Vessato da un superiore arrogante e dispotico, un curatore di mostre londinese decide di giocargli un tiro mancino facendogli acquistare per dodici milioni di sterline un’imitazione dei Covoni di Monet. Sembra un colpo perfetto ma niente andrà secondo le previsioni.
Una commedia leggera, remake del Grande furto al Semiramis con i fratelli Coen in gita di piacere. Bravi Colin Firth e Cameron Diaz
Holly Berenson, proprietaria di una pasticceria ed Eric Messer, operatore televisivo di un canale sportivo non si possono sopportare ma hanno in comune una coppia di amici sposati che da poco ha avuto una figlia di nome Sophie e non mancano di invitarli ad ogni festa della bimba. Grande quindi è la loro sorpresa quando scoprono che alla morte per un incidente d'auto dei due genitori sono stati nominati tutori della figlia. Non resta loro che fare buon viso a cattivo gioco, trasferirsi nella casa di Sophie e cercare di sopportarsi a vicenda per amore della piccola...
Agata è una libraia di mezza età che parla e sogna come i libri che legge e sognando si innamora di un ragazzo sposato più giovane di lui. Suo fratello Gustavo, sicuro ed affermato architetto, si scopre figlio abbandonato di una contadina del Comacchio. Ines, sua moglie, che conduce una trasmissione di cuori infranti, avrebbe tanto bisogno di qualcuno che rimettesse a posto il suo. Romeo gira per i paesi con un macchinone carico del suo campionario di vestiti e non può fare a meno di tradire continuamente sua moglie che è rimasta paralizzata in un incidente forse per colpa sua...
Alice Lantins, 38 anni, un ex marito e una figlia piccola, vive per il suo lavoro di redattrice di una rivista di moda. Il suo capo, in partenza per gli Stati Uniti e in cerca di una sostituta, favorisce, però, una collega più brillante e disinibita… Sulla via del ritorno da un viaggio di lavoro in Brasile Alice conosce Balthazar, un simpatico ventenne studente di architettura. Complice un equivoco, i suoi colleghi credono che lei abbia una relazione con il ragazzo e, visto che la cosa sembra finalmente aprirle la strade per la promozione, Alice decide di continuare a fingere…
Ogni uomo è un’isola. Ognuno è protagonista del suo show personale in cui tutto il resto del mondo fa da comparsa. Questa è la filosofia di vita sfacciatamente enunciata da Will, trentottenne benestante (grazie ai diritti di un’orribile jingle natalizio composto dal padre) e nullafacente, il cui unico impegno è trovare il modo di riempire in modo interessante le lunghe giornate di perenne vacanza.
Henry Roth, che lavora in un acquario alle Hawaii, ma sogna di veleggiare per l’Alaska e studiare le abitudini dei trichechi, corteggia le turiste perché sa di non doversi impegnare. Ma poi incontra Lucy, che per un incidente ha perso la memoria a breve termine e dunque ogni giorno dimentica quello precedente. E così quella che era iniziata come una piacevole sfida (conquistare la ragazza tutti i giorni) diventa un’atipica storia d’amore capace di superare, senza cancellarlo, anche l’handicap più grave.
Il film tratteggia quell’età di passaggio dall’infanzia all’adolescenza, un’età particolarmente ostica, in cui la crescita comporta problemi e difficoltà che paiono assurdamente insormontabili. Un gioco intellettuale e un divertimento soprattutto per gli adulti
Una commedia leggera, senza pretese; peccato che ogni tanto cede alla volgarità
Pubblico
14+
allusioni sessuali e scene di nudo parziale.
Giudizio Artistico
I fratelli Coen, per una volta solo sceneggiatori, graffiano meno del previsto e sembrano più che altro in gita di piacere. Colin Firth è perfetto nel ruolo dell’inglese che non perde mai il suo aplomb mentre Cameron Diaz dimostra come sempre di saperci fare
Remake, di grana più grossa, del film Gambit – Grande furto al Semiramis (1966) con Michael Caine e Shirley MacLaine, rimpiazzati qui da Colin Firth e Cameron Diaz. C’è aria da anni Sessanta già dai titoli di testa, realizzati a cartoni animati come nei vecchi film della serie della Pantera rosa diretti da Blake Edwards e interpretati da Peter Sellers. C’è molto di entrambi – del grande regista di Hollywood Party e del suo attore-feticcio – in questa commedia frizzante. Peccato solo che qualche accenno di volgarità impedisca a questo film di diventare un passatempo godibile per tutta la famiglia, lì dove invece maestri come Blake Edwards e Billy Wilder, nell’epoca che il film cita, riuscivano a essere sottili senza essere impudenti. Altri tempi, altra classe.
La storia è quella di una stangata all’inglese: il compassato esperto d’arte Harry Deane (grande interpretazione di Colin Firth, in un ruolo in cui Peter Sellers avrebbe spadroneggiato) decide di vendicarsi delle prepotenze del suo capo, il magnate Lionel Shahbandar (un uomo meno orribile, comunque, di come Harry lo descrive) coinvolgendo in una truffa milionaria la cow-girl texana P.J. Puznowski (una bionda apparentemente tonta, che dimostrerà di avere molte frecce al suo arco). La ragazza dovrà far credere al riccone di volergli vendere una copia autentica dei Covoni di Monet (il pittore ne dipinse diversi), in suo possesso per averlo ereditato da un ufficiale dell’esercito americano, che lo aveva confiscato a un gerarca nazista durante la Seconda guerra mondiale. Il quadro, in realtà, è stato dipinto dal maggiore Wingate (Tom Courtney, visto recentemente in Quartet), vecchio amico di Harry, falsario eclettico che spazia da David a Pollock.
Nei primi minuti del film assistiamo al colpo perfetto, così come lo prefigura l’ottimista Harry in un flashforward (il contrario del flashback: una pre-visualizzazione di un evento futuro). Il resto del film non farà altro che giocare sulla discrepanza tra le rosee previsioni del truffatore dilettante e la dura realtà dei fatti, fatta di equivoci e complicazioni di ogni genere. Non solo – per dirne una – il riccone è tutt’altro che insensibile al ruspante fascino della ragazza, ma quest’ultima sembra non avere nulla in contrario all’essere sedotta, con scorno del timido Harry, che è già cotto di lei. Tutto il divertimento, al di là dell’intreccio giallo-rosa, nasce dal contrasto tra l’inappuntabilità di Colin Firth e la rumorosa concatenazione di disastri che lo avvolge, dall’inizio alla fine, senza fargli perdere l’aplomb. Si raggiunge l’acme nella scena ambientata al Savoy – lussuoso albergo di Londra in cui viene alloggiata la ragazza texana – teatro di riuscitissime gag che vedono coinvolti i “cospiratori”, la vittima del raggiro, gli incolpevoli clienti e gli allibiti concierge.
Una commedia leggera, senza pretese, che ogni tanto cede alla volgarità ma che riesce a far ridere di gusto grazie a un umorismo “di situazione”. Il regista Michael Hoffman non è un fuoriclasse ma sa tenere la rotta. Colin Firth è perfetto nel ruolo dell’inglese impettito che non si scompone davanti ai disastri più colossali. Cameron Diaz dimostra di saperci fare sempre e comunque. Alan Rickman è un cattivo di gran classe. I fratelli Coen, per una volta solo sceneggiatori, graffiano meno del previsto e sembrano più che altro in gita di piacere. Ogni tanto fa bene anche a loro.
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