasciato i suoi “attrezzi del mestiere”. E’ ben poca cosa: qualche matita colorata, qualche quaderno. Non c’è altro. Anche quando entra in classe, salutato da quei bimbi che si alzano all’unisono tutti in piedi, si accorge che non c’è neanche la lavagna: bisogna scrivere sulla parete.. La sua vita ritrova un senso. Lo ritrova nei volti di quei bambini che pendono dalle sue labbra e hanno tanta voglia di imparare, nella rabbia che sente dentro di se’ per non aver strumenti adeguati per insegnare.
Ugyen si deve, giocoforza, adeguare all’economia essenziale del luogo: gli Yack sono tutto: carne, latte ma soprattutto il loro sterco secco è unico materiale combustibile disponibile per la stufa; la carta è più preziosa dell’oro e viene usata per coprire le finestre senza vetri, ma Ugyen è tornato a vivere: si sente utile in quel microcosmo umano. Se tutto è piccolo, essenziale , se guardato ad altezza d’uomo, tutto il paesaggio intorno parla di infinito. Non ci sono riferimenti espliciti al buddhismo in questo film, ma l’armonia con la natura è l’altra esperienza che Ugyen prova. Conosce una ragazza che canta ogni giorno di fronte alle montagne, con una solennità e un’ispirazione a lui sconosciute, perché, come lei stessa dice: “mi troverai sempre qui a cantare l’universo”.
E’ stato detto, da molti, che Ugyen ha ritrovato l’amore per la sua terra. Questo è vero nell’ultimo aspetto che abbiamo descritto, in sottile polemica con gli affanni dell’Occidente. Ma è anche vero che quando scopre il suo valore come insegnante, ci troviamo di fronte a qualcosa di universale, che tocca da vicino tutti noi. Un giusto elogio al potere trasformante dell’insegnamento già visto in altri film, come nell’americano Freedom Writers, Essere e avere, Ricomincia da oggi, La classe-Entre le murs,, Vado a scuola)
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Etichetta | FamilyOro |
---|---|
Paese | BUTHAN |
Tematiche (generale) | Educazione Educazione dei Giovani |
Tipologia | Film |
Titolo Originale | LUNANA: A YAK IN THE CLASSROOM |
Tematiche-dettaglio | Infanzia ed Elementari |
There are no reviews yet.