WHERE TO INVADE NEXT
Michael Moore simbolicamente invade una serie di nazioni per prenderne spunto e migliorare le prospettive degli USA e scopre che le soluzioni ai problemi più radicati in America esistono già in altri paesi del mondo
Michael Moore in giro per l'Europa alla ricerca di buone idee per il suo paese. Un documentario ironico e divertente ma alquanto semplicistico su temi che meriterebbero un maggiore approfondimento
Valori Educativi
l film parte dal principio apprezzabile del rispetto della dignità dell’uomo e del suo diritto alla felicità ma propone spesso idee e soluzioni forzate, a volte semplicistiche, non universalmente applicabili, sebbene ne abbia la pretesa, e soprattutto non sempre veramente rispettose della persona e della vita, come quella di ritenere che le leggi a favore dell’aborto favoriscono l’emancipazione della donna
Pubblico
14+Per la maturità necessaria per giudicare le tematiche affrontate
Giudizio Artistico
Michael Moore si conferma un ottimo comunicatore, riesce a trasmettere concetti a volte elaborati con semplicità sconcertante e con un ritmo brioso e accattivante che non annoia mai
Cast & Crew
Regia
Michael Moore
Sceneggiatura
Michael Moore
Our Review
“Ho invaso il vostro grande paese per rubare le vostre idee migliori”: così il regista Michael Moore torna sul grande schermo dopo sei anni di assenza con una delle sue nuove inchieste scomode e divertenti. Questa volta però, dice il documentarista, la sua intenzione è quella di visitare una serie di nazioni europee per “raccogliere i fiori e non le erbacce”; in altre parole Moore intende prendere spunto dalle eccellenze degli altri paesi per migliorare gli USA.
La sfida era quella di fare un film sull’America senza girare un solo fotogramma in America. Così, provocatorio ed esilarante come sempre, Michael Moore, nella veste di “invasore” pacifico che gira il mondo in cerca di esempi virtuosi da importare nel proprio paese, è riuscito a conquistare il pubblico nelle sale americane.
Where to invade next è un film decisamente demagogico ma simpatico, attraverso il quale il famoso documentarista intende mostrare, non solo ai propri concittadini, che in realtà le soluzioni ai più comuni e radicati problemi politici e sociali, come l’occupazione, l’istruzione, le tasse, la sanità, il sistema carcerario e bancario, esistono già nei diversi paesi del mondo e, cosa ancor più sorprendente, nella maggior parte dei casi sono state concepite proprio ispirandosi ai principi e agli studi nati negli USA.
Moore parte per il suo viaggio di conquista dell’Europa proprio dall’Italia, dove apprezza il trattamento lavorativo offerto dalle grandi aziende che garantiscono ferie e maternità ai propri dipendenti. Passa poi in Francia, Finlandia, Slovenia, Germania, Portogallo, Norvegia, Islanda e arriva persino in Tunisia.
La sua ricerca parte da un principio lodevole e fortemente condivisibile, Moore sembra cercare soluzioni politiche che essenzialmente siano incentrate sul valore e sul rispetto della persona umana e sul suo diritto ad una esistenza dignitosa e felice. L’idea di sottolineare e raccogliere quanto di positivo le varie politiche dei diversi Paesi d’Europa offrono è originale e meritevole. Il film inoltre ha il ritmo brioso, allegro, semplice e ironico proprio di Moore.
Tutto ciò è apprezzabile però a patto di tener presente che, per quanto sia un abilissimo comunicatore, il regista di questo lavoro resta pur sempre un uomo di spettacolo, non una guida politica e ancor meno morale.
Con Where to invade next infatti Michael Moore arriva a dimostrare quasi che il sogno americano è vivo un po’ ovunque tranne che in America. Eppure sembra non tenere conto delle circostanze particolari in cui ciascun Paese vive, come l’estensione del territorio, il clima, il numero di abitanti, la storia e la cultura di ogni popolo, che favoriscono lo sviluppo di alcune idee politiche invece che altre. Ma, cosa ancor più importante, in più di un passaggio Moore propone al pubblico un salto logico non dimostrabile e decisamente forzato. Come quando afferma che in Tunisia la legge in favore della libertà di scelta sull’aborto avrebbe favorito l’emancipazione della donna e di conseguenza anche lo sviluppo della democrazia.
Nel trattare altri temi il film ha inoltre il difetto di non presentare in modo del tutto oggettivo i vari aspetti e le diverse conseguenze di alcune soluzioni presentate come eccellenti. Quando Moore ad esempio sostiene che l’educazione sessuale nelle scuole in Francia ha significativamente ridotto il numero delle gravidanze in età adolescenziale, non tiene in considerazione le ricadute che questo genere di educazione porta nello sviluppo delle capacità affettive e relazionali dei giovani.
Autore: Vania Amitrano
Details of Movie
Titolo Originale | Where to invade next |
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Paese | USA |
Etichetta | Non classificato |
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