LA PASSIONE DI CRISTO (S. Mastrobuoni)
Dalla notte di angoscia e preghiera fino a sudare sangue, alla crocifissione sul monte Calvario, il film narra le ultime ore di sofferenza di Gesù di Nazareth che condannato a morte dal sinedrio di Gerusalemme viene giustiziato per mano dei soldati romani che governavano la giudea.
Valori Educativi
0Pubblico
Giudizio Artistico
0--
Cast & Crew
Regia
Mel Gibson
Our Review
“La Passione di Cristo” non è un film banale, perché non è banale l’
argomento che tratta, la passione di Nostro Signore. E’ un film duro, violento ma perché così deve essere stata la flagellazione, la via del calvario e la crocifissione di Cristo, come si deduce non solo dai vangeli ma anche dai documenti degli storici su come i romani sottoponevano a tortura i condannati delle province. Prima di adesso forse non avevamo mai immaginato veramente la passione, forse molti di noi avevano un’idea un po' stilizzata della flagellazione, della corona di spine e della crocifissione.
In questi giorni molti si sono domandati se tutto il sangue mostrato nel film era necessario. Ma è necessaria tutta la violenza presente abitualmente nei film e nella televisione degli ultimi tempi? Non vogliamo invece vedere l’unico spargimento di sangue che ha un senso nella storia dell’umanità? Evidentemente dopo 2000 anni la figura di Cristo è ancora scomoda. Come se non fosse necessario tutto il sangue versato da Cristo.
Nonostante i brevi dialoghi, il film ci porta in profondità nella figura di Gesù Cristo, della Madonna e degli apostoli. Si scopre l’amore di Cristo che paga per tutto il male fatto dagli uomini, che dopo la battitura alla colonna con le verghe si rialza per prendersi anche i colpi di flagello pur di colmare la misura e pagare per ogni singolo peccato di ogni uomo. Cristo che taceva di fronte all’umiliazione, che pur con un solo occhio si rivolge a ciascuno di noi con sguardo di misericordia ed effonde tutta la sua grazia su chi ricambia quello sguardo (la Madonna, Pietro..). Si scopre il cuore materno della Madonna, la sua completa accettazione della volontà di Dio, il dramma di fede di Giuda e di Pietro. Si scopre anche la figura di Ponzio Pilato e della moglie Claudia: personaggi chiave, in particolare il governatore romano, della vicenda storica. Il film aiuta anche a capire come agisce il maligno e come si compiaccia dell’ingiustizia e della perdizione delle anime (quella di Giuda, quella del ladrone cattivo). Ma molti altri ancora sono i momenti sublimi nel film in cui attraverso vari personaggi (la Veronica, Simone cireneo, il centurione..), parole e incroci di sguardi con Gesù, riflettiamo sulla fede, su come ciascuno di noi si pone veramente di fronte al sacrificio di Cristo. Durante la visione delle sofferenze di Nostro Signore nasce allora il desiderio di conversione, di una conversione profonda. Cresce il sentimento di dolore per l’ingiustizia del processo, dolore per l’accanimento dei romani sul corpo massacrato di Gesù e dell’empietà dei rabbini e dei farisei che perseguono l’eliminazione di Cristo (ormai moribondo dopo la flagellazione) senza risparmiargli nulla. Ma non per questo è un film antisemita, perché le parole pronunciate e i gesti dei rabbini seguono fedelmente il testo dei vangeli (forse anche i vangeli sono antisemiti?), ma ricordiamo che né la Madonna né gli apostoli mostrano odio per il sinedrio, né il Signore (che dice a Pietro di riporre la spada). Inoltre, sul finire, con il velo del tempio squarciato dopo la morte di Cristo, forse affiora il pentimento di Caifa che si mette le mani nei capelli. La disperazione più cupa ci prenderebbe se il film finisse qui, ma come ben sappiamo torna la speranza e la gioia con l’apertura del sepolcro e la luce che illumina il volto glorioso di Cristo risorto che annunzia “faccio nuove tutte le cose”. E’ iniziata un’altra era della storia dell’umanità dove tutto ha un’altra luce.
Di altissimo livello le recitazioni di tutti gli attori. Colpisce la recitazione di Maia Morgester nella parte di Maria e la breve ma intensa apparizione di Sergio Rubini nella parte del buon ladrone Dimas. La brillante regia di Gibson da' ritmo alla vicenda, riesce a trasmettere la paura di fronte alla violenza, la confusione delle gole inferocite del popolo, il senso del dolore fisico, l’angoscia della solitudine e del tradimento. Grande parte ha poi la fotografia che complementa perfettamente il contenuto delle scene: dall’atmosfera nebbiosa e oscura del Getsemani, alla notte del processo, alle tenebre della morte di Cristo fino allo squarcio di luce che annuncia la resurrezione. Di alta qualità anche il trucco e gli effetti speciali.
Autore: Stefano Mastrobuoni
Details of Movie
Titolo Originale | The Passion of the Christ |
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Paese | USA |
Etichetta | FamilyOro |
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