LA MIA FEDELE COMPAGNA
La storia vera di Brad Cohen, malato della sindrome di Tourette, e di come, con impegno e determinazione, riesce ad essere “l’insegnante che non ha mai avuto”. Il raggiungimento di un successo, il coronamento di un sogno nato dal buon esempio di un preside, nonostante avversità, pregiudizi e una profonda ignoranza nei confronti della sua malattia. Disponibile su Youtube.
Brad Cohen è un ragazzino sveglio, vivace, simpatico e molto intelligente. Purtroppo, però, ha dei comportamenti strani (emette suoni senza senso ed mostra continui tic nervosi) che irritano il padre e infastidiscono compagni e insegnanti a scuola, distraendoli durante le lezioni. Il suo comportamento, a detta di medici troppo superficiali e poco preparati, è considerato un capriccio, un modo per attirare l’attenzione per il divorzio dei suoi genitori. Ma lui insiste nel dire che questo suo modo di essere è indipendente da lui: emette rumori e fa gesti per lui incontrollabili. Non arrendendosi mai, davanti ai continui rifiuti imposti al figlio dalle varie scuole che frequenta, la mamma si decide ad andare a fondo per capire cosa avesse il figlio. Scopre, quindi, che il bimbo ha la sindrome di Tourette: e in questo modo aiuta anche il medico a comprenderlo. Da allora la sua vita cambia, ma non gli mancheranno le difficoltà per realizzare il sogno della sua vita accompagnato da una malattia che diventa “la sua fedele compagna”.
Peter Werner
Thomas Rickman
Valori Educativi
Il protagonista mostra una grande determinazione nel raggiungimento dei suoi obiettivi nonostante i momenti di sconforto. La figura della mamma si dimostra molto materna e attenta nell’educazione del figlio. Un preside che, tra i tanti esempi negativi, mostra cosa significhi davvero insegnare.
Pubblico
TuttiFilm adatto a tutti: alcune scene consigliano una visione accompagnata per i più piccoli quando si parla della morte di una delle alunne del protagonista.
Giudizio Artistico
Il film non brilla per la scenografia e la fotografia, ma il messaggio che viene trasmesso è molto impattante e carico di significato umano.
Cast & Crew
James Wolk
Dominic Scott Kay
Treat Williams
Patricia Heaton
Regia
Peter Werner
Sceneggiatura
Thomas Rickman
Our Review
A volte basta davvero poco per sconfiggere il pregiudizio e l’ignoranza: lo sanno benissimo le migliaia di insegnanti impegnati ogni giorno per aiutare gli studenti ad uscire da sé stessi e ad aprirsi alla bellezza che c’è nel mondo. Per fare ciò ci vuole uno sguardo in grado di meravigliarsi; lo stesso sguardo che si vede negli alunni di Brad, il protagonista del film, quando spiega ai suoi piccoli alunni che lui ha la Sindrome di Tourette. Ed è lo stesso sguardo che, un preside illuminato (Myer), dopo tanti altri incapaci perché impreparati, suscita negli alunni della sua scuola mostrando a tutti, insegnanti e studenti, come si possa vincere ogni repulsione, pregiudizio e ignoranza, attraverso l’accoglienza e la conoscenza di chi appare diverso, solo perché malato. E Brad, voice over che racconta la sua storia, commenta: «poche parole, un po’ di educazione ed era come aver aperto una porta su un mondo completamente nuovo». E questo anche perché, «i bambini guardano alla vita in modo diverso da molti adulti. I bambini dicono “io voglio” non “io non posso”».
È infatti questa la scena principale del film, introdotta dalle solenni note dell’Inno alla Gioia di Beethoven (suonato dall’orchestra della scuola), che suscita nel cuore del protagonista il sogno della sua vita: essere il maestro che lui non ha mai avuto. Il preside, infatti, aiuta il piccolo ragazzino a vincersi e a spiegare a tutti che lui è malato e non faceva quei gesti e rumori strani per mettersi in mostra. Una malattia che lo accompagna dall’età dei sei anni e, per questo motivo, diventa “la sua fedele compagna” fino alla realizzazione del suo desiderio di insegnare ai più piccoli ai quali fa capire, con la vita più che con le parole, che non devono mai arrendersi, come ha fatto lui nel corso della sua vita.
Il film è ispirato ad una storia vera e tratto dal libro Front of the Class: How Tourette Syndrome Made Me the Teacher I Never Had (Davanti alla classe: come la Sindrome di Tourette mi ha reso l’insegnante che non ho mai avuto).
Difficile il rapporto con il padre incapace di accoglierlo (la scena iniziale dell’abbraccio negato è molto espressiva) perché si porta dentro i sensi di colpa dei fallimenti e delle difficoltà del piccolo Cohen, pensando che la malattia è colpa sua. Solo la madre gli sta accanto senza mai arrendersi; e sarà proprio lei – spinta dall’immane sofferenza per i rifiuti imposti al figlio – a scoprire quale era la natura vera del comportamento e dei fastidiosissimi rumori del bambino.
Brad, comunque, nonostante la sua carica positiva e la straordinaria forza di volontà nell’affrontare i tanti disagi, vive anche di paure che, pian piano deve combattere: quella, ad esempio, di innamorarsi perché teme di fare del male a chi ama, mentre, in realtà, ha paura di fare del male solo a sé stesso in caso di un rifiuto, dell’ennesimo rifiuto.
Il film merita di essere visto, magari in famiglia, anche per riflettere sulle tante volte in cui ci si lascia vincere dal pregiudizio e non si è in grado di andare oltre sé stessi per capire meglio.
La scena finale e il discorso finale (non sveliamo i particolari per non spoileare) sono la sintesi perfetta di quello che lui è stato capace di trasmettere ai suoi piccoli alunni grazie al fatto che ha sempre cercato di essere una persona migliore. Compito richiesto ad ognuno di noi.
Autore: Enzo Vitale
Details of Movie
Etichetta | FamilyOro |
---|---|
Paese | USA |
Pubblico | Tutti |
Tipologia | Film |
Titolo Originale | Front of the Class |
Tematiche (generale) | Da una storia vera Malattia incurabile |
Mariastella
Bello il film, altrettanta bella e chiara la recensione
Bello il film, altrettanta bella e chiara la recensione
Terry
Quando mi hanno consigliato di vedere questo film, dal titolo che ne riportava, immaginavo si trattasse di un film romantico. Pensavo che “la fedele compagna” si riferisse ad una persona fisica di cui il protagonista si fosse innamorato e con la quale avesse condiviso tutta la sua vita. Nella mia mente, romantica come sono, mi ero creata un finale a lieto fine.
Invece, mi lascia basita, perché “La fedele compagna” a cui il protagonista del film si riferisce altro non è, che la sua malattia: la sindrome di Tourette. Una malattia incurabile, che non l’ abbandonerà più, con la quale deve convivere giorno dopo giorno……da qui l’attributo”fedele”. Questo film, decisamente educativo, è un invito a non arrendersi mai nonostante le difficoltà, è un invito alla resilienza, il protagonista è stato capace di fronteggiare, resistere e riorganizzare positivamente la propria vita. È un invito a capire che la disabilità non deve essere considerata come un ostacolo alla realizzazione dei propri sogni. Anzi, al contrario, il protagonista fa della sua malattia un punto di forza. Infatti, alla fine del film ringrazia la sua disabilità chiamandola “la grande maestra”, in quanto è stata la lezione più importante della sua vita.
Un film da proporre tra i banchi di scuola affinché sia fonte di incoraggiamento per tutti coloro che vivono delle disabilità.
Ottima la recensione dell’autore!
Quando mi hanno consigliato di vedere questo film, dal titolo che ne riportava, immaginavo si trattasse di un film romantico. Pensavo che “la fedele compagna” si riferisse ad una persona fisica di cui il protagonista si fosse innamorato e con la quale avesse condiviso tutta la sua vita. Nella mia mente, romantica come sono, mi ero creata un finale a lieto fine.
Invece, mi lascia basita, perché “La fedele compagna” a cui il protagonista del film si riferisce altro non è, che la sua malattia: la sindrome di Tourette. Una malattia incurabile, che non l’ abbandonerà più, con la quale deve convivere giorno dopo giorno……da qui l’attributo”fedele”. Questo film, decisamente educativo, è un invito a non arrendersi mai nonostante le difficoltà, è un invito alla resilienza, il protagonista è stato capace di fronteggiare, resistere e riorganizzare positivamente la propria vita. È un invito a capire che la disabilità non deve essere considerata come un ostacolo alla realizzazione dei propri sogni. Anzi, al contrario, il protagonista fa della sua malattia un punto di forza. Infatti, alla fine del film ringrazia la sua disabilità chiamandola “la grande maestra”, in quanto è stata la lezione più importante della sua vita.
Un film da proporre tra i banchi di scuola affinché sia fonte di incoraggiamento per tutti coloro che vivono delle disabilità.
Ottima la recensione dell’autore!