LA LEGGENDA DI OCHI
Allevatori e contadini che vivono fra le montagne subiscono l’assalto di insoliti animali predatori. Una ragazza cerca di curare e riportare a sua madre uno dei loro cuccioli. Una favola esteticamente preziosa ma poco convincente come sviluppo. In Sala
Siamo in Carpazia, fra le montagne e gente semplice vive fra i boschi in case isolate, dedita alla pastorizia e all’agricoltura. Vivono sotto la minaccia costante degli Ochi, strani animali a metà fra una scimmia e un orso e che depredano le loro greggi. Per questo motivo Maxim, un uomo risoluto, raccoglie i ragazzi della contea e, tutti con un fucile in mano, vanno di notte a caccia di questi animali. Yuri, la figlia di Maxim trova nel bosco un cucciolo di Ochi bloccato in una trappola che ha ferito la sua zampa. Yuri lo libera, lo cura e fra loro si stabilisce un’intesa. Yuri non conosce sua madre che si è separata da Maxim anni prima. Il padre la dissuade dal cercarla e nasce fra di loro un diverbio. La mattina successiva Maxim non trova più Yuri: è fuggita per cercare la madre del cucciolo e per cercare anche la sua. Maxim convoca tutti i giovani del paese
Isaiah Saxon
Isaiah Saxon
Valori Educativi
Il film descrive la ricostituzione di valori familiari smarriti ma la sua proposta su come vanno approcciati gli animali selvatici risulta poco perseguibile
Pubblico
10+Alcune scene potranno risultare troppo crude per i più piccoli. Ragazzi con il fucile vogliono uccide gli Ochi. La madre di Yuri ha un braccio di legno perché l’ ha perso a causa del morso di un Ochi. Alcune pecore risultano uccise dagli Ochi. Yuri urla di dolore quando la madre gli inietta un siero sul braccio infettato con una enorme siringa. Yuri depreda con violenza gli scaffali di un supermercato. Un personaggio mangia un insetto vivo.
Giudizio Artistico
Magnifici paesaggi, fotografia molto curata. Ma la sceneggiatura mostra non poche incoerenze e lo sviluppo appare lento
Cast & Crew
Regia
Isaiah Saxon
Sceneggiatura
Isaiah Saxon
Our Review

Folti boschi, casolari isolati fra le montagne, mandrie al pascolo. Tutto fa pensare che ci troviamo di fronte a una racconto fiabesco anche se siamo più dalle parti delle favole con orchi e lupi cattivi, piuttosto che narrazioni fantasy cariche di meraviglie.
Il richiamo ai classici come E.T. -L’extraterreste, I Goonies, I gremlins sorge spontaneo, ma si tratta in realtà di riferimenti non pertinenti. I tre film citati sono stati sviluppati ad altezza di bambino: il tono è sempre leggero, ci sono momenti di spavento ma è quella paura che fa tanto divertire i bambini, che restano i protagonisti della storia. Ci sono anche dei momenti di oooh! Di meraviglia, che hanno acceso la fantasia dei più piccoli. Qui la situazione è diversa. Anche qui c’è un gruppo di ragazzi come protagonisti, ma li vediamo con un fucile in mano pronti a sparare sul serio. La protagonista Yuri, per tutta la durata del film non ha un solo momento per un sorriso, per una allegra spensieratezza. La madre di Yuri (Emily Watson) ha un braccio di legno perché gliel’ha tagliato il marito, sia pure a fin di bene. Non sono dettagli allegri.
Si può attribuire al film il valore educativo di mostrare come ci si approccia agli animali selvatici e più in generale a chi è diverso da noi, uno dei temi portanti di tanti film odierni. Ciò è chiaramente espresso dall’amicizia che si stabilisce fra Yuri e il piccolo Ochi. Il momento culmine di questo avvicinamento accade quando Yuri emette suoni gutturali uguali a quelli di Ochi: la ragazza (Helena Zengel) è in grado di interpretare il linguaggio dell’animaletto. Sfortunatamente l’assimilazione all’”altro da sé” raggiunge forme iperboliche e scorrette. Yuri si mette in bocca denti canini finti, entra in un supermercato e inizia a depredare gli scaffali. Ciò accade perché lei ha fame e perché si sta comportando come un animale selvaggio. Il rispetto è cosa diversa dall’assimilazione. Il film non attenua, per favorire l’immagine della famiglia degli Ochi, il fatto che vadano a depredare le mandrie di pecore degli allevatori. Il giusto rispetto sussiste quando ognuno resta a vivere nel proprio ambito. Per questo motivo resta incomprensibile la “conversione” di Will: alla fine accarezza un Ochi cucciolo ma tutti i cuccioli sono carini. Poi cresceranno e seguiranno il loro istinto di animali predatori.
A ciò occorre aggiungere certe stranezze del film come lo stesso personaggio di Will (Willem Dafoe) : feroce ma anche ridicolo quando, per andare a combattere, indossa un’armatura medioevale.
Il valore del film sta nella sua resa pittorica: paesaggi stupendi (le riprese sono state realizzate prevalentemente in Transilvania), fotografia curatissima. Ma sono troppe le “stranezze” di questo film.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Paese | USA Finlandia UK |
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Tipologia | Film |
Titolo Originale | The legend of Ochi |
Tematiche (generale) | Amore per gli animali |
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