I BAMBINI DI GAZA – SULLE ONDE DELLA LIBERTA’
La storia di due ragazzi, uno palestinese e l’altro israeliano nella striscia di Gaza durante la seconda intifada ma quello che viene raccontato è in realtà specchio fedele dei nostri giorni. Su PrimeVideo
A Gaza, ai tempi della seconda intifada, nel 2003. Mahmud è un ragazzo orfano di padre che è stato martire della resistenza palestinese. Vive con la madre ma ogni mattina si incontra con altri ragazzi con i quali, con armi di legno, gioca a palestinesi contro ebrei. Su di loro vigila il vecchio Ashraf che detiene un bar nella piazza dove i ragazzi giocano. Mahmud si reca anche sulla spiaggia perché è un appassionato di surf. Li incontra un altro ragazzo, Alon: anche lui pratica lo stesso sport ma è un israeliano. Entrambi si contendono Dan, un ex campione di surf perché possa dar loro lezioni. Nonostante una iniziale ritrosia, alla fine i due ragazzi accettano di prender lezione insieme. Nel frattempo scoppia la seconda intifada: i ragazzi palestinesi fanno gruppo e iniziano a tirare sassi contro le jeep israeliane. Ma Mahmud non è più ben accetto perché è stato visto fare surf con un israeliano..
Valori Educativi
Il film ha un suo valore nella misura in cui porta alla nostra attenzione un dramma che si sta consumando proprio nei nostri giorni ed esprime grande sensibilità verso quei ragazzi che lo stanno vivendo
Pubblico
10+A parte i più piccoli che potrebbero restare scossi dalla morte di qualche bambino, il film è da consigliare ai ragazzi dell’età di Mahmud
Giudizio Artistico
Bravissimo Marwan Hamdan nella parte del protagonista. Meno definito il personaggio dell’americano Dan. Ottima la colonna sonora di Nicola Piovani. Regia e sceneggiatura mostrano grande sensibilità verso i ragazzi protagonisti.
Cast & Crew
Regia
Loris Lai
Our Review

Alon, il ragazzo israeliano, sta pranzando con il padre.
- Perché gli arabi ci odiano? – chiede al padre
- Ci odiano perché pensano che gli abbiamo rubato la loro terra
- E’ vero?
- Loro ci hanno attaccato per primi e noi ci siamo guadagnati la terra difendendoci.
Oltretutto questa è la terra promessa e noi siamo il popolo eletto. È sempre stata nostra per diritto di sangue
- E se il loro modo di interpretare Dio fosse quello giusto?
- Non lo è
- E se lo fosse? ….Quando finirà tutto questo?
- Un giorno dovremo affrontare due possibilità diverse di futuro: quella in cui loro non esisteranno più o quella in cui non esisteremo più noi.
- Non può esserci un terzo futuro dove finirà tutto bene?
- Che le tue parole arrivino a Dio!
Il cinema è intrattenimento solo in modo derivato: è soprattutto un momento di riflessione sui tempi nei quali viviamo ed è il momento opportuno per riflettere sulla crisi di Gaza. Il regista italo-americano Loris Lai, al suo primo lungometraggio, ha portato a compimento una sua idea che era maturata dieci anni fa e il caso ha voluto che il termine della lavorazione del film coincidesse con i’ attuale stato di conflitto. E’ stata quindi particolarmente opportuna l’idea di presentare l’anteprima del film a Papa Francesco che lo ha così commentato: «Questo film, con voci piene di speranza dei bambini palestinesi e israeliani, sarà un grande contributo alla formazione nella fraternità, nell’amicizia sociale e nella pace».
A Gaza il 43% della popolazione ha meno di 14 anni. Il protagonista è Mahmud (interpretato da Marwan Hamdan: bravissimo) che organizza battaglie finte con i suoi compagni contro gli israeliani e corre contro i suoi “nemici” per immolarsi: ha messo intorno alla cintura degli esplosivi (delle bottiglie). Ma poi le autoblindo israeliane attraversano sul serio le strade di Gaza e Mahmud con i suoi compagni lancia sul serio dei sassi: è un modo per forgiarsi nel coraggio e mostrare agli altri chi è più audace. La mamma, quando Mahmud torna a casa, cerca di essere dolce con lui ma come donna sola avrebbe proprio bisogno del suo aiuto. Mahmud si chiude invece in camera: lui si deve preparare per diventare un eroe. Mahmud e un suo amico vengono invitati da Ashraf a visitare il tunnel dei palestinesi-guerrieri (tunnel che ormai conosciamo tutti, dopo averli visti in televisione in tempi recenti): sono affollati di combattenti armati che tramano i prossimi attacchi.
Ma poi c’è il mare, c’è la spiaggia. C’è uno spazio aperto, fuori dalla città-prigione. Qui i rapporti potrebbero essere diversi e lo diventano grazie a Dan, un ex campione di surf americano che non ha nulla a che fare con il conflitto israeliano-palestinese (ma sua sorella è morta sotto ii bombardamenti mentre portava aiuto come volontaria ai palestinesi) e al ragazzo israeliano Dan che accetta di condividere lo stesso maestro. Vediamo che i due ragazzi cascano spesso travolti dalle onde ma questa è una battaglia diversa: con l’esercizio, con lo studio dei venti, entrambi potranno restare in piedi sul surf. Vediamo Mahmud correre spesso a perdifiato: è espressione della sua rabbia, della sua voglia di seguire un istinto primordiale di odio, di vendetta ma al contempo la sua coscienza gli dice che non è tutto così semplice, che c’è qualcosa che non torna anche se non riesce a comprendere di cosa si trattai e cosa si possa fare.
Alla fine ci sono solo due soluzioni prospettate (l’annullamento di uno dei due contendenti) oppure c’è un altro percorso? Ovviamente il film non fornisce una proposte, non si incammina nella direzione presa dal film Io capitano dove l’unica soluzione è stata quella di scappare dal proprio paese, ma esprime una chiara speranza: quella che questi due ragazzi (Mahmud e Alon), crescendo, possano restare amici.
Il film non segue un percorso lineare, non si muove verso un finale definito: alterna scene di crudo realismo ad altre oniriche accompagnate dalla musica di Nicola Piovani. Potevamo sperare qualcosa di più da un film su Gaza? Al momento, né dal vero né dallo schermo, si profilano situazioni risolutive.
Autore: Franco Olearo
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