IL MAESTRO CHE PROMISE IL MARE
Un insegnante nella Spagna del 1935, regala ai suoi alunni il rivoluzionario metodo pedagogico di Celestine Freinet. La violenza franchista stroncherà la sua iniziativa. In sala
Ariadna, una giovane donna spagnola, sta cercando il luogo della sepoltura del bisnonno. Il nonno, gravemente malato, riesce a fornire soltanto poche informazioni: ecco che lei si dedica alla ricostruzione della successione degli eventi nella speranza di scoprire in quale fossa comune possano trovarsi le ossa del caro congiunto caduto vittima della dittatura franchista. Il bisnonno è stato uno degli studenti del maestro Antoni Benaiges che, nel 1935, arriva come insegnate a Banuelos de Bureba, un piccolo paese della provincia di Burgos. Lui ateo e di sinistra, segue la sua metodologia didattica molto interattiva e coinvolgente. Se viene accolta con entusiasmo dai dieci bambini della scuola, trova però l’ostilità del sindaco e del parroco del paese. Con l’avanzare della rivoluzione franchista, accusato di portare avanti idee comuniste, viene allontanato e ucciso prima di poter realizzare la promessa fatta ai suoi studenti: quella di portarli a vedere, per la loro prima volta, il mare
Valori Educativi
La passione di un professore per la formazione dei sui alunni esalta il grande valore dell’educazione. Anche se il film è ambientato nei momenti violenti della guerra civile spagnola (Tanti civili e non pochi sacerdoti vennero giustiziati), non sconfina in discussioni politiche
Pubblico
14+Non mancano scene di violenza esplicita, inclusa una esecuzione a sangue freddo
Giudizio Artistico
Il film si regge tutto sulla bravura del protagonista Enric Auquer nei panni di Antoni. Il suo sorriso e la sua presenza scenica sono capaci di trascinare tutto il pubblico in sala. La regia non riesce a gestire in modo pienamente comprensibile l’alternanza di due epoche storiche
Cast & Crew
Enric Auquer
Laia Costa
Regia
Patricia Font
Our Review
Passata qualche settimana dall’uscita in Italia del film Maria Montessori – La Nouvelle Femme, arriva sul grande schermo un’altra pellicola che, pur non essendo un vero e proprio biopic, racconta però in modo molto diffuso di un maestro e educatore spagnolo che ha utilizzato la pedagogia di Celestine Freinet: Antoni Benaiges.
Il lungometraggio della regista spagnola Patricia Font, partendo dalla storia vera del giovane insegnante spagnolo, riesce a dare al pubblico alcuni elementi di un metodo pedagogico nato del secolo scorso, uno spaccato del periodo durissimo della guerra civile spagnola e un racconto familiare segnato dalla malattia e dalla sofferenza.
I racconti sono due, uno ambientato nel 2010 e uno nel 1935, e procedono in modo abbastanza lineare. Bisogna riconoscere che nel montaggio, la scelta di alternanza delle due storie, in alcuni momenti rende un po’ faticosa la comprensione dei fatti.
Se le donne protagoniste della narrazione ambientata in epoca contemporanea non brillano particolarmente per la loro performance attoriale, con grande soddisfazione si può dire l’esatto contrario di Enric Auquer nei panni di Antoni. Il suo sorriso e la sua presenza scenica non coinvolgono solo i bambini, ma sono capaci di trascinare tanto dentro la classe o quanto negli ambienti dove tiene le sue lezioni tutto il pubblico in sala. Davvero il suo modo di recitare/insegnare ha qualcosa di magnetico. Magnetismo che, lungo il dispiegarsi della narrazione, si può vedere anche nei personaggi: i bambini prima, le relative famiglie in un secondo momento, si fanno coinvolgere nel grande cambiamento di mentalità e di apertura della mente che la cultura è capace di mettere in atto.
La scelta di fotografia di David Valldepérez, poi, è latrice essa stessa di un messaggio. L’epoca contemporanea ha sempre colori caldi e vivaci, con paesaggi ariosi e variopinti. Il racconto ambientato negli anni ’30 del secolo scorso, invece, tende più a tonalità quasi cupe e spente. Pur trattandosi, chiaramente, di una presa di posizione rispetto a questa ferita ancora aperta nella storia della nazione iberica, la sceneggiatura riesce a mantenere un buon equilibrio. Si può infatti osservare che non sconfina in discussioni politiche, ma riesce a porre in primo piano la figura e l’operato di questo maestro, lasciando altre discussioni sullo sfondo.
Trattandosi di una guerra civile (che avevamo già incontrato ne La ballata dell’odio e dell’amore non mancano le scene di violenza esplicita: non da ultima l’esecuzione a sangue freddo dello stesso Antoni. Per la violenza di queste scene è sconsigliata la visione ai bambini.
La delicatezza, però, nel presentare la figura del protagonista e la sua passione per la formazione delle nuove generazioni rendono davvero questo film una pellicola godibile e capace di far riflettere sul grande tema dell’educazione e, non da ultimo, sul suo rapporto con il potere.
Autore: Francesco Marini
Details of Movie
Paese | Spagna |
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Tematiche (generale) | Educazione dei Giovani |
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