BRIDGERTON (prima stagione) – Il perché di un successo
Storia di un grande ma tormentato amore nell’Inghilterra dell’inizio ‘800, raccontata con sontuosità di immagini, realismo nel ritratto della società del tempo, il serial più visto nel mondo della piattaforma Netflix nel 2021
Londra, 1813. Inizia la stagione dei balli e le debuttanti vengono presentate alla regina. Fra queste Daphne Bridgerton che viene notata per la sua bellezza. Il foglio scandalistico della sconosciuta Lady Whistledown, distribuito gratuitamente ogni giorno fra la gente che conta, non ha mancato di sottolinearlo, definendo Daphne “un diamante di prima qualità”. Si tratta di un ottimo inizio e al ballo del debutto, Daphne resta tallonata da Anthony il fratello maggiore, suo tutore dopo la morte del padre, che si sente in diritto di scegliere per la sorella il partito migliore in base a logiche di opportunità. Per sottrarsi da queste situazioni imbarazzanti, Daphe stabilisce un’insolita alleanza con l’avvenente Simon, tornato a Londra dopo molti anni, per assumere il ruolo di duca di Hastings in seguito alla morte del padre. Daphne vuole avere il tempo di trovare l’uomo che veramente ama mentre Simon, non vuole pensare al matrimonio per il momento. Così, per ragioni opposte, decidono di recitare insieme la parte degli innamorati per evitare che qualcuno li importuni…
Chris Van Dusen
Shondaland
Valori Educativi
Quattro sorelle cercano un uomo di cui innamorarsi o a realizzare se stesse e combattono per raggiungere i loro obiettivi in un contesto sociale complesso e talvolta degradato. Una inteso amore lega fra loro i due protagonisti
Pubblico
16+Numerose scene di unioni sessuali ma senza morbosità e motivati dall’amore Festini orgiastici come realtà del tempo senza compiacimento
Giudizio Artistico
Il serial è una efficiente macchina narrative e visiva, che distribuisce sapientemente i colpi di scena a ogni puntata. Realistica nei sentimenti, favolistica nell’ambientazione
Cast & Crew
Sceneggiatura
Chris Van Dusen
Produzione
Shondaland
Our Review
La prima stagione di Bridgerton ha avuto un successo clamoroso, come risulta dai dati che la stessa Netflix ha rilasciato. Riferendosi alla totalità del suo mercato mondiale, la serie Bridgerton si è posizionata al primo posto nella categoria delle fiction. Non pochi critici hanno snobbato il lavoro, considerandolo una fanfiction un po’ ridicola, un’”americanata” che ha deturpato gli impeccabili classici di Jane Austen. Se però il successo è stato di tali dimensioni, è opportuno guardarlo con un occhio più rispettoso. Il successo è anche una conferma che la produttrice Shonda Rhimes non sbaglia un colpo. Dopo essersi costruita la propria notorietà come sceneggiatrice di serie di successo ( Grey’s Anatomy, Scandal), ha creato ShondaLand,. la sua casa di produzione e con questa ha firmato con Netflix un accordo per prodotti in esclusiva. Dopo questo serial, in questo momento il più visto di sempre, anche il secondo lavoro realizzato in collaborazione, Inventing Anna, sta avendo un ottimo successo
Qualsiasi sia il giudizio sulla storia e sui personaggi, bisogna subito premettere che si tratta di un serial di ottima fattura. Lo spettatore resta abbagliato dallo sfarzo delle sale da ballo, dal fascino di palazzi che ostentano l’orgoglio dell’epoca Regency. Non si tratta di elaborati prodotti della computer grafica ma di riprese effettuate di ciò che di meglio è disponibile a Londra e fuori Londra: Ranger House (la casa dei Bridgerton) a est di Londra, Holburne Museum e Roya Crescent a Bath, Castle Howard a York (la nuova residenza di Daphme e Simon), Wilton House, Syon House. Il tutto abbellito con una tecnica di ripresa insolita: nelle scene in interno tutto è a fuoco (come in un quadro dell’epoca), i primi come i secondi piani. Senza contare i costumi e le acconciature, tutti realizzati a mano e su misura, rispettosi della moda del tempo ma disegnati con grande fantasia e in un tripudio di colori.
Come vedremo, nel serial viene rispettato in pieno quella che è la regola d’oro per qualsiasi scrittore che voglia scrivere un romanzo storico o qualsiasi sceneggiatore che si avventuri in un period drama come questo: i fatti accaduti, le ambientazioni del tempo, debbono essere rigorosamente rispettati ma i protagonisti debbono mostrare atteggiamenti e comportamenti tipici di uomini e donne di oggi.
Iniziamo con le “stranezze” del serial, certe “americanate”, come quella di mescolare fra i protagonisti attori dalle origini e dai colori della pelle i più svariati, come se ci trovassimo oggi a passeggio per il centro di New York. Un’iniziativa provocatoria della produttrice (Shonda Rhimes è di origine afroamericana) per convogliare un attualissimo messaggio di integrazione razziale? Non sembra proprio. Il pretesto per giustificare la pelle scura della regina Charlotte, moglie del demente Giorgio III (proveniva da una famiglia portoghese di origine africana) è alquanto labile. In realtà in nessun momento, da parte di alcun personaggio, viene pronunciata una frase di disprezzo razziale. Semplicemente è una scelta stilistica per dare un messaggio di inclusione, per dire “il mondo è fatto così”, un coacervo di razze e in effetti, dopo un momento iniziale di disorientamento, lo spettatore segue la storia senza fare più caso a questo particolare.
La società del tempo viene descritta con grande attenzione ai dettagli. All’inizio della Season, le debuttanti sono presenti a numerosi balli che si susseguono. La mattina seguente ricevono la visita dei pretendenti alla loro mano, valutati con severità dal padre o di chi ne fa le veci. Le donne sono viste soprattutto nella loro funzione riproduttiva: dare un erede al principato o al ducato di turno. L’amore non rientrerebbe nei parametri decisionali: in diverse occasioni viene ripetuto che ciò che è importante, nella vita di un marito e una moglie, è l’amicizia. Perché possano svolgere appieno questo compito, le ragazze non solo debbono arrivare vergini al matrimonio ma anche ignorare come si concepiscono i figli. Tutto il contrario accade per gli uomini che debbono “fare esperienza “con ragazze di “secondo livello”. Possiamo dire che il testo della sceneggiatura, le immagini proposte dal regista, vibrino di sdegno per questo “mercato delle giovani in attesa del miglior offerente”?. Sembra che si debba rispondere ancora una volta: no. I meccanismi sociali dell’epoca vengono riprodotti in grande dettaglio in modo acritico mentre l’attenzione è tutta spostata su come le protagoniste femminili cercano di realizzarsi in questo contesto. Una situazione del tutto analoga a quanto accade in Inventing Anna (qui Shonda Rhimes è produttrice, sceneggiatrice e regista) dove all’interno di tutti i meccanismi che regolano la società che conta di New York si muove Anna, che costruisce la sua scalata sociale (in modo truffaldino, a dire il vero).
Veniamo ora alla componente sessuale. Gli incontri sono molti, culminano in particolare nella penultima puntata e anche in questo caso si potrebbe parlare di una forma di furbizia, che ha l’obiettivo di attirare il pubblico dei giovani. C’è sicuramente del vero in questo ma bisogna riconoscere che in quelle scene non c’è morbosità: si tratta di un uomo e una donna che si sono appena sposati, che si amano e che stanno esprimendo il loro affetto anche con i loro corpi. Il problema quindi si limita ad escludere dalla visione i più piccoli.
Veniamo ora al cuore del racconto: la nascita e la maturazione di un amore (stiamo pur sempre vedendo un serial ricavato da un romanzo rosa della scrittrice. Julia Quinn). I momenti forti si realizzano quando lei e lui si trovano uno di fronte all’altra e discutono, con sofferenza ma nella verità, su temi per i quali sono in disaccordo. Soffrono perché stanno discutendo pur amandosi. I dialoghi fra innamorati, i momenti di svolta in una storia d’amore, sono già stati i punti forti della Rhimes quand’era solo sceneggiatrice (su Youtube ci sono varie collezioni dei dialoghi più famosi di Grey’s Anatomy.). In questo modo Bridgerton punta all’universale, a storie a raccontare fuori dal tempo e a quanto pare questa serie c’è riuscita.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Giudizio Artistico | 8 |
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Paese | USA |
Tematiche (generale) | Amore e Famiglia |
Tematiche-dettaglio | Dignità della donna |
Tipologia | Serie TV |
Titolo Originale | Bridgerton |
Lillibeth
Grazie per questa interessante prospettiva!
Grazie per questa interessante prospettiva!
F.
Sebbene si tratti di una “banale” storia d’amore , la cornice artistica cattura l’attenzione dello spettatore.
Sebbene si tratti di una “banale” storia d’amore , la cornice artistica cattura l’attenzione dello spettatore.