Io & MARILYN
Gualtiero Marchesi fa il riparatore di piscine; sua moglie Romona lo ha abbandonato per un domatore di leoni ed ora vive nell'ambiente del circo con Martina, sua figlia adolescente. Gualtiero cerca di consolarsi con la compagnia degli amici; partecipa a una seduta spiritica e un po' per gioco, un po' sul serio rievoca lo spirito di Marilyn. L'iniziativa riesce ed è proprio la diva americana che ora gli da suggerimenti su come comportarsi per riconquistare sua moglie...
Valori Educativi
Il protagonista è vittima del conformismo sulle famiglie allargate e rinuncia a combattere per il suo amore
Pubblico
14+Linguaggio spesso esplicito
Giudizio Artistico
Il film non decolla perché la trovata dello spirito evocato di Marilyn è troppo debole e si ride poco
Cast & Crew
Regia
Leonardo Pieraccioni
Our Review
Pieraccioni ci riporta nella sua amata Toscana ma questa volta abbandona il piccolo borgo dove tutti si conoscono e rinuncia alle forti tipizzazioni caricaturali degli amici del bar per spostarsi in città, frequentare le grandi ville dei ricchi e circondarsi di amici che anche se non convenzionali (una coppia di omosessuali e un visionario in cura psichiatrica) vengono privati delle freddure da cabaret per una recitazione più convenzionale.
Per il cinepanettone 2009 Pieraccioni ha osato percorrere nuove strade, più spirituali, anzi più spiritiche ma l'operazione non è riuscita.
Non è stata sfruttata adeguatamente l'idea del Marilyn-fantasma ma sopratutto Pieraccioni ha finito per tradire la sua stessa comicità
Quella di Peraccioni è sempre stata una "comicità dell'imbarazzo": un novello Candide che si va a infilare in situazioni impossibili o imbarazzanti oppure si innamora di donne troppo affascinanti da cui resta perennemente spiazzato anche se, qualche volta, sul finale riesce a coronare il suo amore. Questa volta manca un preciso antagonista che inneschi l'imbarazzo: la figura della moglie che lo ha tradito è troppo sbiadita e le sue tradizionali spalle comiche (a incominciare da Ceccherini) sono state messe in second'ordine per lasciar spazio a un fantasma che "non si vede".
L'idea di dialogare con uno spirito certamente non è nuova nel cinema (dal più noto Provaci ancora Sam di Woody Allen al più recente Il mio amico Eric di Ken Loach) ed ha sempre avuto una precisa funzione narrativa. Humphrey Bogart aiuta il timido Woody a vincere la propria timidezza, lui che è sempre stato un duro; il campione del Manchester Eric Cantona aiuta un semplice impiegato delle Poste, suo fan, a mettere ordine nella sua complicata vita privata. Anche Marilyn appare perché invocata da Gualtiero e sembra intenzionata ad aiutarlo a ritrovare sua moglie ma a quanto pare il fantasma manca di una dote che ci si sarebbe aspettati: la preveggenza. I saggi suggerimenti della diva finto-svampita si riveleranno un buco nell'acqua e quel che è peggio, sembra che non comprenda il contesto e la psicologia dei personaggi (reali) coinvolti.
Il fantasma di Marilyn alla fine non risulta determinante ai fini della storia e dopo la prima parte del film dove Pieraccioni cerca di far ridere giocando sul tema dell' "io vedo , voi non la vedete," l'idea perde di mordente.
Gualtiero ha dei problemi reali da risolvere: riconquistare la moglie che convive con un domatore di circo e conservare l'affetto della figlia che ha seguito la madre. Pieraccioni si è sempre calato nella parte dell'innamorato in difficoltà ma ha sempre trovato l'amore e anche nel suo precedente film, Una moglie bellissima riesce a risolvere positivamente un caso di crisi coniugale; ma questa volta però il tono è particolarmente pessimistico, non solo per la conclusione negativa, ma perché il personaggio di Gualtiero, come ingabbiato nella sua gentile bonomia, rinuncia a combattere per il suo amore salvo guadagnarsi un consolatorio riavvicinamento alla figlia.
La situazione non è più comica quando Gualtiero accetta di partecipare alla festa di matrimonio della sua ex moglie, per non dispiacere alla figlia, come le ha chiesto Romona.
Non ci sono regole di comportamento definite su situazioni come questa: molto dipende dalle circostanze e molti potrebbero avere idee diverse. Resta da capire cosa sia meglio per una figlia: la presenza di entrambi i genitori al nuovo matrimonio della madre o l'astensione del padre dalla cerimonia. Sicuramente con la partecipazione si istituzionalizza un concetto di famiglia allargata, strana situazione dove i ruoli fra padre e patrigno finiscono per diventare incerti. Il non partecipare alla cerimonia, riservandosi di vedere la figlia in altre occasioni, può almeno avere il significato di sottolineare che il modo di concepire la famiglia è uno solo e tutti gi altri sono melanconiche contraffazioni.
Pieraccioni si è circondato per questo film di uno stuolo di comprimari più ampio del solito ma ad eccezione di Roco Papaleo, per gli altri c'è ben poco spazio per innescare situazioni comiche; Massimo Ceccherini ne risulta sacrificato.
Resta da commentare anche per questo film l'enfasi che viene data ai personaggi omosessuali, una vera e propria moda del momento per i film italiani: basti ricordare i più recenti Cado dalle nubi oppure Oggi sposi, un interesse totalmente spropositato rispetto alla realtà numerica di questo fenomeno. Viene il sospetto che più di cercare di "sdoganare" nel comune sentire l'equivalenza delle coppia etero-omosessuale, questi comici applichino ancora il becero sistema di trovare spunti ridicoli dal comportamento di tali persone.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Io & MARILYN |
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Paese | Italia |
Etichetta | Non classificato |
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