IAGO

Iago è un brillante studente di architettura a Venezia e, nonostante le sue origini modeste e una famiglia povera alle spalle, è diventato il pupillo dell’ambizioso rettore dell’università, Brabanzio. È pure innamorato della figlia dell’uomo, la bella Desdemona, che forse gli darebbe anche una possibilità se non entrasse in scena il fascinoso e raccomandatissimo Otello Moreau, rampollo di un famoso architetto. In un colpo Iago perde la ragazza e pure l’importante progetto per la Biennale che pareva già suo. Deciso a riprendersi con l’astuzia e con l’inganno quello che gli spetta di diritto, Iago non si fermerà davanti a nulla..

Valori Educativi



La mancanza di scrupoli come unico modo per salvarsi da un mondo ingiusto e falso.
tutti sono sempre e soltanto preoccupati di come e dove potranno fare sesso.

Pubblico

18+

Diverse situazioni scabrose, scene a contenuto sessuale, turpiloquio e allusioni sessuali

Giudizio Artistico



Non serve infilare qua e là un verso shakespeariano e lasciarlo massacrare dalle dubbie doti espressive della gang di attor giovani e il film va alla deriva verso la solita sottomediocrità della nuova commedia teen all'italiana

Cast & Crew

Our Review

Reduce dal successo di Come tu mi vuoi, Volfango de Biasi si getta in un’altra commedia sul contrasto tra realtà ed apparenza.  Lo fa virando in commedia uno dei testi più famosi di Shakespeare, Otello, e spostando il punto di vista e, si vorrebbe, le simpatie del pubblico, anziché sul moro titolare della tragedia, sul villain della storia, Iago, appunto, trasformato qui per l’occasione in un ambizioso ma povero studente di architettura schiacciato da un sistema che non prevede meritocrazia, né sul lavoro né in amore.
L’adattamento shakespeariano in commedia giovanile (e in particolare al teen-movie) è già stato tentato con un certo successo dagli americani (basti pensare ad un piccolo gioiello come Dieci cose che odio di te, simpatica trasposizione collegiale de La bisbetica domata, ma anche al meno riuscito O, come Otello, dall’omonima tragedia), che hanno intelligentemente riconosciuto nel bardo inglese  e nella sua varia umanità una delle fonti migliori per intrecci comico-romantici efficacissimi, infinitamente replicabili e adattabili ai più vari contesti. Questo per dire che in sé l’idea di mettere i panni dei protagonisti di una delle tragedie più note di Shakespeare a giovani contemporanei non è niente affatto peregrina.

De Biasi, però, allegramente inconsapevole dei rischi connessi all’operazione, non si limita a spostare nella Venezia di oggi la trama cinquecentesca (e già qui ci sarebbe stato da riflettere, visto che il moro originale era il vero outsider, mentre qui si trasforma nel re dei raccomandati, inespressivo e con paturnie ben poco affascinanti), ma, spostando l’attenzione su Iago e rinunciando vigliaccamente a portare alle conseguenze estreme i suoi presupposti – e quindi alla risoluzione tragica -, mina alle radici i presupposti stessi su cui si reggeva la storia originale.

È proprio vero che, come sosteneva Booth, quando un’epoca non riesce più a condividere ed entrare in connessione con i valori portanti di quella che ha prodotto un’opera, diventa quasi impossibile apprezzarne la ricchezza artistica, oltre che morale.

Ed è quello che accade qui, non solo nel finale pacificatorio e falsetto, che sanziona definitivamente la mancanza di scrupoli come unico modo per salvarsi da un mondo ingiusto e falso, ma in tutta la vicenda che manca di credibilità fin dai primi sviluppi.

Dato il contesto allegramente amorale in cui si muovono i personaggi, infatti, è davvero dura condividere le preoccupazioni per la fedeltà di Desdemona sulla base di un fazzoletto, visto che la ragazza va normalmente in giro con minigonne inguinali e partecipa candida a festini che mimano grottescamente orge alla Eyes Wide Shut, mentre Otello non sa dirigere un’improbabile progetto per la Biennale e Cassio pensa solo alla sua lista di ragazze da portare a letto.
Come pure è difficile credere alle sconsolate affermazioni sul destino di una società senza meritocrazia di Iago, che si accompagna ad una amica un po’ dark (ma che attende solo di trovare qualcuno che apprezzi le sue grazie) e a un omosessuale così caricaturale che irriterebbe anche l’Arcigay, tutti sempre e soltanto preoccupati di come e dove potranno fare sesso.

In questo contesto, che si vorrebbe forse elegantemente trasgressivo, ma che più spesso è solo grottesco, infilare qua e là un verso shakespeariano e lasciarlo massacrare dalle dubbie doti espressive della gang di attor giovani capeggiata da Vaporidis (difficile immedesimarsi quando dobbiamo credere che la sua migliore qualità sia l’intelligenza), non serve a nobilitare l’insieme, per cui un’operazione sulla carta interessante va alla deriva verso la solita sottomediocrità su cui si va attestando la nuova commedia teen all’italiana.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale IAGO
Paese Italia
Etichetta
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