FUOCO A ORIENTE
Questo film del 1943 del due volte premio Oscar Lewis Milestone rappresenta un raro caso di esaltazione della realtà delle repubbliche socialiste sovietiche da parte degli U.S.A., a quel tempo fra loro alleati per combattere i nazisti. Su Youtube
Nel giugno del 1941, in un villaggio della Repubblica Socialista dell’Ucraina, la scuola è finita e alcuni giovani amici e amiche decidono di fare una gita a Kiev. Fra di loro c’è Daniel, innamorato, ricambiato, di Marina anche se sanno che presto si dovranno separare perché Daniel ha vinto una borsa di studio all’università di Kiev. C’è anche Kolya, il fratello maggiore di Daniel, che indossa la divisa da ufficiale dell’aviazione sovietica e che attira le attenzioni della romantica Claudia. Il viaggio si ferma a metà: il gruppo viene mitragliato da aerei tedeschi. Ormai è chiaro che l’esercito nazista ha invaso l’Unione Sovietica. I giovani tornano indietro e il capo del villaggio dà alla popolazione un ordine terribile: i tedeschi stanno arrivando e tutto deve essere distrutto: le case vanno bruciate, il loro bestiame ucciso. I tedeschi arrivano, utilizzano l’ospedale locale per i loro feriti di guerra e sequestrano i bambini del paese per prelevare loro del sangue utile per i loro interventi. La popolazione maschile si rifugia nei boschi vicini e si organizza per sferrare, con le poche armi di cui dispone, un attacco contro i tedeschi per liberare il loro paese…
Lewis Milestone
Lillian Hellman
Valori Educativi
Il film esalta il valore degli abitanti di un villaggio ucraino ai tempi dell’invasione nazista ma il nemico è visto con la sola determinazione di ucciderlo
Pubblico
14+La notizia che dei bambini stiano morendo a causa di trasfusioni di sangue forzate potrebbe impressionare i più piccoli
Giudizio Artistico
Lewis Milestone dirige con maestria un film corale alternando sapientemente scene collettive con racconti di storie private. Alcuni personaggi risultano eccessivamente tipizzati e appaiono pertanto poco veri
Cast & Crew
Anne Baxter
Dana Andrews
Regia
Lewis Milestone
Sceneggiatura
Lillian Hellman
Our Review
Nel vedere questo film americano del 1943 al giorno d’oggi, fa un certo senso sentire i giovani protagonisti che desiderano spendere le loro vacanze a Kiev. In tutta la prima parte del film, prima dell’inizio della guerra, viene descritta la vita serena di un kolchoz, un comunità agricola gestita direttamente dai contadini, di quello che a quel tempo era un unico paese: l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Si tratta chiaramente di un film americano di propaganda che voleva esaltare l’alleato russo nel comune impegno contro i nazisti. Il film ebbe sei nomination all’Oscar ma anche una vita molto breve: finita la guerra, fu tolto dalle sale appena iniziò la guerra fredda. Lo stesso regista, Lewis Milestone, di famiglia ebrea ma di origine moldava, autore del famoso All’ovest niente di nuovo (1930),entrò nella “lista grigia di Hollywood” ai tempi del maccartismo.
Il film è felicemente inserito nell’epoca d’oro di Hollywood e il “peso” del film si misura dal numero di vincitori di Oscar presenti. Due oscar vinti dal regista Lewis Milestone ma erano anche vincitori di Oscar quattro dei protagonisti: Anne Baxter, Walter Huston, Dean Jagger and Walter Brennan. Senza contare le candidature all’Oscar di Erich von Stroheim and Ann Harding.
Rivisto oggi (disponibile su Youtube) il film colpisce per il suo impegno a descrivere un mondo idealizzato: quello di un contesto rurale dove ogni contadino coltiva la sua parte di terra, la sua mandria e si organizzano, in occasione della chiusura dell’anno scolastico, allegri festini per tutta la comunità con canti e balli in perfetto stile russo.
Vediamo anche la fioritura di caste relazioni amorose anche se gli innamorati vengono messi alla prova dalla necessità, per qualcuno di loro, di trasferirsi a Kiev per frequentare l’università. Sono i risvolti romantici del film i quali, uniti alla descrizione dell’affetto che i giovani portano ai genitori e ai nonni, aiutano lo spettatore a personalizzare il dramma che si sta compiendo.
L’inizio della guerra e l’arrivo dei tedeschi nel loro villaggio manifesta, in coerenza con lo spirito propagandistico del film , il cuore indomito della popolazione.
“Dobbiamo continuare la nostra storia con spirito di dedizione e di sacrificio”; “ogni gruppo farà il suo dovere fino alla morte”; “sono pronto a dare la mia vita affinché la Russia non cada nella schiavitù nazista”. L’odio verso l’invasore è accresciuto anche dalla notizia che dottori tedeschi stanno prelevando sangue da alcuni bambini del villaggio a vantaggio dei loro feriti, fino a farli morire dissanguati.
Il film è risoluto nell’odio ai nazisti, non si allarga a una visione sopra le parti ma evidenzia l’obiettivo dei protagonisti di colpire e uccidere il nemico in qualsiasi circostanza.
Solo sul finale lo sguardo si allarga oltre il dramma di quei tempi e una protagonista profetizza: “Questa sarà l’ultima guerra”; “La terra appartiene a noi, al popolo; l’abbiamo conquistata e sarà nostra per sempre”.
Oggi non possiamo che sperare di poter dire che quella fu veramente l’ultima guerra mondiale ma resta curioso il particolare che uno slogan tipicamente sovietico (la terra appartiene al popolo) sia stato tranquillamente pronunciato in un film americano.
Autore:
Details of Movie
Giudizio Artistico | 7 |
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Paese | USA |
Tipologia | Film |
Titolo Originale | The North Star |
Valori Educativi | 6 |
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