LOVE AND SECRETS

David Marks è il rampollo triste e problematico di una dinastia di immobiliaristi newyorkesi. Un giorno incontra Katie, una ragazza bella e semplice che con il suo amore sembra dagli la forza di scegliere un destino lontano dai torbidi “affari di famiglia”. Ma David non è capace di vivere senza l’appoggio dei soldi dell’ingombrante padre e torna a lavorare con lui. Pian piano torna preda dei suoi demoni e la vita accanto a Katie, che si sente prigioniera, diventa più difficile. Poi un giorno Katie scompare misteriosamente…

Ispirato ad un famoso caso di cronaca newyorkese mai risolto, il film è più lo studio di una personalità profondamente turbata che un thriller,
 
 


Valori Educativi



Uno sgradevole caso di aborto procurato

Pubblico

18+

Alcune scene sensuali, scene di violenza e uso di droga.

Giudizio Artistico



Il film gioca bene sull’alternarsi del racconto in diretta degli aventi, frustrando le attese del pubblico con il racconto di una tragedia che è tutto fuorché catartica. Un gioco che proprio per questo resta soprattutto intellettuale e che lascia inevitabilmente turbati ma in definitiva un po’ freddi:

Cast & Crew

Our Review

Ispirata ad un famoso caso di cronaca newyorkese mai risolto (la sparizione della moglie del miliardario Robert Durst, poi coinvolto in un altro caso di omicidio), la pellicola di Andrew Jarecky è più lo studio di una personalità profondamente turbata che un thriller, come si presenta, un elemento che il pubblico dovrebbe tenere presente quando verso i tre quarti del film il vero e proprio “mistero” non gli apparirà più come tale.

David Marks è un personaggio che ispira nello stesso tempo una profonda inquietudine (parla da solo, ha abitudini allarmanti in fatto di vestiario ma non solo) e un’invitabile compassione.  È forse questa, prima ancora che il suo fascino o la sua ricchezza, come suggerisce suo padre, ad attirare (e poi far restare al suo fianco) Katie McCormack, una ragazza semplice e generosa, che vede in lui tutto il buono e si dimostra sfortunatamente cieca di fronte ai suoi tanti punti oscuri.

Un’oscurità che ha a che fare con gli affari di famiglia (i Marks hanno proprietà immobiliari in zona Time Square, che all’epoca, più che musical e negozi alla moda, significava sale da gioco, locali per spogliarelli e altri traffici equivoci), ma anche con un passato doloroso e mai rimosso, il suicidio della madre cui il padre lo ha “costretto” a essere testimone. David vive nell’odio dei suoi ma anche di se stesso e l’amore di Katie non sembra in grado di scalfire questo muro di dolore e di solitudine.  È questa la causa dell’aborto a cui lui la costringe (lasciandola sola in clinica a causa di una emergenza “polizia” sui luoghi delle abituali riscossioni), un evento che mina definitivamente il loro rapporto ponendo le basi di una tragedia che, per ragioni di verità processuale (Durst è stato sospettato dell’omicidio della moglie ma non condannato), resta in parte solo intuita.

Il film gioca bene sull’alternarsi del racconto in diretta degli aventi, l’interpretazione (evidentemente non affidabile) che lo stesso David ne dà sotto interrogatorio, e l’ipotesi (fantasiosa ma non troppo) su come le cose possano essere realmente andate, giocando sulle aspettative del pubblico e frustrandole con il racconto di una tragedia che è tutto fuorché catartica.

Un gioco che proprio per questo resta soprattutto intellettuale e che lascia inevitabilmente turbati ma in definitiva un po’ freddi: Katie è una vittima predestinata e fino ad un certo punto consenziente (come del resto molte altre vittime di violenza), ma si ha la sensazione che non sia il suo il destino che sta a cuore al regista e agli sceneggiatori.  Un po’ come i documenti compromettenti che la povera Katie invia ad un potente senatore poco prima di scomparire e che vengono “rinviati al mittente” perché “affari privati”. Anche la procuratrice che riapre il caso a distanza di vent’anni sembra più interessata alle implicazioni politiche che a fare giustizia a una donna troppo fiduciosa per il suo stesso bene.

Come il corpo di Katie non sarà mai trovato, la mente di David (smarrita inevitabilmente, genialmente perfida) resterà sepolta chissà dove (nella realtà il personaggio a cui è ispirato è andato assolto, la dinamica dei fatti mai ricostruita) e non è chiaro a chi debba importare e chi se ne debba dolere. Mentre la pellicola si perde nelle follie sempre più eccentriche di David e in ricostruzioni indimostrabili dell’accaduto, non riusciamo mai a credere davvero per un momento che le cose sarebbero potuto andare diversamente, che il destino non sia già scritto e destinato a ripetersi (“Ora sono come te” dice David al padre nel terribile climax della storia).

 

Autore: Luisa Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale All good things
Paese USA
Etichetta
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