LA STORIA DI AGNES BROWNE

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Dublino, 1967: la scena si apre con Agnes Browne, madre di sette figli tra i 14 e i 2 anni, che va a denunciare la morte del marito, appena avvenuta, e comincia le pratiche per ottenere il sussidio familiare: poche sterline alla settimana, che però sono molte rispetto al ristrettissimo budget familiare, costituito soltanto dai proventi del suo banchetto di frutta e verdura al mercato.

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Una famiglia numerosa, portata avanti con dignitosa povertà di mezzi, ma orgogliosa ricchezza di umanità; l’ottimismo di fondo, che lascia trapelare una religiosità schietta, ma robusta

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Angjelica Hustom è ottima attrice e regista in grado di dosare con equilibrio l’alternarsi di scene comiche con quelle patetiche

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I l clima, nonostante l’assoluta povertà, è sereno e la lotta per affrontare le difficoltà presentate dall’esistenza quotidiana risulta ottimista, contro ogni apparente speranza.

Su questo sfondo si sviluppano vari avvenimenti, dal funerale da organizzare al defunto marito ai conseguenti ricatti dello squallido strozzino che ha prestato le 40 sterline necessarie; dai primi problemi adolescenziali del figlio maggiore alle confidenze femminili – a metà tra l’ingenuo e il piccante – tra Marion e Agnes; da un’improvvisa malattia di Marion al gradevole corteggiamento che, mesi dopo, Agnes subisce da parte di un aitante ma non invadente fornaio francese.

Della storia è bene non rivelare altro, se non che la regista riesce, sapientemente, a evitare di scadere in quel genere di drammone patetico/melassoso che miete già tante vittime al cinema, imbastendo invece un lieto fine sorprendente ma per nulla posticcio.

I motivi per vedere il film sono numerosi: dal punto di vista tecnico, Anjelica Huston si conferma una splendida attrice (tra i film più recenti ricordiamo una sua ottima interpretazione nello strepitoso Misterioso omicidio a Manhattan, di Woody Allen) e si rivela un’ottima regista, in grado di dosare con equilibrio l’alternarsi di scene su registri differenti (dal comico, inaspettatamente infilato in scene apparentemente tristi, all’improvviso dramma che s’innesta su sequenze vivaci e radiose).

Ma anche i contenuti sono decisamente interessanti: le problematiche di una famiglia numerosa, portata avanti con dignitosa povertà di mezzi, ma orgogliosa ricchezza di umanità; l’ottimismo di fondo, che conduce ad affrontare situazioni oggettivamente difficili senza scadere nell’autocommiserazione, né scendere a patti con l’illegalità, e che lascia trapelare una religiosità schietta, ma robusta; l’amicizia femminile (pur con alcune, insistite cadute di gusto nei dialoghi – talvolta ai limiti dell’osceno, ma spesso "conditi" di irresistibile ironia – sulle esperienze sessuali delle due donne); e soprattutto alcune perspicaci note sull’educazione dei figli, da abituare alla responsabilità delle proprie azioni (come accade quando uno dei ragazzini finisce nella ragnatela dello strozzino).

La pellicola si inserisce, idealmente, in un filone di film piuttosto recenti ambientati nei bassifondi irlandesi o inglesi, tra i quali spiccano i sensazionali The Snapper e Febbre a 90°, dei quali condivide pregi (ambientazione, ricchezza di valori umani e di temi interessanti gettati sul tavolo) e difetti (una certa "grossolanità" nel linguaggio e in alcune situazioni, che li rende consigliabili, ma con riserve).

Insomma, un film che decisamente si presta sia a una visione "disimpegnata", sia a dibattiti non privi di interesse, riservati comunque a persone maggiorenni e mature, tanto dal punto di vista emotivo quanto cinematografico.

 

Autore: GDM

Details of Movie

Titolo Originale Agnes Browne
Paese Irlanda
Etichetta
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