IL GATTOPARDO

20256 episodi di 60 min14+ , , Risorgimento

La serie Il Gattopardo di Netflix è un ambizioso tentativo di rileggere il capolavoro di Tomasi di Lampedusa in cui tuttavia il confronto con il film di Visconti appare inevitabile. Pur contraddistinta da alcune scelte poco incisive, la serie si conferma come un prodotto visivamente affascinante, che merita di essere visto e discusso.

Nella Sicilia del 1860, mentre l’isola è scossa dai venti della unificazione italiana, il Principe di Salina, Don Fabrizio Corbera, assiste al crollo dell’antico ordine aristocratico sotto l’avanzata inarrestabile dei Mille di Garibaldi. Consapevole che i tempi stanno cambiando e che il potere nobiliare vacilla, il Principe cercherà in tutti i modi di garantire la sopravvivenza della sua casata


Valori Educativi



All’interno di una società ormai destinata all’astensione si muovono opportunisti e si sviluppano tradimenti

Pubblico

14+

Violenza, immagini sensuali, immagini di ferite

Giudizio Artistico



Nonostante alcune riserve sulla resa di determinati personaggi e sulla capacità della serie di eguagliare la profondità dell’adattamento cinematografico, Il Gattopardo di Netflix rimane un prodotto interessante e visivamente appagante

Cast & Crew

Our Review

La serie Netflix Il Gattopardo rappresenta un’operazione ambiziosa e coraggiosa nel tentativo di riportare in vita il celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, già reso immortale dalla magistrale trasposizione cinematografica di Luchino Visconti del 1963. L’intento della serie è chiaro: offrire una nuova lettura del romanzo, rendendolo accessibile al pubblico di oggi e attualizzandone le tematiche. Il Gattopardo infatti, con la sua riflessione sulla decadenza dell’aristocrazia e sull’inevitabile trasformazione della società, è un’opera che si presta a essere riletta in chiave contemporanea, soprattutto in un’epoca come la nostra, segnata da cambiamenti sociali e politici altrettanto radicali. La narrazione, dunque, cerca di enfatizzare non solo il destino di Don Fabrizio Salina, ma anche le tensioni e le aspirazioni degli altri personaggi, ampliando il racconto rispetto alla versione cinematografica.

Dal punto di vista tecnico, la serie brilla per la sontuosità della sua scenografia, che ricrea con grande fedeltà le ville nobiliari, i paesaggi aridi della Sicilia e gli ambienti opulenti della nobiltà del tempo. I dettagli architettonici e gli arredi contribuiscono a immergere lo spettatore in un’epoca lontana, mantenendo un forte senso di autenticità. Tuttavia, in alcuni momenti, l’eccessiva pulizia visiva e la perfezione estetica rischiano di rendere il tutto troppo patinato, perdendo quella polvere e quella ruvidezza che avrebbero potuto dare maggiore credibilità storica.

La regia inoltre, caratterizzata da inquadrature adoperate per esaltare il contrasto tra la magnificenza degli spazi e la decadenza interiore dei personaggi, restituisce un senso di malinconica grandiosità, affiancata da una colonna sonora che gioca un ruolo importante nella costruzione dell’atmosfera, regalando allo spettatore composizioni originali ed evocative.

Sul fronte del cast, spicca su tutti la performance di Kim Rossi Stuart nei panni di Don Fabrizio Salina. L’attore riesce a restituire con grande intensità la complessità del Principe, un uomo lucido e malinconico, consapevole della fine di un’epoca e dell’ineluttabilità del cambiamento. Rossi Stuart regala perciò un’interpretazione misurata e profonda, capace di restituire il tormento interiore del personaggio senza mai risultare eccessivo.

Tuttavia, un aspetto attoriale particolarmente discusso è la scelta di Deva Cassel per il ruolo di Angelica Sedara, figura chiave della storia e simbolo del cambiamento che travolge il mondo aristocratico siciliano. L’interpretazione di Cassel si discosta nettamente da quella iconica di Claudia Cardinale, privilegiando un approccio più moderno e spontaneo, ma che, effettivamente, rischia di far perdere parte del fascino e del carisma necessari per rendere pienamente giustizia al personaggio. La Angelica di Visconti era seducente e magnetica, un perfetto equilibrio tra bellezza e ambizione; la versione della serie, invece, appare talvolta meno incisiva, mancando di quel mistero e di quella forza scenica che rendevano il personaggio indimenticabile.

Benedetta Porcaroli e Saul Nanni, interpreti rispettivamente di Concetta e Tancredi, se la cavano discretamente nel ruolo loro imposto, avvicinandosi forse troppo alla sensibilità moderna piuttosto che al romanzo di Tomasi di Lampedusa. nonostante ciò, la serie tv possiede il merito di aver approfondita la figura di Concetta, esplorandone in particolare le fragilità e le ambizioni (spesso frustrate dalle imposizioni del padre), regalando allo spettatore un personaggio più presente e caratterizzato rispetto al romanzo ed al film di Visconti.

Nonostante alcune riserve sulla resa di determinati personaggi e sulla capacità della serie di eguagliare la profondità dell’adattamento cinematografico, Il Gattopardo di Netflix rimane un prodotto interessante e visivamente appagante. È un tentativo di riavvicinare le nuove generazioni a un classico della letteratura e del cinema italiano, operando una rilettura che, pur con i suoi limiti, merita di essere vista e discussa. Non raggiunge fuor di dubbio le vette viscontiane, ma ha il merito di riaccendere il dibattito su un’opera che, a distanza di decenni, continua ad essere attuale e affascinante.

Autore

Autore: Davide Amenta

Details of Movie

Paese ITALIA Regno Unito
Tipologia
Tematiche-dettaglio
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