APOCALYPTO(Siniscalchi)
Zampa di Giaguaro è un giovane cacciatore Maya, figlio del capo del suo villaggio. La sua vita viene sconvolta dall’arrivo di guerrieri della città vicina, che uccidono molte persone e rapiscono le rimanenti per venderle o offrirle in sacrifici ai loro dei. Zampa di Giaguaro riesce inaspettatamente a fuggire: si scatena una caccia all’uomo senza esclusione di colpi. Ma Zampa di Giaguaro ha una spinta in più: la moglie –incinta in stato avanzato- si è nascosta con il primo loro bambino in una specie di profondo pozzo naturale, da cui ella non potrà uscire se lui non la aiuta.
Valori Educativi
Il cinema di Mel Gibson si regge su una scelta coraggiosa: rileggere la storia sfondando le troppe cinture di contenzione erette dal “politicamente corretto”. Caso unico nel cinema contemporaneo
Pubblico
18+ Sacrifici umani, torture, cuori strappati da insensibili carnefici. E oppressione, tirannia, paura.Giudizio Artistico
Cast & Crew
Regia
Mel Gibson
Our Review
Sacrifici umani, torture, cuori strappati da insensibili carnefici. E oppressione, tirannia, paura. A tutto ciò si contrappone l’opulenza di un mondo raffinato e spietato, colto e terrorizzato dalla superstizione, spiritualissimo e sprezzante nel non dar peso al valore della vita. Questo per Mel Gibson è il ritratto, irto di contraddizioni, della vita nel crepuscolo dei Maya, civiltà pre-cristiana sopravvissuta sino al XV secolo, sterminata dai conquistatori europei. Un mondo bello quanto spietato, affascinante quanto crudele. Il protagonista, “zampa di giaguaro”, interpretato da un giovane nativo d’America, perfetta incarnazione della forza di un toro unita all’agilità di un puma, è una specie di “Braveheart” che parla l’antica lingua dei Maya dello Yucatan. Dopo l’aramaico del precedente film, Gibson ormai sfida le convenzioni del linguaggio. Ma lo può fare perché il suo linguaggio cinematografico è portentoso. E’ una sferzata di pura visualità. Cattura lo spettatore perché la violenza che scorre sullo schermo non è quella dei film “horror” o “splatter”, né quella dei videogiochi, né quella dello schermo televisivo dove si passa da un morto straziato ad una televendita. La violenza messa in scena da Gibson è vera. Il suo film ti prepara, ti accompagna per mano verso l’inarrestabile esplosione di odio cieco, senza un briciolo di umanità.
La linea di separazione tra la civiltà di ieri e quella odierna, nelle immagini di Mel Gibson, è davvero impercettibile. Siamo seduti su una polveriera. I Maya impersonavano il terrore puro tipico di una brutale potenza. Erano però al tramonto, poiché vittime di una spiritualità e di una politica che non sapevano fare i conti con la razionalità. E quella caravella all’orizzonte (sulla quale molti hanno insistito, rilevando l’ennesima incongruenza storica presente nel film, poiché gli spagnoli arrivarono molto tempo dopo), nella metafora, non rappresentava la schiavitù portata dall’Europa, ma l’arrivo di una civiltà “razionale”. Questo ai sostenitori americani della “cultura del piagnisteo” (in largo tratto anti-cristiani e anti-semiti) e ai radicali dei “cultural studies”, non piace. Ma in definitiva il cinema di Mel Gibson si regge su una scelta coraggiosa: rileggere la storia sfondando le troppe cinture di contenzione erette dal “politicamente corretto”. Caso unico nel cinema contemporaneo. E da qui nascono le discussioni e le contestazioni.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Apocalypto |
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Paese | USA |
Etichetta | Non classificato |
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