LA VITA FACILE (Laura Cotta Ramosino)
Mario, chirurgo di successo in un’importante clinica privata romana, raggiunge in Africa l’amico Luca, che da quasi dieci anni lavora lì come medico di una Ong. Ufficialmente Mario è alla ricerca del “senso della vita”, in realtà sulle sue spalle pende il coinvolgimento in un affare di tangenti. Nonostante le ovvie difficoltà di Mario ad adattarsi alla precarietà delle strutture sanitarie e agli usi locali, l’amicizia tra lui e Luca rifiorisce come anni prima, almeno finchè dall’Italia non arriva Ginevra, moglie di Mario, amata anche da Luca. Conflitti a lungo sopiti, bugie e segreti sono destinati ad esplodere…
Lucio Pellegrini
Stefano Bises
Valori Educativi
Lascia stupiti la mancanza, da parte non solo dei protagonisti, ma anche degli altri personaggi che li circondano, di un serio interrogarsi su senso delle cose,La vita facile, forse proprio perché implicherebbe una domanda su quel “senso della vita” che qui sfugge a tutti.
Pubblico
18+Turpiloquio, qualche accenno di nudo e scene sensuali
Giudizio Artistico
è soprattutto la bravura d’attori e le facce perfette di Favino e Accorsi a salvareil film dal più banale degli stereotipi.
Cast & Crew
Produzione
Regia
Lucio Pellegrini
Our Review
Sono tutti e tre ben più che imperfetti i protagonisti del film di Lucio Pellegrini, che mette a confronto due tipi umani che, con la sociologia d’accatto della satira odierna, potremmo definire “di destra e di sinistra” e che, almeno all’inizio, è soprattutto la bravura d’attori e le facce perfette di Favino e Accorsi a salvare dallo stereotipo.
Medico tangentista senza molti rimpianti (un personaggio alla Alberto Sordi aggiornato al dopo Tangentopoli, ma forse meno colpevole di quanto lo vogliono fare apparire), razzista da manuale, Mario arriva in Africa con le scarpe di marca, i maglioncino di cashmere, l’arroganza e la diffidenza di chi crede che fuori dal raccordo anulare sia “hic sunt leones” e poca concretezza. Un po’ alla volta, però, si fa coinvolgere dal lavoro da fare e soprattutto dalle persone, senza perdere il tocco da “figlio di puttana” che lo contraddistingue.
Il suo amico Luca all’apparenza è la faccia pulita e idealista della professione medica: per senso di giustizia ha lasciato la carriera sicura che la clinica paterna (la stessa dove ora lavora Mario) gli destinava, lotta come può contro povertà e malattie in condizioni estreme, ma senza perdere l’allure da giovane eroe, gira per le pianure del Kenia con una moto stile Che Guevara e una decina di mamme grate hanno già dato il suo nome ai loro bambini.
Ma questa appunto è solo l’apparenza. Come per tanto Occidente idealista odierno, ci suggeriscono gli autori attraverso una serie di tattici flashback, dietro la generosità si nasconde spesso il senso di colpa e la vita facile, appunto, potrebbe semplicemente essere quella di chi non affronta il suo passato.
Inutilmente, perché il passato arriva direttamente, seppure con qualche mal d’aria, a bussare alla sua porta e a rimescolare gli equilibri. Quando in scena entra Ginevra, moglie viziata che pensa di poter correre la maratona nella savana senza conseguenze, la situazione precipita e per un attimo si ha l’impressione di trovarsi di fronte ai triangoli litigiosi di tanti film di Muccino (la produzione e gli attori sono gli stessi di Baciami
Se non si può non apprezzare la sostanziale onestà (e l’autentico umorismo) con cui sono dipinti i protagonisti di questa storia, che per una volta, pur cadendo qua e là nello stereotipo, cerca di andare oltre i luoghi comuni del terzomondismo italico, lascia però stupiti la mancanza, da parte non solo dei protagonisti, ma anche degli altri personaggi che li circondano, di un serio interrogarsi su senso delle cose, quello che Mario spaccia come motivazione per il suo viaggio in Kenya e che naturalmente dovrebbe sorgere di fronte all’incontro con le contraddizioni africane.
Sarà un po’ colpa anche della fretta con cui sono tratteggiati i personaggi di contorno, un po’ simpaticamente indefiniti gli africani, reperti di un colonialismo anacronistico gli stranieri, vagamente contraddittori gli italiani, a partire da Elsa, simpatica e generosa ostetrica, ex aspirante suora ora incinta di uno svizzero di passaggio, che per sua stessa e gratuita ammissione “ha perso la vocazione ma non la fede”.
Che dedicare la propria vita agli altri possa essere il frutto, anziché del senso di colpa e di una necessità più o meno palese, di un ideale più alto non rientra nell’orizzonte de La vita facile, forse proprio perché implicherebbe una domanda su quel “senso della vita” che qui sfugge a tutti.
Autore: Laura Cotta Ramosino
Details of Movie
Titolo Originale | LA VITA FACILE |
---|---|
Paese | Italia |
Etichetta | Non classificato |
There are no reviews yet.