E RIDENDO L’ UCCISE

All'inizio del '500, dopo la morte di di Ercole I d'Este, i suoi quattro figli non trovano un accordo per gestirsi il potere a Ferrara: Alfonso diventa Duca , Ippolito (il protettore di Ludovico Ariosto) è cardinale ma Giulio e Ferrante iniziano a tramare per assassinare entrambi. Come se non bastasse,nasce una  contesa fra Giulio e Ippolito intorno alla stessa donna e quest'ultimo fa sfregiare il volto di suo fratello, geloso della sua bellezza....

Valori Educativi



Una visione fin troppo fosca del nostro Rinascimento; bella invece l’amicizia di solidarietà fra il buffone Moschino e la contadina Martina.
La scena dell’orgia, sia pur motivata per dimostrare la corruzione dell’epoca, appare troppo realistica e prolungata

Pubblico

18+

Condanne capitali con relativo squartamento del cadavere. Torture per far confessare i sospettati. Orge a quattro con nudi integrali. Saccheggio di villaggi con violenze sulle donne.

Giudizio Artistico



Grande rigore storico e senso drammatico del regista. Buona scelta di attori sconosciuti al grande pubblico

Cast & Crew

Our Review

Florestano Vancini (La lunga notte del '43, la Banda Casaroli, Bronte, Il delitto Matteotti) ha trattato il materiale storico con grande serietà e accuratezza , impegnandosi a farci immergere nell'ambiente e nello spirito dell'epoca senza nulla risparmiarci delle crudeltà e delle ingiustizie del tempo. Le fonti non mancano: basti pensare a "La storia d'Italia" del Guicciardini ma anche  al romanzo  "La congiura di Giulio d' Este" di Riccardo Bacchelli..

.  Le scene principali sono state riprese proprio nel palazzo ducale di Ferrara, mentre le case del borgo, le suppellettili  per l'uso quotidiano sono   ricostruite con grande accuratezza; le persone colte parlano un' italiano antico a volte frammisto di latino, mentre la gente del popolo usa il dialetto. Le condanne a morte ci vengono mostrate per quel che erano: non solo decapitazione ma squartamento dei cadaveri. La vita gaudente praticata a corte faceva sì che cavalieri e cardinali si contendessero le grazie delle  damigelle d'onore e l'allontanamento  dal letto coniugale era pratica comune. I contadini rischiavano di venir impiccati  solo per aver preso della selvaggina nei domini del duca e la violenza  sulle donne al passaggio delle truppe era una forma di diritto acquisito quando  la paga ritardava.

Il regista tratteggia molto bene  anche il mondo dei poveri, di coloro che non avevano alcun diritto (se le vicende del duca e dei suoi fratelli sono fedeli ai documenti d'epoca, la storia parallela del buffone Movino e di altri popolani è frutto della fantasia dei due sceneggiatori: lo stesso Florestano Vancini e Massimo Felisatti). Per questa  gente che può vivere o morire per il capriccio di un signore,  ogni giorno costituisce un affanno per procurarsi qualcosa da mangiare e un letto per dormire;  pronta  a qualsiasi compromesso e umiliazione per sopravvivere. Molto bella la figura del buffone di corte Moschino, che usa la sua intelligenza per conquistarsi un po' di benessere ma anche per fare del bene, come quando riesce a salvare dalla soldataglia la contadina Martina.

E' questo forse il rapporto più originale e partecipato del film: non si tratta di una storia d'amore ma di un'intensa amicizia fra due poveri pronti ad aiutarsi a vicenda appena la sorte favorisce uno dei due. La poetica di Florestano Vancini raggiunge qui la sua migliore espressione: si vede chiaramente come egli sia dalla parte dei poveri e si compenetri nella loro fragile umanità.

Resta da domandarsi se sia giusto ritrarre il nostro Rinascimento a tinte così fosche: il regista accenna al senso del bello e ipotizza una sincera amicizia fra Ludovico Aristo ed il buffone, due intellettuali che in  modi diversi sono al servizio dei potenti ma è totalmente assente invece qualsiasi  forma di spiritualità o di devozione popolare che doveva invece essere molto sentita.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale E RIDENDO L' UCCISE
Paese Italia
Etichetta
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